Partenza

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-Amanda!!!- le urla di mia madre arrivarono alle mie orecchie, sentii suonare in quello stesso momento la sveglia, allungai il braccio e la spensi, mi alzai dal letto con occhi stanchi dal sonno, come se fossi diventata cieca, strinsi gli occhi e gli aprii sbattendo le palpebre fino a farli abituare alla forte luce mattutina,-Amanda!-di nuovo lei, che rottura di coglioni,-Sto arrivando-  urlai di rimando, scesi le scale in pigiama, e le mie adorate pantofole con il pupazzetto, le amo da quando ero piccola, -Sbrigati che fai tardi a scuola!- Mi avvertì dalle scale, scesi con calma, odio andare di fretta, se avessi ritardato sa che entro alla seconda ora, anche perché questo per me è l'ultimo giorno di scuola, trovandoci ancora a novembre.

Feci colazione, mentre guardavo mia madre correre di fretta per tutta la casa, vabbe prorpio tutta no, uscì di casa e rimasi sola nella cucina, vidi l'orologio segnare le 7:40, tranquillamente mi alzai dalla sedia e tornai in camera, tirai dall'armadio una felpa larga grigia con la scritta Carlsberg bianca, un paio di jeans e le mie adorate Adidas. Presi lo zaino, mi legai i capelli in una cipolla fatta a cazzo e mi diressi verso scuola.

-Amanda oggi, dato che è il tuo ultimo giorno passiamo tutta la giornata insieme?- Mi domandò Elisha, -Va bene ma la passi da me ok?- dissi abbracciandola forte, mi mancherà molto, io e lei ci conosciamo dagli anni dell'asilo e ci siamo promesse che nessuno ci avrebbe separato, ma dopo la morte di mio padre, mia madre ha deciso di trasferirsi e portarmi con sé a Londra, non solo perché ha cambiato lavoro ma per lasciare questa casa che sa ancora di lui, mia madre dopo la sua morte è stata veramante male che non riuscì, come non riuscii io, a entrare nella sua stanza, piena di quadri, ritratti, paesaggi, si mio padre è un artista, anzi era.

La giornata passò lentamente soprattutto a scuola, è la prima volta che penso di non voler mai abbandonare queste mure, beh lì dentro ci sono i miei ricordi più belli altri più brutti, come le cazzate che feci con Elisha, la prima volta che mi presi una cotta del ragazzo di quinto quando scoprii che era fidanzato, beh avevo 14 anni, avevo appena iniziato il liceo e non ne sapevo niente del vero significato della parola amore. In effetti nessuno sa cosa è veramente, molti dicono che per sapere più facilmente cos'è l'amore devi rischiare,devi cadere nelle sue trappole, fatte di illusioni,delusioni, gelosie, parole sdolcinate, baci dati a cazzo, ma soprattutto essere amati dalla persona che proviamo amore, conforto. Altri dicono che anche l'odio fa parte dell'amore, in effetti è vero, secondo Empedocle l'Amore e l'Odio Non sono che la separazione e l'aggregazione delle cose.

L'ultima campanella suonò e subito mi trovai a casa insieme a Elisha, -Che mangiamo?- disse appoggiando i gomiti sul tavolo, -Uhm..hamburger- chiesi, annuì e subito le iniziai a cucinarle, in cucina me la cavo eccome, sono brava e persino l'anno scorso ho preparato la cena prima dell'arrivo di mia madre. Un volta che sono pronte le accompagnammo con dell'insalata, dopodiché andammo in camera a parlare del più e del meno, -Allora, poi come è andata a finire con Zac?- domandai, Zac è il ragazzo di Elisha e in questi mesi non hanno fatto che litigare, ecco cosa c'è nell'amore: la litigata, a volte aumenta il rapporto altre volte lo spezza, -Beh devo dire che si è scusato- disse sorridendo come un' ebete, -Sii che bello- sono sempre stata contenta per Elisha, e devo dire che Zac nonostante è un ragazzo complicato, è uno di cui ti puoi fidare.

Subito arrivarono le 20:00 e mia madre rientra dal lavoro, -Amanda...sono tornata- urlò, -Mamma, non c'è bisogno di urlare- dissi dal salotto, -Oh pensavo che stavi nella tua Camera- in effetti io sono sempre chiusa in camera, ma questa volta volevo guardare un Po di tv. -Hai preparato la cena?- disse mia madre, -No, ma ho ordinato il sushi- il sushi è il cibo preferito di mia madre, va matta per quelli, -Oh grazie- prese il piatto e si mise comoda sul divano, guardammo la tv mangiando il sushi, poi tornai in camera, feci la valigia, dato che domani si parte, misi il cambio sulla sedia, e mi buttai a peso morto sotto le coperte.

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È arrivata l'ora di andarmene, di lasciare i mille ricordi in questa casa, e spero di poterci tornare, tanto mia madre ha detto che non la venderà dato che lei si occupa delle vendite mobiliari, -Beh io vado- salutai i miei adorati vicini, sono come una seconda famiglia per me, da piccola ero stata una peste perché calpestavo sempre le aiuole d'edere del mio vicino, oddio che ricordi. Salii in macchina insieme a mia madre, trovai un paio di occhiali e li indossai, -Come mi stanno?- chiesi voltandomi verso di lei sorridente, -Bellissima tesoro- ricambiò il sorriso, poi fece partire il motore e iniziammo a dirigerci verso l'aereoporto.

You and I #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora