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*Annuncio giá che non avevo idee per l'evasione, sorry. L'ho scritto e cancellato circa sei o sette volte xD ma non volevo lasciarvi senza capitolo ¤  Bau 🐾*

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(• .•)

Fece appena in tempo a rialzarsi che il moccioso prese l'uscita e chiuse la porta, che per sua sfortuna non era possibile aprire dall'interno.
«Merda! MERDA!» cominciò a tirarci contro calci, poi si voltò verso l'infermiere, tenendosi il braccio al quale aveva preso una botta nella caduta.
«Cosa ci fa lì impalato suoni l'allarme porcoddue!»

Intanto Max continuava a correre; non trovava nessuna porta d'emergenza, ma ci sarebbe stato l'allarme, e nessuna finestra.
I suoi piani non stavano andando come aveva programmato; forse aveva fatto una sciocchezza ma oramai le danze erano aperte e doveva ballare, non poteva arrendersi.

Un'addetta alle pulizie stava spingendo un grande carrello, dove di solito mettevano le lenzuola sporche.

Gli balenò un'idea in testa: aspettò che la donna entrasse in una stanza, poi anche se gli faceva ribrezzo entrò nella cesta e si nascose sotto le lenzuola. Non era robusto ne pesava un granchè, aveva un fisico scolpito ma non pompato, quindi l'altra non se ne sarebbe accorta.

Sapeva come funzionavano queste cose; il carrello sarebbe stato portato fuori su un grande camion e portato a un'azienda che avrebbe lavato il tutto. Per uscire da quel posto DOVEVA riuscire a intrufolarsi su quel camion, e ce la fece, poco prima che suonasse l'allarme antincendio.

Il moro si ritrovò bagnato come un pulcino, dato che l'allarme era stato azionato nel corridoio in cui erano: quel posto era incredibile, giusto una guardia a ogni uscita e manco un allarme anti-evasione.

Accorse subito un'infermiera che aprì loro la porta, chiedendo perchè l'avessero azionato

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Accorse subito un'infermiera che aprì loro la porta, chiedendo perchè l'avessero azionato.
«Il paziente della 15 è scappato» la informò subito. «Avviso tutte le guardie e faccio cercare in ogni angolo, non dovrebbe essere uscito dalla struttura» rispose ansiosa la donna.

Guardarono ogni sgabuzzino, le cucine, le varie porte, controllarono la recinzione ma del moccioso nessuna traccia; era riuscito nel suo intento di fuga, senza essere visto da nessuno.

***

Dopo circa mezz'ora, dentro la cabina la frequenza radio stava annunciando all'autista che potrebbe avere un paziente sul camion ed era tenuto ad appartarsi e controllare. Si fermò in un parcheggio in periferia e fece come ordinato. Quando aprì uno sportello Max (Eren) lo colpì sulla schiena con un bastone uncinato in metallo. Il povero camionista agonizzante cascò a terra e mentre gemeva dal dolore il ragazzo continuò a bastonarlo sulle braccia, sulle gambe, sul petto. Quando svenne, lo lasciò stare e si allontanò.

La periferia non era per niente cambiata: le solite fabbriche inquinanti e puzzolenti, i palazzi grigi fatiscenti attaccati gli uni agli altri, quasi inagibili dove la gente viveva ammassata come topi. Poco più in là, sulle rive di un corso d'acqua poteva trovare riparo tra la poca vegetazione rimasta in quella cittá cementificata.

Dopo anni non ricordava perfettamente i vicoli, quindi era costantemente all'erta cercando di evitare sbirri: la gente non fa caso a un tizio in pigiama che girovaga per strada. Lo trovavano un po' strano ma se ne fregavano, ognuno preso da se stesso e dai propri impegni.

In un vicolo trovò delle coperte un po' malandate, ma era sempre meglio di nulla per ripararsi un po' la notte: quando fece per prenderne una, gli giunse una voce dalle spalle.
«Hey bamboccio, questo è il mio posto».

Si girò a guardare il proprietario di quel tugurio e vide un uomo sulla cinquantina, piuttosto basso e tarchiato con una lunga barba incolta e capelli brizzolati; il naso sembrava suino.
«Non lo sapevo. Prendo solo questa» alzò una coperta da terra, ma il barbone non era d'accordo.
«Forse non ci siamo capiti. Se questo è il mio posto la roba che è lì per terra non la devi tocca' è chiaro?»
«Ne hai tre di coperte. Almeno una per ripararmi stanotte, te la riporto domani» non ne aveva nessuna intenzione, ma neanche voleva morire congelato o dormire con coperte fatte di giornali, quindi cercava di convincerlo.
«Mi stai stufando, se tocchi qualcosa te ne pentirai» portò la mano alla tasca di quello che avrebbe dovuto essere un paio di pantaloni e cacciò fuori un coltello.
«Se non te ne vai subito ti faccio fuori».

Il castano per tutta risposta appallottolò il tessuto sotto braccio e fece per andarsene.
«L'hai voluto tu» l'uomo si lanciò contro Max tentando di ferirlo al ventre ma il ragazzo prontamente si scansò; il tizio sbilanciatosi era alla mercè del più piccolo che gli tirò una gomitata in faccia mentre con l'altro braccio gli tolse il coltello, che volò a terra. Lo prese e glielo conficcò in una spalla: l'uomo urlò, poi Max tirò fuori la lama insanguinata e lo rotolò su se stesso, fermandolo poi con la scapola ferita premuta a terra.

Si ricordò come aveva fatto Levi con lui e mise un piede sul petto del tizio, inutili erano i tentativi di divincolarsi; più si muoveva più il ragazzo premeva.

«Vediamo chi è che ha da pentirsi di qualcosa» si abbassò finchè ci furono quasi cinquanta centimetri tra la faccia dell'uomo e la sua, sibilandogli in faccia. Poi uno, due, tre quattro, cinque colpi mortali al basso ventre e il barbone non si muoveva più, un lago di sangue si stava espandendo sotto di lui, gli occhi sbarrati nel vuoto.

E il manico puntato al cielo.

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( • .•)

Spero vi sia piaciuto il capitolo.
Ho dovuto anche scriverlo e correggerlo in fretta sennò SilviaSilvia-- mi rapiva il gatto.

Eccovi lo sclero di una mia amica

[TIZIA 5 SONO IO 😂]COMEEE? COME POTREI RIFIUTARE EREN! MAI!!

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[TIZIA 5 SONO IO 😂]
COMEEE? COME POTREI RIFIUTARE EREN! MAI!!

Inoltre per chi non lo sapesse ho una raccolta di immagini che ultimamente non ho aggiornato, è vero [sorry], su snk

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Inoltre per chi non lo sapesse ho una raccolta di immagini che ultimamente non ho aggiornato, è vero [sorry], su snk.
La trovate sul mio profilo insieme alla mia prima storia, una one- s(hot) che si chiama semplicemente Ereri.
[Che fantasia nhe?]
Bau 🐾

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