Il Miglior Amico Di Sempre

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Dylan

In amore vince chi fugge. Non ho mai dato peso ai vecchi proverbi popolari, ma forse dovrei ricredermi. Io mi sono esposto, messo in gioco, denudato di ogni paura e ho perso, su tutti i fronti.

Non importa più che Scarlett senta le stesse cose che sento io, per qualche arcana ragione che non scoprirò mai ha deciso di rifiutarmi e fuggire, dopo che le ho aperto il mio cuore.

Questa è la fine, game over per me e tutte le fottute speranze alle quali mi ero aggrappato.

Mellow è corsa lungo il corridoio ed è sparita dietro l'angolo che porta all'ala est della facoltà, quella dove ci sono la maggior parte dei laboratori tecnici. Forse si aspetta che io la segua, che mi umili di nuovo per provare a farle ammettere ciò che prova, ma io non voglio più giocare a questo gioco, mi sono già reso abbastanza ridicolo.

Se lei è andata a destra, io andrò a sinistra, dalla parte opposta alla sua, il più lontano possibile da lei e dalla delusione bruciante che mi corrode lo stomaco.

"'Fanculo!" impreco tra me e me, prima di incamminarmi.

Faccio appena in tempo a fare qualche passo, che sento qualcuno sopraggiungere alle mie spalle e la mia flebile speranza si riaccende.

"Dylan, aspettami." Il ticchettio di un paio di tacchi a spillo rimbomba nel corridoio vuoto e mi fa capire che non si tratta di Mellow.

Victoria mi raggiunge e si aggrappa al mio braccio.

"Che ci fai qui, non vai alla partita?" le chiedo, anche se non mi interessa molto la risposta.

Si alza sulle punte dei piedi e mi bacia una guancia, mi sporca la pelle con quella roba appiccicosa al sapore di fragola che porta sempre sulle labbra.

"Ti stavo cercando, ti ho tenuto il posto", cinguetta eletrizzata.

Mi pulisco con la manica della felpa e riprendo a camminare, con lei al mio fianco. Non mi interessa più che l'intera scuola mi veda insieme a lei, se anche Mellow mi vedesse, ben le starebbe. Sono stanco di correre appresso a mulini al vento inafferrabili.

"Muoviamoci, tra poco inizia." È come se le avessi chiesto di sposarmi, l'espressione estasiata è la stessa.

Come una coppietta felice usciamo dalla facoltà, diretti verso la palestra esterna. Mi guardo indietro una volta soltanto, ma ovviamente non c'è nessuno e allora ricaccio in gola il senso di sconfitta e proseguo per la mia strada.

Prima di raggiungere gli spalti, incrocio Thomas. Tento di evitarlo, ma lui comincia a sbracciarsi per attirare la mia attenzione. "Cooper, aspetta!"

Mi fermo, solo perché ho voglia di prendere a pugni qualcuno e lui sembra la persona giusta per sfogarmi.

"Che vuoi?" ringhio, quando ormai ci ha raggiunto.

Tra le mani tiene un libro e la borsetta di Scarlett. "Dov'è la tua amica? Ha dimenticato queste al bar."

Dovrei fregarmene, lasciare che lui faccia il buon samaritano. Non devo più proteggere Scarlett, non è più affar mio e forse non lo è mai stato.

Però non riesco a lasciarla sola del tutto. Gli sfilo il bottino dalle dita, prima che possa opporsi. "Non so dov'è, ma glieli do io."

In My Veins In My Blood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora