Capitolo 10

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Passarono i giorni e mi sentii sempre meglio: J e Charlotte venivano regolarmente a casa mia per studiare o per prendermi e uscire e a scuola nessuno mi faceva pesare il fatto di essermi lasciata, a parte Samantha che cercava di baciarlo solo quando passavo davanti a loro, ma per fortuna piano piano non ci facevo più caso.
Piano piano iniziai a provare qualcosa per J, ma cercavo di non permetterlo perché era il mio migliore amico e non potevo e non volevo rovinare questa amicizia. Decisi di parlarne con Charlotte.
"Ma io non credo che J si allontani o rovini quest'amicizia solo perché tu lo vuoi, ti consiglio di aspettare e pensarci bene e, se questo sentimento aumenta, diglielo." mi rispose Charlotte e aveva ragione.
Seguii il suo consiglio ma questo sentimento aumentava sempre di più: facevo film mentali ovunque, lo sognavo sempre, volevo sempre stare con lui e stavo male quando lui non era con me, e molte altre mille cose. Ma c'era una cosa che mi fermava: riappariva sempre il ricordo di Alex e di come mi ha illusa solo per fare una botta e via e questo mi terrorizzava anche se sapevo che J non era il tipo.

Passò un mese ormai e quei sentimenti non si fermavano e, di conseguenza, avrei dovuto dirglielo. Glielo avrei detto oggi pomeriggio. Aspettai l'arrivo di J e Charlotte a casa mia, stavamo studiando e stavo per fare un cenno a Charlotte per allontanarsi così io glielo avrei potuto dire, ma prima che lo facessi J disse: "Comunque devo dirvi una cosa."
"Mi sono fidanzato con una ragazza e stasera ve la presenterò." continuò.
Mi sono sentita morire, stavo per piangere ma dissi: "Che bello! Sono felice per te!"
Anche Charlotte si congratulò ma era ovvio che stava male pure lei per me.
Finimmo di studiare verso le 18.00. "Ok ci vediamo stasera." disse J e se ne andò.
Scoppiai a piangere e Charlotte mi consolò poi aggiunse una cosa: "Devo dirti una cosa che non ti ho detto."
Già pensavo il peggio. "C-cosa."
"Da quando ti eri messa con Alex, andavo ogni giorno a casa di J per consolarlo."
Ero parecchio confusa. "Consolarlo? Per cosa?"
"Ma davvero non l'avevi capito? Lui ha una cotta per te da quando vi conoscete, piangeva ogni giorno, stava malissimo, malediva il giorno di avertelo fatto conoscere."
"Ah... ho rovinato tutto, vero?"
"Non credo, ma ora devi aspettare come lui ha fatto con te."
"Morirò."
"Almeno provaci."

Andammo a casa di J verso le 21.00, io avevo messo un vestitino nero e Charlotte un vestitino rosa cipria.
"Alison, Charlotte, vi presento Victoria, la mia ragazza." disse J soddisfatto. Era bellissima: aveva gli occhi azzurri, capelli verdi ed era bassina e indossava un vestitino bianco.
Dopo le presentazioni mi aspettavo già che appena io e lei fossimo rimaste da sole mi avrebbe detto di non parlare più con J come succede nei film, ma non è stato per niente così in quanto fossimo rimaste sole più volte durante tutta la serata. La cosa che mi lasciò sconvolta era il fatto che per ogni argomento davamo le stesse identiche risposte, era praticamente un mio clone, e questo lo notò anche Charlotte.
Dopo un po' Charlotte disse: "Devo andare in bagno, Alison vieni con me?" e mi face segno del 'veloce che ti devo parlare' e io annuii.
Arrivate in bagno lei chiuse la porta e disse: "Sono convintissima che si sia messo con lei perché parla come te."
"Perché avrebbe dovuto?"
"Alison chiama Terra. Lui non sa che ti piace."
"Hai ragione. E che dovrei fare?"
"Glielo dici."
"No Charlotte. Se poi non fosse come pensiamo? Io direi di aspettare un po' per capirci qualcosa in più."
"Si, hai pienamente ragione. Ok ora usciamo che dobbiamo indagare."

Più parlavamo con Victoria più ero convinta della teoria di Charlotte, ma dovevo aspettare.
La serata finì e J non mi parlò praticamente tutto il tempo, ma non dissi nulla al riguardo: era con la sua ragazza, è normale.
"Vi accompagno a casa?" chiese J.
Tutte e tre accettammo e lui andò a prendere la macchina. La prima fermata era quella di Victoria e la mia era l'ultima.
Quando arrivammo a casa di Victoria, lei lo baciò e stavo per morire ma non potevo farci nulla; appena lei scese, J partì e Charlotte iniziò a fare tremila domande al secondo fino ad arrivare a casa sua.
Quando Charlotte scese, passai avanti e J iniziò a parlare: "Ti passo le cuffie? Ti vedo giù."
"No, tranquillo, va tutto bene."
"Si, come no. Alison mi fermo e non ci muoviamo finché non smetti di dire bugie. Ti conosco troppo bene, lo capisco quando stai male, piuttosto dimmi che non ne vuoi parlare."
Avevo voglia di raccontargli tutto ma mi limitai a dire: "No, nulla di che. Sono triste perché questa serata fantastica è già finita."
"Che ne pensi di Victoria?"
"È... bellissima..."
Poggiò la sua mano sulla mia gamba. "L'ho scelta col carattere della mia migliore amica."
"Lol."
J tolse bruscamente la mano dalla mia gamba. "Scusa, ma se Victoria lo scopre mi uccide."
Risi. "Come dovrebbe scoprirlo?"
"Non ne ho idea ma prevenire è meglio che curare."
"Ahi ahi."
Arrivammo a casa mia, lo abbracciai ed entrai a casa e passai la notte a piangere.

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