CAPITOLO DODICI

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La vita quotidiana riprese il suo normale decorso e Lucy si svegliò di buona lena contenta più del solito di riprendere le lezioni.

Programmò la sveglia prima del tempo scaraventando suo fratello giù dal letto, ancora intontito dalla mezza sbornia di ieri sera.

"George! E sbrigati con quella doccia! Dai che faccio tardi! Vedi che alle nove hai ingegneria due....... E dattela sta mossa!"

Incurante della nudità del ragazzo, entrava ed usciva ripetutamente dal bagno, scandendo il tempo al secondo.

Il fratello fece un bel respiro richiamando a sé la pazienza di tutti gli dei per non mandarla al quel paese. Non gli diede un attimo di tregua e, costringendolo a saltare la colazione a piè pari, montarono in moto a tutta velocità.

Giunti nei pressi del liceo, Lucy accomiatò il fratello scambiando il rituale bacio sulla guancia.

"Ciao George, buona giornata!"

"Fanculo!"

"Anche a te!"

Fece per varcare il cancello della scuola ma fu attirata da uno strano fruscìo proveniente da un cespuglio.

"Ehi, tu!" il solito saluto ermetico di Kei Tsukishima, minimo sforzo massimo risultato, non tardò ad arrivare.

" Che ti venisse un colpo! Ma che cavolo ci fai là dietro?"

"Non volevo incrociare tuo fratello!" affermò convinto.

"E perché? Ormai ti conosce e non mi sembra ti abbia fatto particolari questioni."

"Le farebbe, se sapesse dove ti voglio portare!"

La ragazza rimase attonita: aveva imparato a convivere e nel tempo ad apprezzare l'onestà e la schiettezza del pallavolista biondo ma stavolta, disorientata di fronte a cotanta inaspettata sfrontatezza, cercò di tergiversare:

"Ma che dici? Oggi c'è il compito d'inglese, non possiamo assentarci!"

"Ma se ne sai più della prof.!" argomentò Tsukishima "Anche se salti questo compito la tua media non calerà; non puoi che prendere il massimo dei voti a fine quadrimestre!"

Il ragionamento di Kei era stato ben congegnato e non fece una grinza; Lucy stava quasi per desistere, ma per il prode atleta restava ancora un ultimo baluardo da abbattere:

"E come faccio domani per la giustificazione?"

"Le firmerò io per tutti e due, lascia fare a me: ora andiamo!"

Non avendo altre eccezioni da apporre, decise di seguirlo.

La campanella suonò preludendo l'inizio delle lezioni. Nella prima classe sezione quattro solo due banchi restarono vuoti. Tadashi tirò fuori il cellulare dallo zaino per messaggiare con l'amico ritardatario, ma poi si ricordò di come la sera prima lo avesse pregato di non passare da lui giorno dopo.

Tentando di completare il compito, istintivamente allungò il collo verso la finestra dove era seduto il suo best friend, continuando a domandarsi dove fossero finiti quei due.

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