|| Bloody Eren ||

8

È tutta la notte che sto in allerta, non ho dormito molto. A tarda notte lungo l'argine del fiumiciattolo sono passate due pattuglie a perlustrare la zona, quindi ho anche dovuto attraversare quel metro d'acqua putrido e fangoso per nascondermi nella vegetazione un po' più fitta dell'altra sponda.

Sono quasi le sei del mattino e la gente inizia a circolare. Meglio togliermi di qui, conosco un posto dove saró più al sicuro.

***

Levi

Mi sono svegliato dieci minuti prima del suono della sveglia. A dire la veritá, ho dormito male tutta la notte. Un po' per questa fascia del cavolo che prude da morire e, un po' per il dolore al braccio e.. per la fuga del moccioso.

La cosa che mi preoccupa di più è che a giro per la cittá ci sia Eren, non Max. La periferia è abbastanza malfamata e pericolosa, non so quanto la conosca.

Quell'odioso aggeggio trilla: lo spengo e mi metto a sedere sul bordo del letto, scoprendomi le gambe. Fa abbastanza freddo quindi mi affretto a indossare i pantaloni e la maglia della tuta nera, invece i capelli non vogliono saperne di stare al loro posto.

Lascio perdere e scendo in cucina per prepararmi un tè ai mirtilli; prendo due bustine altrimenti il sapore non si sente, poi prendo la tazza. Metto l'acqua a riscaldare nel fornetto a microonde in un contenitore di plastica e dopo due minuti è abbastanza calda. A momenti dovrebbe arrivare anche Hanji quindi aggiungo altre due bustine, probabilmente ne vorrá anche lei una tazza.

Come non detto sento la serratura scattare e subito dopo la porta chiudersi.

«Nanerottolooo!»
«Che vuoi Quattrocchi? Sei appena entrata e giá urli. Abbassa di qualche decibel la voce, grazie».
«Ok, ok hai ragione»
«Cosa?» tra un po' sputo il tè che avevo in bocca sul tavolo in mogano della cucina;
«Mi dai ragione senza ribattere?»
«Sì Levi, devo dirti una cosa, riguarda Eren».
Mi ha chiamato Levi: brutto segno. Le faccio segno di sedersi, cosa che faccio anche io scostando la sedia da sotto il tavolo.
«Vuoi una tazza di te?»
«Mirtilli. Il mio preferito.. Sì grazie» accetta con un sorriso.
Beve qualche sorso.

«Torniamo a noi. Nella periferia è stato trovato il cadavere di un senzatetto, pugnalato più volte al ventre. È intervenuta la squadra omicidi, e dato che credo sia stato lui a fare questo, ho richiesto il risultato delle impronte sul coltello. Un altro ha detto di averlo visto andare verso l'argine; appena ha saputo che lo stavamo cercando ha fermato un poliziotto e gli ha raccontato che per la semplice domanda "sei nuovo?" gli ha risposto che poteva uccidere in un minuto anche lui.»

Mi alzo e la guardo stupito, mentre metto entrambe le tazze a lavare.
«Dobbiamo sbrigarci, prima che torni Eren o combini qualcos'altro come Max.»

Usciamo di casa assicurandomi di aver chiuso bene la porta, poi ci avviamo verso la mia Ford Fiesta nera.

***

Eren

Entro nel bar: dietro il banco il robusto e barbuto barista sta pulendo un bicchiere con un cencio, mentre un ragazzo dai capelli rasati grigi fa lo stesso con i tavoli liberi. L'aria è piena di fumo, sembra ci sia la nebbia nel locale.

«Ehi Connie» attiro l'attenzione del pelato e lui alza lo sguardo su di me, sgranando gli occhi.

«Max! Da quanto tempo! Pensavo ti avessero fatto fuori» si avvicina per abbracciarmi ma non appena sente l'odore che emanano i miei abiti fa altrettanto in fretta ad allontanarsi.

«Ma dove sei stato, in una fogna?» mi domanda con una punta di sarcasmo nella voce.

«Più o meno» rido, «è una lunga storia. Piuttosto, hai un qualcosa per cambiarmi? Non sopporto più sta roba» alzo le braccia prendendo tra l'indice e il pollice la maglietta lercia.
Si gira e apre una porta davanti a se, dove c'è stato inciso, credo con un coltello SOLO IL PERSONALE PUÒ ENTRARE.

«C'è una divisa inutilizzata negli spogliatoi del personale, ci sono anche le docce se vuoi fartene una» mi indica un punto a sinistra degli armadietti.

Va verso uno che pare non essere occupato, ne tira fuori una divisa con un asciugamano e me li porge.
«Quando hai fatto vieni al banco» «Grazie Connie» ci scambiamo un cinque e lui se ne va, chiudendo la porta.

Mi spoglio e butto quelli che oramai sono stracci nel cestino, mentre i boxer li lavo e poi li metto sotto il getto d'aria calda dell'asciugamani elettrico. Mi godo per almeno dieci minuti l'acqua tiepida della doccia, dopodiché mi insapono per bene poi mi risciacquo ed esco, afferrando l'asciugamano.

Provo la divisa: neanche a farlo apposta mi sta a pennello.

La camicia bianca e i pantaloni neri mi arrivano giusti, mentre il grembiule sempre nero parte dal petto e arriva alle ginocchia, circondando con un filo il collo e la vita. Sembra debba lavorarci, e forse sará così perchè mi servono soldi per andarmene. Dovrei essere al sicuro, non penso mi vengano a cercare qui, ma non si sa mai.

Esco dagli spogliatoi e trovo Connie che con una scopa sta raccogliendo dei vetri, dicendo alla ragazza di non preoccuparsi e che può succedere a tutti; ci sta provando... sennò a quest'ora si sarebbe incazzato come una iena. La ragazza guarda l'orologio e poi esce dal locale. Bidonato.

Mi avvicino a lui e gli tiro una pacca sulla schiena.
«Dai amico ce ne sono altre di ragazze»
«A cosa ti riferisci scusa»
«A quella che è appena uscita»
«No Sasha era veramente in ritardo, a quest'ora va al lavoro» alza la paletta e butta il contenuto nel cestino.

«Passiamo a cose serie. Mi servono soldi.»
«La divisa ce l'hai giá.»
«No no no non hai capito. Tanti e in fretta.»
«Hey, non vorrai mica ricominc...»
«Sì.»

☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆

Scusate se ho tardato tantissimo ad aggiornare, ma prima ci si è messa la scuola, poi c'era mia mamma sempre nel mezzo, mi sono sentita male e come se non bastasse sono rimasta senza internet.

Non ho la più pallida idea di come faremo a far incontrare il nostro Eren con Hanji e Levi, ma qualcosa mi inventeró, anche se sará banale.

Cosa vorrá ricominciare a fare Max?

Bau 🐾