Non poteva crederci. Era il primo sospettato per l'omicidio della sua segretaria, Petra. I rilievi avevano dato esito positivo, i freni della sua macchina erano stati manomessi, gli airbag disattivati. Chi ha compiuto questo si era pure accurato di danneggiare l'aggancio della cintura. Due giorni erano passati, e Levi si trovava ancora nella celletta di detenzione provvisoria della centrale, insieme ad Eren. Non era stato facile spiegargli, quando con l'unica chiamata concessagli aveva fatto venire lui, perché era finito dentro e soprattutto perché fosse il primo sospettato. Il castano aveva dato di matto nel sapere che la loro chat era piena di cuori rossi, fogli e fogli di screen-shot gli erano stati sbattuti in faccia ed una furiosa lite era cominciata tra i due separati dalle sbarre. Avendo dato così in escandescenza in una centrale era stato chiuso pure lui nella celletta. Tenendo il muso, rivolto al muro, faceva finta di non ascoltare cosa dicesse Levi, di avere le orecchie otturate, ma il suo cuore sentiva.
E si accorgeva che i discorsi del moro avevano un fondo di verità, ricollegando mentalmente i messaggi che aveva letto a ció che Levi stava dicendo: non le aveva mai dato corda, era un sentimento unilaterale, da parte di pel di carota. Tanto che quando cominció ad esagerare, l'Ackermann si era trovato a doverle frenare le speranze chiarendole che amava Eren. Quel messaggio aveva rivelato alle forze dell'ordine la loro relazione e aperto un'altra indagine. Ora erano sospettati entrambi, con due moventi differenti.
Stava accarezzando i capelli del più piccolo che era preoccupato, poggiato sulla sua spalla.
Dapprima lo aveva accusato che doveva chiarire subito la situazione, che era colpa sua se ora entrambi erano sospettati di un omicidio che non avevano commesso e ora... era tra le sue braccia come un neko, a chiedergli per l'ennesima volta se fosse sicuro che non sospettasse di lui.«Eren, ti conosco, non faresti mai una cosa del genere» mormorró quasi esasperato, frustrato per non poter far niente in quella situazione.
«Ma Max sì!» spalancó improvvisamente gli occhi, cominciando a balbettare. «N-non è ch-che abbia preso il c-ontrol-lo e io non mi ricordi niente?» si aggrappó alle sue braccia affondando le dita e unghie, come se più avesse premuto più in fretta avrebbe ricevuto la risposta.
In tutta risposta Levi rimase in silenzio qualche secondo, elaborando ció che il castano aveva detto e stringendolo a sè. «Perché mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere?».
Eren staccandosi da lui e prendendo a torturarsi le mani, svió lo sguardo verso il pavimento, rimanendo in silenzio.
«Eren...» sospiró il più grande tra lo spazientito ed il cercare di essere comprensivo, «devi dirmi qualcosa? Questo è il momento di farlo.»
Il castano continuó a torturarsi le dita finchè non tiró fuori, tutto d'un fiato, la frase che avrebbe dato inizio alla loro rovina.
«Perché ero geloso».
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|| Bloody Eren ||
FanfictionRating:🔴. Scene di sesso esplicite. 🔞 Argomenti delicati. Andiamo ma chi prendiamo in giro, l'età media delle fangirl yaoiste va dai dodici, tredici anni in su :D semplicemente gli avvertimenti ci sono, chi non gradisce é avvertito di cosa trover...