Chapitre 11

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Non avevo nessuna intenzione di parlare con mamma, ma dovevo avere la certezza che quell'uomo fosse mio padre.
E dopo aver avuto quella certezza cosa avrei fatto? Non lo sapevo.
Sarei dovuta andare a quell'appuntamento. E dopo che avrei fatto? L'avrei schiaffeggiato come avevo sempre sognato?
Dopo un po' arrivò mamma e cenammo. Non sapevo cosa dire. Fu la cena più silenziosa della mia vita.
Andai di sopra ma non volevo più rimuginare. Avevo pensato a mio padre per troppo tempo e mi stava venendo anche mal di testa, quindi decisi di rivedere "Twilight" per la trentesima volta. Mi addormentai a metà film.
Mi svegliai senza mal di testa e di buon umore. Stranamente non pioveva ed era una bellissima giornata calda. Andai a fare colazione e notai che mamma era già al lavoro.
Andai a lavarmi e poi scelsi le robe. Non mi ricordavo ci fosse questa maglia con i girasoli nel mio armadio. Vabbè era la giornata giusta per indossarla. C'era un bellissimo sole. Indossai dei jeans e le mie vans, presi lo zaino e le chiavi. Aprii la porta e WHAT? C'era un uomo che mi fissava. E quell'uomo corrispondeva esattamente alla descrizione di mio padre.
Aveva un sorriso inquietante e mi fissava dicendo "Bonjour Vanessa". Che ansia.
A un certo punto mi abbracciò e rimasi così stupita che... mi svegliai.
Era tutto un sogno. Era tornato il mal di testa, la pioggia di Parigi e il cattivo umore. Avevo anche un ansia assurda dopo quel sonno. C'era mamma che mi guardava spaventata "Tesoro sono venuta a svegliarti. È successo qualcosa?"
"Nono mamma era solo un incubo. Non ti preoccupare"
Magari quel 'non ti preoccupare' funzionasse anche su di me.
Presi una tachipirina per il mal di testa, ma questa non risolse la confusione nella mia testa.
Ormai avevo in mente solo l'immagine fissa di mio padre che mi sorrideva.
Per distrarmi andai a scegliere le robe e ovviamente la maglia con i girasoli non c'era. Indossai una felpa rossa, dei jeans neri e le solite vans.
Appena arrivata alla porta salutai mamma, ma avevo paura di aprire.
L'immagine di quell'uomo dietro quella porta mi metteva troppa ansia.
Presi un respiro e la aprii. Ovviamente non c'era nessuno e capii che mi stavo facendo paranoie inutili solo per un sogno.
Solo per un sogno però decisi che non sarei andata all'appuntamento.

Una nuova vita a ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora