XV

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- D'accordo... Affare fatto...-

Dicendo questo, segno definitivamente il mio destino... Dentro di me si forma come un senso di vuoto che però appaga tutte le mie pene e le mie preoccupazioni...
Finalmente i miei fratelli potranno vivere, non sopravvivere, Il futuro che ho sognato per loro da quando hanno messo piede su quest'isola...

Peter mi tende la mano, invitandomi a seguirlo... Questo gesto riporta la mia mente ai primi giorni, quando di lui non sapevo assolutamente niente... Anche se non lo conoscevo, mi ispirava fiducia, e adesso la stessa sensazione si fa spazio in me.
Afferro la sua mano, esso mi avvicina dolcemente, per poi affermare:

-Andiamo...credo che vorrai salutarli prima che vadano a casa... sopratutto parlarci mentre riavranno i loro ricordi...-
-Si...-

Dopodiché, ci incamminiamo verso l'accampamento...
Non appena arriviamo, ad ogni sperduto che incontro, chiedo insistentemente dove siano Michael e John, ma nessuno sa darmi una risposta... Chiedo anche di Vincent ma anche lui sembra essersi volatilizzato... Sono così in ansia... Perché deve succedere proprio ora... Dove si sono cacciati?
Fermo un altro sperduto, sto perdendo le speranze, quando questo, non dicendo una parola, indica davanti a sé, con lo sguardo seguo il suo dito, così li vedo rientrare al falò, dopo essere tornati da una giornata intensa a raccogliere legna.
Corro ansimante da loro, ma non riesco ad aprir bocca prima di Peter, che mi precede nel parlare.

- Michael, John e Vincent, venite un attimo qui...-

Un istante dopo, l'ombra che tanto temo, si presenta davanti a noi... Spontaneamente faccio due passi indietro, non riuscendo a fare a meno di tremare per qualche secondo...

-Wendy!! Siete tornati!- Mi dice Michael con occhi brillanti.

Anche Vincent si avvicina lentamente a me.

-Cosa c'è Pan?- Dice John.

Peter prende nuovamente la parola.

-Allora Vincent, tu aspetta li all'angoletto, invece voi due venite qui...-
-All'angoletto cosa sono? Un bambino?-
-Vincent... Te ne prego...- Dico con lo sguardo rivolto a terra, non riuscendo a sostenere il suo.

-Wendy... Cosa succede?-

Non riesco a rispondergli, di conseguenza il moro non pone altre domande, e si allontana dalla situazione, come detto da Peter.

Il castano si avvicina ai ragazzi, che tremanti, restano al proprio posto come gli è stato detto,
Egli tocca le loro teste e una specie di polverina dorata si sprigiona dalle sue mani, dopo fatto ciò si allontana, lasciando spazio a me.

Il piccolo Michael mi guarda confuso.

-Wendy... Tu sei... La sorellona!? La sorellona Wendy!-

Con le lacrime agli occhi affermo:

-Si Michael... Sono io!-

Il bambino si butta fra le mie braccia, così lo sollevo portandolo alla mia altezza per abbracciarlo per bene.

John, mi raggiunge incredulo e anch'esso non riesce a trattenere le lacrime.

- Wendy... Mi dispiace per come ti ho trattata...-
-Non fa niente... Vieni qui!-

Lo afferro per un braccio, costringendolo così a partecipare all'abbraccio.

-Fratelli miei... Sono così felice! Vi voglio bene più di me stessa! Non dimenticatevelo mai! Capito!?-
-Sorellona... Perché dici così?... Cosa c'è?-
-Salutate la mamma e il papà per me... E ditegli che gli voglio un mondo di bene... E di non dimenticarmi, perché io non lo farò con loro e nemmeno con voi...-
-Aspetta, cosa vuoi dire con questo?- Mi dice John.
-Con questo vi dico addio...-
-No! Perché dici questo!?-

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