Pov TancrediErano ormai tre settimane che mi trovavo a Roma, tutta la mia famiglia era preoccupata per me, non uscivo praticamente mai da camera mia, non avevo parlato con nessuno se non con mia madre, le avevo raccontato tutto.
Mi ero sentito solo con Gian in quelle settimane, gli raccontai tutto quello che successe quella notte, mi aveva dato del coglione e aveva ragione, ma nonostante tutto mi rimase accanto, seppur lontano.
Gli chiedevo in continuazione di come stesse Emanuele, mi rispondeva che piano piano si stava riprendendo ma dal suo tono della voce potevo percepire perfettamente che fosse una bugia.
Gli chiesi se avesse letto la lettera che gli lasciai ma rispose di no, sapevo che non l'avrebbe letta subito ma speravo con tutto il cuore che nei giorni successivi la leggesse, avrebbe capito tante cose.
Mi ero scusato con Giulia, mi ero comportato male con lei, l'avevo usata solo per colmare il vuoto che sentivo in quel momento e sapevo che lei ci sarebbe stata, mi ero approfittato di lei e non era giusto.
Quella era una sera come tante, mi arrivò la solita telefonata del mio migliore amico
G:"Bella Tanche, come stai oggi?"
T:"Ciao Gian, esattamente come ieri"
Lo sentii sospirare
G:"Senti, mi sono organizzato e scendo a Roma per qualche giorno"
T:"Se lo fai per me non devi, non perdere tempo per un coglione come me"
G:"Smettila di dire stronzate Tancredi, sì sei stato un coglione ma sei pur sempre mio amico, e in questo momento hai bisogno di me, anche se non lo ammetterai mai"
Sorrisi, solo perché lui non poteva vedermi, ma ero felice di sentirlo vicino a me in quel momento.
T:"Quando vieni?"
G:"Penso di riuscire a partire già dom-"
Si interruppe di colpo e a quel punto sentii una voce famigliare, era lui.
Non riuscii a capire bene cosa si stessero dicendo, sentivo solo la sua voce e giuro che mi sembrò come di aver preso una boccata d'aria fresca dopo tutto quel buio che mi portavo dentro da settimane.
Sentivo il battito accelerato, il fiato corto e gli occhi lucidi, era lui, sentire la sua voce in quel momento fu l'unica cosa che mi fece rendere conto di essere ancora vivo, perché lo giuro che in tutti quei giorni mi sentivo solo morto dentro.
G:"Scusa Tanche, eccomi"
T:"Era lui?"
Non rispose
T:"Lo so che era lui, ho riconosciuto la sua voce"
G:"Sì, era lui"
T:"Oggi come sta?"
G:"Diciamo che sta, Tanche"
Parlammo ancora per un po' della sua partenza, dopo di che lo salutai e chiusi la chiamata.
Mi stesi sul letto, e guardando il soffitto decisi di fare una cosa che sapevo benissimo non sarebbe servita a niente, ma in quel momento sentivo di doverlo fare.
Presi il telefono e aprii la chat con lui, gli ultimi messaggi risalivano a qualche giorno prima della festa, ci eravamo scambiati delle foto che avevamo fatto insieme in quei giorni a Milano.
Scrissi semplicemente quello che mi passava per la testa in quel preciso momento
Tancredi:
Mi chiedevo, tu come stai?
È un po' che non ti sento ormai, vorrei portarti al mare ma non ho più belle parole, perché il tempo ha preso tutto e ha preso anche il nostro amore.
Vorrei parlarti come prima, con la stessa intensità.
Vorrei solo rivedere i tuoi occhi un'ultima volta, quegli occhi che non sono riuscito a guardare quando quel giorno, purtroppo, ti ho spezzato il cuore.In quegli occhi io ci vivevo, lo sai?
Ti chiedo solo, quando ti va, di leggere quella lettera.
Ciao Le,
per sempre tuo, T
Rilessi quel messaggio almeno 20 volte prima di premere invio, era il primo messaggio che gli mandavo da quel giorno.
Non mi avrebbe mai risposto, ma doveva sapere che era sempre nei miei pensieri..
.. e che lo sarebbe stato ogni giorno della mia vita,
per tutta la vita.✎ ... quindi la leggiamo questa lettera o no?
.
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Racconterò di Te - Tankele
Teen FictionSeconda storia Tankele. 𝐸 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑜̀ 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑣𝑖𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑟𝑜̀ 𝑑𝑖 𝑡𝑒. ✨