Stetti in ansia: alla fine mamma era una pazza, irascibile, insopportabile e chi più ne ha più ne metta, ma non mi aveva mai nascosto niente.
Tutto ciò era davvero strano, decisi di andare in camera mia per pensarci su. Avrei dovuto chiamare le mie amiche per aggiornarle, ma non era il momento. Ero troppo confusa.
Un uomo con gli occhi verdi mi aveva mandato dei fiori. Assurdo.
Ma tutte a me devono capitare?
L'amico di mamma era gentile all'aeroporto, ma l'ho visto solo una o due volte e non aveva gli occhi verdi.
A fermare i miei pensieri fu il rumore delle chiavi nella serratura. Era arrivata mamma.
E ora? Come potevo fare a introdurre il discorso? Tipo: 'Ehi mamma sai che un uomo sconosciuto con gli occhi verdi mi ha mandato dei fiori? Sai chi può essere?'
Ok forse non era il modo più adatto per dirlo.
"Vanessaaa"
"Dimmi"
"Sono tornata"
"Me ne sono accortaaa"
Scesi le scale. Se non avessi avuto un ansia assurda, avrei sicuramente commentato la sua affermazione ovvia.
Ma non era il caso.
"Mamma ti posso chiedere una cosa?"
"Dimmi tesoro, qualcosa non va a scuola? Devo parlare con qualcuno?"
"No non ti preoccupare, a scuola tutto bene. Ma voglio sapere se conosci un uomo con gli occhi verdi basso e magro?"
Rimase scioccata per la domanda inaspettata. Dopo poco tempo si riprese dallo shock e mi disse tranquillamente "Tesoro ne avrò conosciuti tanti di uomini che corrispondono alla tua descrizione, non ricordo. Perche questa domanda?"
"Tanti? Ah ok, no perché penso che un uomo così mi abbia regalato quei fiori. Sicura di non saperne qualcosa?"
Il suo sorriso tranquillo si trasformò in una specie di sorrisetto isterico. Non sapeva più che rispondere ed era molto nervosa. Si notava, mamma non era mai stata brava a nascondere le sue emozioni o a mentire.
"Tesoro, no... non so niente... no... ok forse lo conosco ma non so perché ti ha mandato dei fiori... pensavo non... non volesse più..."
Era sul punto di una crisi isterica o una crisi d'identità. O entrambe.
Non sapevo cosa le stesse succedendo, ma per sicurezza, la tranquillizzai e la feci sedere sul divano. Non capiva più niente e balbettava parole a caso. Ma era impazzita?
Le diedi un bicchiere d'acqua per farla calmare.
Volevo farle altre domande perché ero molto confusa, ma non mi sembrava il caso. Avevo paura che se le avessi fatto un'altra domanda sarebbe scoppiata. Meglio evitare.
"Parleremo un altro giorno"
"Io non so perché vuole parlarti." disse lei un attimo prima di addormentarsi sul divano.
Era davvero stanca. La coprii ci una coperta e tornai in camera mia.
Che strana giornata!