11. Bugie

787 48 4
                                    

📍Tolone, metà agosto

La verità è che siamo soli, infantili
Bambini senza braccioli in un oceano di delusioni
E non esterno le mie emozioni, no
Non esterno le mie emozioni, no.

LowLow

Tic Tac

Tic Tac

Tic...Tac

Il grande orologio a parete scandisce il passare inesorabile dei secondi, testimoni di quel tempo che con cattiveria mi graffia le dita.

I rami del grande pino marittimo bussano contro la finestra, e il suono gracchiante di un vecchio giradischi arriva lontano alle mie orecchie, in una tiritera che sembra volermi pregare di alzarmi, mentre amplifica le note di una canzone di Edith Piaf.

Allargo le braccia sopra le morbide lenzuola in cotone, muovendole come farebbe un angelo sulla neve fresca, lasciando che gli occhi rotolino sul soffitto, spoglio e asettico.

Tic Tac

Tic Tac

Tic Tac

La porta si apre in un lungo scricchiolio, simile ad un lamento sommesso.
La figura di Luca sbuca dallo stipite in legno e i suoi occhi buoni e smeraldini mi cercano nella penombra.

"Posso entrare?"

Il suono armonioso della sua voce, precede la risposta di Edith, intenta a raccontargli come la sua vita diventi di un bellissimo colore rosa, quando è in sua compagnia.

E tu come la vedi la vita Becca?
Rosa come lo zucchero filato o nera come la pece?

"Ti ho portato un po' di budino, quello che ti piace tanto" mi informa con dolcezza, nascondendo con amabili parole quello che in realtà vorrebbe dirmi: "Ti prego lasciami entrare"

Spingo la testa sul materasso e annuisco, permettendogli di raggiungermi. Posa il piattino sul comodino, scostando un volantino di una mostra d'arte ormai passata, e si siede accanto a me, accarezzandomi i capelli.

"Mangia qualcosa, non hai toccato cibo a pranzo"

"Non mi va" mormoro, sotto il suo sguardo impietosito. "Magari più tardi"

Non voglio far preoccupare anche lui: sono stanca degli occhi inquieti.

Eppure ti tormenta l'idea di quegli occhi veh?
Quegli occhi che fai tanto fatica ad odiare e che sanno di miele e caramello.
Stai tentando di ignorarli ma alla fine sai che sono quelli che non ti fanno dormire.

"Becca io comprendo il tuo star male" commenta titubante, mordendosi l'interno della guancia. "Ma devi cercare di reagire, non puoi stare chiusa qui per sempre"

Stringo le palpebre umide in un'espressione dolorosa, ruotando il capo ad osservare il cielo al di là della finestra, oggi di un blu particolarmente intenso.

Un po' come quel tuo vestito di Monaco...

"Da quando non prendi un po' d'aria?"

Il disco di Piaf ha smesso di giare già da un po' cominciando a graffiarsi in maniera inesorabile.

Ti permetti pure di mandare all'aria anni e anni di musica francese? Ma non ti vergogni?

The Story •Daniel Ricciardo•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora