Capitolo 21: Il processo

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Oggi era il grande giorno.
Oggi ci sarebbe stato il processo di Ciro. L'avvocato dice che la situazione è molto brutta ed a meno che non ci sia un testimone dell'ultimo minuto non si prospetta niente di buono.
Mi alzo controvoglia e vado a farmi una doccia, stando più tempo possibile sotto l'acqua calda. Ormai siamo a novembre ed inizia a fare freddo anche qua.
Mi asciugo i capelli e successivamente mi vesto con una tuta ed una maglia a maniche lunghe stressa, non mi trucco perché tanto non cambio molto e mi metto il mio profumo preferito, il suo.
Scendo al piano di sotto e vedo tutti i ragazzi riuniti, in silenzio. Le ragazze? Beh, le abbiamo perse. Ho provato a parlarci, a riportarle a casa, ma come potete constatare voi, con scarsi risultati. Mi hanno incolpata di essere una bambina viziata e menefreghista, ma loro non capiscono quanto Ciro sia importante per me e non possono capire quanto il suo arresto mi abbia devastata.
Vado a sedermi di fianco a mio fratello, prendendogli la mano e provando a rassicurarlo.
Io:"Andrà bene, lo so. Ciro uscirà da lì e tornerà qua, me lo ha promesso. Deve essere così." Dico cercando di convincere anche me stessa.
Ma la verita è che non lo so. Non so se uscirà, non so se vivremo la nostra storia felici e contenti, non so niente. So solo che ho paura, ho paura di stare senza di lui per un tempo che non è calcolabile. Mi ha promesso tante cose belle e spero che riesca a mantenerle. Lui ha una guerra dentro che è iniziata da prima che arrivassi io, non so se riuscirò a salvarlo, ma se non dovessi nemmeno provarci perderei anche me stessa.
Il processo è alle 15, quindi dobbiamo muoverci a pranzare e andarcene.
Prepariamo da mangiare tutti insieme ma senza parlare e questa situazione mi distrugge. Edoardo e Carmine vogliono indietro loro fratello e Filippo, Totò e Cardio il loro amico. Dal canto mio, io provo ad essere forte per tutti, ma ogni tanto anche io ho bisogno di crollare, anche io ho bisogno di essere sostenuta, di essere abbracciata e di sentirmi dire che andrà tutto bene.
E.C:"Azz, dobbiamo andare." Mi dice Edo passandomi il giubbotto. Annuisco e lo indosso.
Saliamo tutti in macchina di Carmine, tranne Totò e Gianni che vanno in moto, e ci dirigiamo verso il tribunale.
Arriviamo e lo vedo. È ammanettato, con di fianco una guardia che lo sorveglia. Appena mi vede mi sorride, è sempre bellissimo.
Ci avviciniamo a lui, dopo aver chiesto il permesso alla guardia e gli accarezzo il viso.
C.R:"Sei venuta." Mi dice felice.
Io:"Non sarei mai potuta mancare." Gli dico baciandolo.
Gli altri ragazzi lo abbracciano e vedo che a lui vengono gli occhi lucidi.
C.R:"Qualunque cosa accada là dentro, ricordati che ti amo." Mi dice, per poi essere portato dentro da una guardia.
Io rimango lì, con le lacrime agli occhi, chiedendomi come sia possibile che sia arrivata a questo punto nella mia vita. Ciro è tutto ciò da cui mi sono sempre promessa di stare lontana, ma è maledettamente impossibile farlo.

Pov's Ciro
Sono un fottuto pezzo di merda. Mi faccio schifo da solo. Oggi il processo andrà bene per me, per il semplice fatto che ho barattato la mia relazione con Azzurra con la libertà.
Il testimone che mi salverà si chiama Giuseppe Savastano, parente dei Valletta. Inoltre, ora che Pietro è morto e mio padre è in carcere, dovrò prendere io le redini della famiglia, senza dire niente ai miei amici.
Si, mi faccio schifo, ma era l'unico modo per permettere a lei di rifarsi una vita, magari lontano da Napoli e da tutto lo schifo che si porta dietro.
Ecco, è arrivato il giudice.
Giu:"Seduti. Ciro Ricci, leggi il giuramento."
Io:"Mi impegno a dire tutta la verità ed a non nascondere niente di quanto è a mia conoscenza." Leggo, con la voce che trema.
Giu:"Bene. Raccontami cos'è successo la notte del 21 ottobre 2020."
Io:"In quei giorni ero tornato a casa mia. Ogni giorno litigavo con mio fratello ma quel giorno la litigata ha preso una piega diversa. Pietro ha iniziato a urlarmi contro, tentava di picchiarmi, ma senza successo. Io schivavo i colpi, ma poi me n'è arrivato uno, allora l'ho spinto e lui ha sbattuto la testa contro il muro." Dico, cercando di scacciare quelle immagini orribili dalla mia testa.
Avv:"Lei sostiene che sia un incidente, ma c'è un esame che verifica che lei era sotto effetto di alcool, di conseguenza la sua dichiarazione non è valida." Dice l'avvocato di mio fratello.
Giu:"Obiezione raccolta. A meno che non arrivi un testimone in extremis, io devo dichiararla colpevole signor Ricci." Dice il giudice, quasi dispiaciuto.
Dove cazzo è Giuseppe?
Quando ormai ho perso le speranze, ed il giudice sta per pronunciare la sentenza, ecco che la porta si spalanca, ma non è Giuseppe ad entrare...

Il migliore amico di mio fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora