CAPITOLO SETTE

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Tsukishima si presentò all'appuntamento con Tadashi alle ore 22 in punto, come concordato, non un minuto più, non un minuto meno, davanti al disco-pub già gremito di ragazzi all'apparenza poco raccomandabili. Con cadenza metodica fissava, sospirando, le lancette dell'orologio per poi ritornare a braccia conserte; un rituale dallo stesso adottato per scaricare l' ansia.

"Che diavolo sto facendo qui? Questo non è posto per me. Forse dovrei tornare a casa"

Questi erano i dubbi che lo attanagliavano, mentre rivolgeva lo sguardo corrugato verso il basso.

"Tsukkiiiiii!!!" si sentì provenire da non molto lontano.

Il biondo sussultò udendo la voce dell'amico il quale lo raggiunse in men che non si dica con una leggera corsetta.

"Scusami, Tsukki, per il ritardo, ma ........ mi ero perso!" disse Yamaguchi con voce tremante, lasciando trasparire un lieve imbarazzo.

"Non fa nulla, non so neanche se è il caso di entrare o meno."

"E' la prima volta che mi scusa per aver tardato ad un appuntamento" pensò il lentigginoso fra sé e sé "di solito è piuttosto inflessibile! Deve essere davvero turbato per aver soprasseduto questa volta."

"Ma che sei stupido? Ormai siamo qui, entriamo e divertiamoci!" sentenziò Tadashi che ormai, dopo il duro scontro al training camp estivo, aveva acquisito giorno dopo giorno maggiore sicurezza e consapevolezza nel rapportarsi con il suo best friend.

All'ingresso venne chiesto ai ragazzi il loro nome e cognome, annotati dagli organizzatori in una lunga lista in gran parte smarcata. Il locale era a numero chiuso ma fu rassicurante riscontrare che Lucy non si era affatto dimenticata di loro.

Ad entrambi venne consegnato un volantino che Tsukishima si fiondò immediatamente ad analizzare, parola per parola, come se fosse un questionario di verifica da superare. Rimase sorpreso nell'apprendere che non si trattava di un vero e proprio concerto, era più una battle fra gruppi rock locali.

"Ecco........ e ora come si chiama il gruppo di Lucy ....... che idiota, non gliel' ho chiesto!" pensò fra sé e sé.

"Tsukki, guarda, il gruppo di Lucy si esibirà verso la fine, abbiamo tutto il tempo di ambientarci."

Lo sguardo di Kei scese in fondo alla scaletta fino al numero nove: "Lucy in the sky" abbozzò un sorrisetto dei suoi "avrei dovuto immaginarlo".

Per la prima volta entrambi si ritrovarono a varcare un locale del genere tutt'altro che rassicurante: di fatto era un enorme sotterraneo fumoso, un tempo adibito a fabbrica manufatturiera. I gruppi avevano già iniziato a darsi battaglia e, alla vista di tutta quella gente accalcata sotto il palco, che gridava, cantava e saltava con bottiglie di birra in mano, tutta borchie, giubbotti di pelle, creste colorate, catene e piercing, Tsukishima sobbalzò inorridendo; venne subito bloccato da una vigorosa stretta al braccio di Yamaguchi, il quale lo incoraggiò a non indietreggiare.

"Guarda Tsukki, c'è un soppalco, raggiungiamolo, da lì ci possiamo godere tranquillamente il concerto."

Dopo tutti questi anni Tadashi sapeva bene come riconoscere le ritrosie dell'amico e da poco riusciva anche a controbatterle.

"Lucy è stata davvero premurosa, guarda! Nella busta ci sono anche dei buoni per una consumazione, che ti prendo, Tsukki, il solito? "

Il ragazzo, ancora palesemente spaesato, non rispose quindi Tadashi pensò che la solita acqua tonica con scorzetta di limone potesse andare bene. Ormai si erano susseguite un paio di band allorquando Yamaguchi fu di ritorno. Tsukishima iniziò a sorseggiare il drink e di lì a poco si sentì parecchio accaldato, al punto da doversi sfilare il cardigan di cotone color corda con motivo a trecce.

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