33. 𝐋'𝐀𝐫𝐦𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐑𝐢𝐩𝐮𝐝𝐢𝐚𝐭𝐢 (Grindelwald)

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Poteva sentire l'oscurità sopra di lui. Poteva sentire il panico ribollire per la città e colmare le strade vuote, riempiendole di terrore. Poteva vedere i suoi traguardi sempre più vicini, lui che correva incontro alla sua vittoria, a ciò che aveva sognato sin da giovane. Annusava il profumo della gloria, si vedeva a capo di un mondo diverso e migliore, dominato dai maghi e non dai babbani. Tutte queste sensazioni gli donavano un piacere senza eguali.

La farfalla di Queenie Goldstein aveva parlato chiaro: avevano il campo libero. Ma prima di andare al Ministero aveva bisogno di richiamare la grande fetta della sua armata, quella che era riuscito a portare tra le sue braccia in quelle settimane. Perchè non era stato certo con le mani in mano, no, ma aveva agito aiutato dalle ombre delle notti brasiliane, racimolando seguaci su seguaci tra i maghi ribelli e ripudiati, costretti a nascondersi come topi di fogna per colpa dei non magici. Ricordava benissimo il circolo alla periferia della città, quella locanda piccola e malandata ma piena di voglia di cambiamento. Ricordava il giorno in cui era entrato e si era scontrato con tutte quelle persone, che da fuori parevano aver perso tutto, ma che dentro serbavano ancora tanta rabbia, tanto rancore, tanto desiderio di ribellione. Tre cose che aveva usato a suo vantaggio.

La locanda si poteva distinguere anche alla pallida luce della luna. Era una semplice baracca di legno alla periferia della città: alcune delle assi con cui era costruita erano storte e alcune delle viti che le tenevano assieme erano arrugginite e piegate. Non era per niente grande e vicino alla porta stava un solo cartello con una frase. Molte delle lettere erano scolorite, ma il messaggio era chiaro:

RIFUGIO DEI MAGHI RIPUDIATI

Grindelwald capì di essere nel posto giusto. Spinse la porta d'ingresso, che scricchiolò facendo un rumore orribile. Quando entrò gli servì un attimo per ambientarsi.

C'erano pressapoco quaranta, forse addirittura cinquanta persone concentrate in uno spazio di qualche metro quadrato. Ciò che le accomunava erano le loro condizioni penose: alcuni avevano barbe troppo lunghe, altri il viso consumato dagli anni, altri ancora più denti gialli che bianchi. La maggior parte erano uomini, ma si poteva distinguere anche qualche donna. C'era chi beveva birra, chi parlava a voce troppo alta, chi sfidava un compagno a braccio di ferro e chi semplicemente si perdeva a fissare le sessantaquattro case di una scacchiera magica. Vicino ad un semplice bancone erano poggiate una manciata di scope, ma erano solamente dieci o undici, poche se rapportate al numero delle persone nella locanda. Alle pareti dai colori scialbi erano attaccati poster che sembravano gridare parole di odio verso il Ministero e l'autorità magica.

Si fece strada indisturbato tra il caos e i tavolini di legno, finchè qualcuno non si accorse del suo arrivo.

«Ehi tu! Non hai l'aria di un mago ripudiato...» l'uomo che stava dietro al bancone ammiccò ai suoi vestiti. Piano piano tutta la sala spostò l'attenzione su di lui.

Calò il silenzio ma Grindelwald si limitò a scrutare uno per uno gli uomini e le donne che davanti a lui. Alcuni stavano per tirare fuori quelle che sembravano bacchette. Un uomo grassoccio e dalla pelle scura sulla quarantina si alzò in piedi, e fece qualche passo verso di lui.

«Ehi, io so chi sei...sei il tizio che ha distrutto il Père-Lachaise a Parigi...quello sui giornali».

Si alzò un mormorio di voci sorprese. Il mago oscuro fece un gesto con la mano, come a voler zittire la piccola folla.
«Modestamente è stato uno dei miei piani più riusciti» lesse i loro pensieri e continuò «Ma non sono qui per farvi del male».
«Allora perchè sei qui?» chiese una donna scura dalla vestaglia rattoppata e i capelli castani legati dietro la schiena «Ci hai visti? Siamo dei poveri maghi malridotti...di sicuro non come te».
«Non mi sono limitato a guardare il vostro aspetto fisico» rispose Gellert in tono pacato «Ho visto dentro di voi».

Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora