Chapitre 10

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Avevo sempre più dubbi. Mamma conosceva quell'uomo? Ma chi era? E soprattutto cosa voleva da me!
Raccontai tutto alle mie amiche che rimasero scioccate.
Perfetto. Nessuno aveva la più pallida idea di chi potesse essere. E ora?
Parlare con mamma era assolutamente escluso.
Cosa fare? Decisi che avrei lasciato perdere le indagini. Se quell'uomo voleva davvero parlare con me mi avrebbe dato altri segnali sicuramente.
Andai a scuola con la mente incasinata da mille pensieri. Per fortuna quel giorno dovevo incontrarmi con Alice per le lezioni di francese. Le lezioni a scuola andarono bene, considerando che nessuno mi aveva ancora chiamato o fatto una domanda.
Le uniche materie in cui capivo qualcosa erano inglese e italiano ovviamente. Ringrazio chi ha deciso di mettere educazione fisica solo una volta a settimana.
Alice mi aspettava fuori dalla scuola. Saremmo andate a casa mia. Per la strada le raccontai cosa era successo a casa mia la sera precedente.
Anche lei pensava che la scelta migliore fosse aspettare un altro segno.
Arrivammo a casa e notai che nella cassetta c'era una lettera da parte di un certo Charles Blanc per me.
"Ali, prima della lezione posso leggere la lettera?"
"Assolutamente, potrebbe essere un segno e questo è molto più importante delle lezioni di francese."
Entrammo in casa e aprii la lettera

'Cara Vanessa
(Già leggendo l'introduzione stavo andando in iperventilazione)
prima di tutto calmati.
(Ma chi è? Una spia?)
Capisco la tua inquietudine.
Ti conosco e immagino cosa stai pensando in questo momento: pensi che io sia uno stolker o una spia francese.
Ti starai chiedendo come faccio a conoscerti. Non mi sembra giusto dirtelo in una lettera.
Se vuoi scoprirlo vieni domani al Cafè de Flore.
Charles Blanc'

Ero scioccata. E mo chi era quest'altro? Lo stesso uomo dei fiori?
MA PERCHÉ TUTTE A ME!
Sollevai il capo senza parole e diedi la lettera ad Alice.
La lesse velocemente e poi mi chiese "Cosa hai intenzione di fare?"
Ecco appunto, un'altra domanda importante. Cosa avrei dovuto fare?
Mamma non avrebbe approvato sicuramente. Beh in effetti quale persona sana di mente accetterebbe un appuntamento con uno sconosciuto. Forse lui mi conosceva, ma io no e quindi non avevo nessuna intenzione di andarci. Per una volta doveva prevalere la ragione e non la curiosità. Poteva essere un pedofilo o un rapitore o un venditore di organi o...
"Tuo padre"
"Cosa?"
"Potrebbe essere tuo padre" ripetè Alice "si chiama Charles BLANC. E tu sei Vanessa BIANCHI. So che sei una frana, ma almeno i colori in francese dovresti conoscerli, giusto?"
"Si si lì conosco, ma ero troppo confusa per pensarci. La cosa ha senso. Mamma ieri sera era sconvolta."
MIO PADRE. Non una persona qualsiasi, ma la persona che avrei sempre voluto conoscere per prendere a schiaffi.
Era un deficiente dopotutto.
Avevo avuto troppi shock in una stessa giornata quindi chiesi ad Alice di rimandare la lezione di francese.
Almeno avevamo ripetuto i colori.
BLANC.

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