Diamante Nel Buio

843 52 33
                                    

Scarlett

"Scarlett, sei splendida." Penelope mi dà una lunga occhiata e sorride, in viso un'espressione raggiante.

Rimango basita per qualche istante. Il mio stupore aumenta quando si sporge verso di me e mi sfiora la guancia con un bacio appena accennato.

"Grazie..." farfuglio, in preda alla confusione.

Dopo avermi rifilato l'ennesimo sorriso zuccheroso, si avvicina a Dylan e bacia anche lui. "Sono contenta che siate venuti."

Che le prende, come mai si comporta come se fossimo Gesù Cristo e la Madonna scesi sulla terra?

Dylan non sembra per niente scioccato dall'atteggiamento compiacente di sua madre. Pare piuttosto infastidito da tutta questa improvvisa benevolenza e io mi chiedo perché.

Si scosta veloce da lei e mi mette un braccio intorno ai fianchi. Marca il territorio? Vuole proteggermi? Da cosa? "Ti pare che mi perdevo la solita asta di beneficenza per ricconi annoiati? Io sono nato per queste serate."

È tagliente, ma qualcosa mi dice che l'asta non è il vero motivo di tanta irritazione. Quando mi ha chiesto di accompagnarlo, non posso dire fosse entusiasta di dover indossare uno smoking e dover presenziare a questa serata organizzata dalla madre, però non le ha nemmeno detto di no. Allora perché è così freddo, proprio ora che Penelope mi tratta come un essere umano degno delle sue regali attenzioni?

Qualsiasi sia il motivo, non voglio che le sue risposte secche guastino la serata. "Siamo felici di essere qui, entrambi."

Penelope ignora le frecciatine del figlio e si rivolge a me. "Ci sono dei gioielli meravigliosi all'asta, anelli con diamante, braccialetti di Cartier, collier d'oro bianco. Ce n'è per tutti i gusti. Ricorda: i diamanti sono i migliori amici di una donna."

Mi strizza l'occhio e io comincio a pensare che abbia bevuto troppo. Non è mai stata tanto gentile con me, mi tratta come se fossimo amiche da una vita.

Dylan sbuffa e scuote la testa. "Allora regalerò qualcosa a Scarlett, mamma, lo metterò sul tuo conto."

Mi aspetto che lei gli risponda per le rime, che lo rimproveri col consueto sguardo severo, ma non succede niente di tutto questo. "Vai da Klaudius, il battitore d'asta, e digli che siete con me. Ho un conto aperto e lui ha un'occhio di riguardo per la nostra famiglia, vi tratterà coi guanti bianchi."

Dylan vorrebbe controbattere, lo vedo che muore dalla voglia di farlo. Lo anticipo e congedo sua madre, con la stessa gentilezza che lei ha usato con noi da quando siamo arrivati. "Andiamo a dare un'occhiata in giro, ci vediamo più tardi."

"Vedremo di trovare il gioiello più costoso." Dylan mi prende per mano e insieme raggiungiamo uno dei tavolini posti al centro della sala.

Io devo ancora riprendermi dall'inspiegabile atteggiamento festoso di sua madre, intanto lui afferra un flut di Champagne, rubandolo al cameriere che ci passa accanto con un vassoio strabordante.

Glielo sfilo dalle dita, mi bagno le labbra con le bollicine e glielo restituisco. "Lo champagne deve essere bello forte, tua madre deve aver fatto il pieno. Non è mai stata tanto carina con me."

Lui fugge il mio sguardo, capisco che mi sta nascondendo qualcosa e che la versione addolcita della ferrea Penelope non ha niente a che fare col vino.

Gli poso una mano sul braccio, lo obbligo a guardarmi. "Che succede?"

Sospira, appoggia il bicchiere sul tavolino e finalmente trova il coraggio di guardarmi in faccia. "Prometti che non ti arrabbi?"

In My Veins In My Blood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora