44. 𝐂𝐨𝐫𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐟𝐞𝐫𝐫𝐨, 𝐜𝐨𝐫𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐯𝐞𝐭𝐫𝐨 (Theseus)

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E la vita brucia,
la vita fa male.
Ma se non vai avanti
come conoscerai il finale?
- Mavi 🥀

Gli Auror del ministero brasiliano non ci misero molto ad accorrere sul posto. Ma Theseus non ne voleva sapere di tornare nel mondo esterno, non ora che tutto ciò che gli era rimasto erano le ceneri di un fuoco spento, forse per sempre.

Era sempre stata quella la parte più difficile di tutte. Ogni volta la stessa, identica storia. La vita lo prendeva alla sprovvista, costringendolo a tenere sulle spalle il fardello del dolore; lui tentava in ogni modo di resistere al suo peso, ma il tempo non lo lasciava vincere. Gli tirava uno schiaffo, poi un altro ancora, portandolo fino al punto in cui tener testa a tutto quel carico di sofferenza diveniva impossibile. Si trasformava di punto in bianco in una vittima, costretta a venire uccisa dall'immagine del proprio fratello a terra e inerme. E nel frattempo fiumi di copiose lacrime attraversavano le sue guance e cadevano, come le foglie di un albero in autunno. Tutte terminavano il loro percorso sul pavimento; quella pianura di pietra sotto i suoi piedi, fredda quasi quanto la vita intorno a lui.

Forse aveva sbagliato tutto sin dal principio. Aveva sempre preferito trincerarsi dietro una corazza perché aveva sempre avuto paura. Paura degli altri, di deludere le loro aspettative. Solidi principi e fermezza erano state le colonne portanti grazie alle quali aveva poi costruito, mattone dopo mattone, una fortezza. Fin da piccolo aveva scelto di essere qualcun altro, un bambino e un uomo nel quale tutti avrebbero potuto riconoscere un punto fermo, un protettore. Ma come poteva proteggere gli altri se non era capace neanche di proteggere se stesso dal dolore?
Era evidente, ormai. La sua corazza di ferro si stava rompendo, come se di getto si fosse trasformata in vetro.

"Com'è possibile?" si domandò. "Come può una corazza di ferro, solida e quasi impenetrabile, trasformarsi in una di vetro, così sottile e fragile?"

La risposta arrivò da sola, come un lampo nella sua mente: la vita. Il dolore. Insieme possono tutto, è un dato di fatto. Hanno la potenza di un maremoto, travolgono come un uragano. Sono in grado di sgretolare ogni frammento di cuore, ma possono anche essere la chiave di una rinascita. In fin dei conti sono le voci di una verità talvolta difficile da accettare. Siamo semplicemente umani. Fa tutto parte di noi.

Qualcuno dietro di lui lo fece riemergere dal suo lago di lacrime. Charlotte gli mise una mano sulla spalla, spronandolo a tirarsi in piedi.
«Theseus andiamo...»
Si asciugò le guance, cercando di cacciare indietro le gocce che premevano per liberarsi dai suoi occhi.

Istintivamente appoggiò l'orecchio al petto di Newt, sperando di sentire il suo cuore. La speranza lo pervase da testa a piedi: batteva ancora.
«Charlotte è vivo... Newt è ancora vivo...» il pensiero lo fece quasi sorridere e i volti di Tina, Jacob, Bunty e Charlotte sembrarono illuminarsi per qualche secondo. Nonostante ciò il senso di conforto durò ben poco. Tutti quanti si incupirono nuovamente. Theseus guardò suo fratello un'ultima volta. Cercò il suo sguardo, ma era celato dalle palpebre.
Avrebbe voluto dirgli così tante cose... gli si formò un nodo in gola.

"Mi dispiace, Newt. Mi dispiace tanto di non essere stato il fratello che avresti voluto."

Rimase in ginocchio, mentre Jacob e poi Charlotte rispondevano alla domanda di Tina.
«Che faremo adesso?»
«Sicuramente non ci gireremo i pollici.»
«Probabilmente porteranno Newt via da qui, Lallie sta parlando col ministero-»
«Aspetta cosa?» Theseus si girò verso la ragazza senza però alzarsi. «Volete farlo portare via dal ministero? No... no, non se ne parla, Charlotte.»

In lontananza vide Eulalie Hicks intenta a discutere animatamente con tre ufficiali del ministero della magia brasiliano, accorsi dopo la fine della battaglia.
«Devono curarlo... e Frank deve essere lasciato libero di trovare un luogo sicuro per riposare. Non c'è altra soluzione» fece notare Bunty, con la voce tremante. Di fianco a lei, Tina Goldstein piangeva sommessamente, accarezzando di tanto in tanto le piume dorate del Tuono Alato e studiando Newt con sguardo sofferente. Frank emise un ennesimo verso querulo.
Per la prima volta nella sua vita Theseus sentì la necessità impellente di fare qualcosa di particolarmente stupido. Si alzò cercando di ricomporsi e, senza gettare gli occhi sul corpo di suo fratello, cominciò ad avanzare verso Lallie Hicks.

Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora