Padre Charles

1K 62 19
                                    

Dylan

"No, non dopo che ho visto quegli occhi verdi alla luce del sole. Ora il belloccio è ribattezzato occhi di gatto." Per caso, passo accanto alla porta di Scarlett e mi fermo a origliare. Immagino che Tristan si riferisca a me, visto che Adam ha gli occhi azzurri, ma per quanto mi lusinghino i nomignoli che mi ha affibiato, resto in ascolto soltanto per sapere cosa pensa davvero Mellow.

"Sei sempre il solito, quando vedi un bel ragazzo, non capisci più niente!" Il tono di voce di lei è scherzoso, così confidenziale che mi ricorda il rapporto tra me e mio fratello.

"Allora ammetti che è bello." Tristan mi ha tolto le parole di bocca. Per quanto è ovvio che io non le sia indifferente, non mi dispiacrebbe sentirlo dire direttamente da lei.

"Certo, ma questo non cambia le carte in tavola. Anzi, credo che dovrò ricredermi anche sul fatto che potremmo diventare amici." Bene, ma non benissimo.

"Perché, cosa ti ha fatto quando siete rimasti soli, oggi pomeriggio? Avevi i capelli arruffati e la faccia accaldata..." Dio, Tristan, non puoi immaginare cosa avrei voluto farle quando mi ha sbattuto al muro e il suo petto si alzava e abbassava, preda dell'affanno. Ero così eccitato che non ho capito subito che le sue intenzioni erano diametralmente opposte alle mie.

"Non mi ha fatto niente, se non farmi capire che forse ho sopravvalutato la sua sincerità e la sua intelligenza quando ho deciso di venire a vivere qui." Ahia, non era esattamente questa la risposta in cui speravo.

"Tesoro, sai che adoro la tua ingenuità, sei così dolce che ti mangerei a volte, ma davvero pensavi che sarebbe stato facile e indolore, che avreste potuto comportarvi come due perfetti sconosciuti?" Esatto! Tristan mi piace sempre di più.

"Sì, lo speravo, non potevo esserne certa, ma speravo fosse così. Cazzo, Tris, tu sai quello che ho passato con Ian, quanto sia stato difficile fidarmi nuovamente del genere umano. Non voglio più recriminare su ciò che è successo al mio compleanno, è stata una follia, ma non me ne pento, in qualche modo mi ha riportato nel mondo dei vivi, mi ha ricordato che cosa vuol dire essere giovani e spensierate. Ma non ho accettato di venire a stare qui per questo, e adesso sono arrabbiata con lui."

Chi diavolo è Ian?

"Perché?"

"Perché lui pensa che io sia una ragazza facile che ha interpretato una parte e che è venuta a stare qui solo perché vuole una ripassata. Lui sta giocando con me e crede che questo sia il mio gioco, una partita ad armi pari, mentre io ero sincera quando gli chiedevo di comportarsi normalmente, come un semplice coinquilino, e credevo che anche lui lo fosse quando mi diceva che aveva compreso il punto e che avrebbe fatto il bravo. Credevo davvero che avessimo chiarito le cose."

Tecnicamente le cose non stanno proprio così, io non penso che lei stia recitando una parte; è una persona molto istintiva, ogni gesto e ogni parola è dettato unicamente da un impulso, così è stato quando è venuta a letto con me e quando è scappata la mattina dopo. Se ho insisto per farla venire qui e ho continuato a provocarla, nonostante il patto stretto di comune accordo, è solo perché i suoi no ostinati e categorici mi incuriosiscono.

Non mi è mai capitato di non essere io a condurre il gioco, né di ricevere così tanti rifiuti uno di fila all'altro. C'è chimica tra noi e la notte che abbiamo trascorso è stata perfetta, eppure lei mi resiste e sembra decisa a non avere niente a che fare con me, almeno non senza vestiti.

Forse dovrei lasciar perdere e concentrarmi su altro, ma il suo modo di fare e quel corpo stupendo e sexy, mi stuzzicano troppo. Temo che, ora che lei starà qui, le cose peggioreranno e rispettare l'impegno preso con lei sarà complicato.

In My Veins In My Blood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora