Osservai meglio la scatola di mio padre. Era davvero bella. Se non facesse già lo stolker, potrebbe confezionare bomboniere per matrimoni francesi.
Dopo aver passato almeno dieci minuti a fissarla spaesata, mi resi conto di essere ancora davanti alla porta di casa.
Quando entrai notai che mamma era già tornata quindi corsi sopra per evitare che vedesse la scatola o che facesse domande. Non avevo nessuna intenzione di aprirla davanti a lei.
"Ciao!"
"Vanessa sei tornata?"
Che razza di domanda è? Cosa dovrei risponderle 'No, Vanessa non è tornata io sono il suo fantasma.'
Per evitare polemiche optai per un semplice "Si!" e mi rifugiai nella mia camera.
Aprii la scatola e lì trovai come al solito una lettera indirizzata a me. Accanto alla lettera c'era una bellissima bambola dai capelli di lana marrone. Indossava un vestitino blu e rosa sempre di lana e le scarpine erano abbinate. Era così bella e aveva un non so che di familiare anche se non mi ricordavo di averla mai vista.
'Ma perché mi ha regalato una bambola, si è scordato che da quando l'ho visto l'ultima volta sono passati più di dieci anni?' ero confusa.
Decisi di leggere la lettera per avere più chiarimenti, però anche quella era abbastanza inutile. C'era scritto solo:Cara Vanessa,
come sicuramente avrai intuito sono tuo padre. Ti erano mancate le mie sorprese? Ti piace la bambola? Ti ricorda qualcosa?
Spero di vederti presto.
Charles Blanc.Fantastico! Io volevo delle risposte e lui mi faceva altre domande. La bambola era bellissima, ma non mi ricordava niente. Che confusione!
Avevo bisogno di spiegazioni e l'unica cosa da fare era chiedere a mamma quindi... "Mamm-"
"Dimmi tesoro" rispose aprendo la porta.
"Ma eri nascosta dietro la porta? Come hai fatto?"
"Beh, passavo di qui e ho sentito che mi stavi chiamando quindi..." rispose imbarazzata. Era sicuramente nascosta dietro la porta. La privacy in questa famiglia non è mai esistita!
"Vabbè, visto che ci sei volevo chiederti una cosa."
Solo in quel momento sembrò notare la bambola "Vuoi sapere cos'è quella bambola?"
Non sembrava sconvolta, anzi sorrideva.
"Beh si"
"Tuo padre ti regalò quella bambola quando avevi un anno. Eri molto affezionata a lei e la portavi sempre con te. La chiamavi Ella."
"Ecco perché mi sembrava familiare."
"Già. Quando siamo tornate in Italia ci siamo accorte che avevamo lasciato qui la bambola, ma non sono riuscita a recuperarla o a trovarne una simile. Ormai ti eri affezionata troppo e avresti capito che non era l'originale."
"Ero davvero intelligente!"
Scoppiammo a ridere e passammo la serata a raccontare aneddoti sulla mia infanzia. Prima di andare a dormire mi chiese "Tesoro, se te lo chiedesse vorresti incontrare tuo padre?"
"Beh, si. Nonostante la sua nazionalità francese e la sua dote innata da stolker sembra una brava persona. Voglio sapere se posso fidarmi di lui."
Mi sorrise e mi diede la buonanotte con un bacio, come i vecchi tempi. Mi addormentai stringendo tra le braccia la mia bambola, Ella.