Epilogo

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Le due spade si scontrano a mezz'aria, incrociandosi e facendo resistenza una verso l'altra.

Poi fu un attimo, un battito di ciglia, una distrazione e una spada volò via della presa del più piccolo tra i due sfidanti.

- Sei ancora troppo lento e ti manca la resistenza - disse l'uomo fissando negli occhi, identici ai suoi, il ragazzino.

- Se tu mi facessi addestrare al campo sarebbe diverso -

- Il campo non è abbastanza sicuro - disse l'uomo.

- Al contrario di questa isola nel bel mezzo del nulla? - chiese il più piccolo.

- Noah...ti prego, ti scongiuro, perché torniamo sempre su questo discorso? -

- Perché ho 12 anni e vorrei passare del tempo con i miei coetanei? - disse Noah - Eddai papà! -

Il padre sbuffò, sfinito e si lasciò cadere a terra squadrando il figlio da capo a piedi.
Noah era cresciuto troppo e troppo in fretta, era alto per avere solo 12 anni e anche il suo corpo e i suoi muscoli erano definiti per quell'età. Ma l'uomo si trovò ad ammettere che era colpa sua e di sua moglie se il ragazzino era cresciuto in quel modo.
Praticamente Noah aveva imparato ad usare la spada quando aveva iniziato a camminare.

Anche se, era giovane, si stufava facilmente e non aveva pazienza e quindi, nonostante gli anni passati ad addestrarsi non riusciva a raggiungere il livello di suo padre.

Era uno spadaccino in gamba e molto abile, conosceva le arti marziali alla perfezione ma...non aveva pazienza quindi scarseggiava su alcune cose.
E solitamente i semidei non potevano permettersi molti sgarri, soprattutto visto che lui era pur senza Noah Jackson, il figlio di Annabeth Chase e Percy Jackson.

E...non era proprio una cosa che bisognava andare a dire in giro, perché suo padre non solo era il figlio dello scuotitore della terra, era stato anche il capo dei Mangiamorte (e nemmeno quella era una cosa buona) e inoltre era una delle emanazioni di Caos, o forse l'unica emanazione.

Si proprio quel Caos, quello che aveva creato il mondo e gli dei.

Noah era consapevole della sua situazione e di quella della sua famiglia ma certe volte avrebbe davvero solo voluto essere un ragazzo normale.

- Calma...tutti e due - disse una voce femminile raggiungendoli.

- Scusa mamma - disse Noah mettendo il broncio.

Lei sorrise e si inginocchiò alle spalle del marito, baciandolo.

- Com'è la situazione? - chiese.

- Al solito - disse Percy.

- Non è vero, sono migliorato - ribattè Noah.

Percy si strinse nelle spalle.

- Non riesci a battermi -

Il figlio sbuffò e lo guardò male.

Annabeth rise e mise le braccia intorno al collo del marito.

- Perché non vai a riva? - chiese la donna - Zio Jason è appena arrivato -

Noah non se lo fece ripetere e corse giù dallo scogliera per accogliere i membri della sua famiglia.

Percy, Annabeth e Noah si erano trasferiti su quell'isola quando il bambino aveva fatto sei anni.
Era un regalo che Poseidone gli aveva fatto al matrimonio.

Non era loro intenzione trasferirsi lí stabilmente, anche se c'era una villa enorme solo per loro e be' tutta l'isola, ma erano stati costretti.

Percy era diventato troppo potente e un pericolo un po' per tutti e in poco tempo era venuto fuori che Noah era in realtà figlio del Caos e non andava bene, non se non sapeva difendersi.

A Percy e Annabeth scocciava doverlo nascondere sull'isola ma sapevano per esperienza che i figli degli dei vivevano perennemente in pericolo.

- Perché hai mandato via Noah? - chiese Percy voltandosi verso la sua donna.

- Sai chi mi ha contattato? - disse la figlia di Atena - Hermione Granger, ti dice nulla -

Il figlio di Poseidone sollevò un sopracciglio stupito.

- Dopo 12 anni? - chiese Percy - Perché sento puzza di bruciato? -

Annabeth si strinse nelle spalle.

- Dimmi che non devo preoccuparmi -

- È inutile che te lo dico, lo sai! -

Percy si alzò e allungò una mano verso la moglie.

- Riassunto breve...che succede? -

- Be' i Mangiamorte che avevi fatto arrestare sono evasi e hanno rubato la Fonte - disse Annabeth - Ah e hanno preso il figlio di Draco ed Hermione...lunga storia -

- Ha lasciato il rosso? - chiese il figlio di Poseidone.

- Davvero? Hai sentito solo questo? -

Percy scosse il capo e la incitò a continuare perché sapeva che non era finita lì.

- Il Ministero chiede il tuo aiuto, Sommo semidio dai poteri primordiali - disse lei ridendo e il marito la fissò - Ti chiamano così -

- A cosa gli servo? -

- Pare che...quei pazzi stanno cercando un modo per distruggere la Fonte della magia -

Percy sbuffò e guardò la sua villa calma e sicura.

- Perché ho come la sensazione che ogni volta che abbiamo a che fare con i maghi la storia si ripete? - chiese.

Annabeth gli diede un bacio sulla guancia.

- Possiamo anche fregarcene e vivere la nostra vita - disse lei.

- E dove sarebbe il divertimento? -

                              FINE

L'erede di Salazar SerpeverdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora