“Quindi è questo che pensi?” chiese Droca scioccata.
Mi misi a ridere. Quanto era scema e bellissima al tempo stesso la mia Droca.
“Non mi rispondi? Quindi è vero?!”
“No, ma adesso entriamo al testa di porca, my love. Dobbiamo parlare con Abelarda dalla fregna larga.”
Abelarda era la proprietaria del rinomato pub di Ogsmeid. Faceva cagare al cazzo come pub ma solo pochi eletti avevano accesso al club a luci rosse nel sotterraneo. Da testa di porca a bella fragna at night era un attimo.
Entrammo nel pub puzzolente di merda di pecora e mi sentì quasi a casa. Come mi aspettavo, era deserto a quell’ora. Poi una tizia spuntò da dietro il balcone e vedendomi iniziò ad urlare.
“Noooooo, tu no. Nooooo” si mise a correre contro la finestra e si buttò giù fracassandola in mille pezzi.
“Che cazzo hai fatto? Le hai dato la pasticca sbagliata, amo?”
“Ah, boh. Pure se fosse, sarebbe un problema più suo che mio”
“Voglio la stessa cosa. Anzi, la pretendo perché sono la tua ragazza!”
“Non so che hai fumato ma pensavo che scopassimo ebbasta. Sono la tua putana russssa”
“Poterova, che cazzo vuoi da me?”
A parlare era stata una vecchiaccia mezza nuda coi capelli argentati pieni di brillantini e glitter. Era alata e magra e per un attimo pensai che fosse Silenziosa.
“Lo sai che cazzo voglio Abelarda”
“Ho tutti i cazzi che vuoi, basta che vieni giù”
Così, aprì la porta dietro il balcone che dava su delle vecchie scale cigolanti, vecchie quanto oguorts probabilmente. Se muoio, lascio il mio impero narcotraffico a… nessuno. So tutti troppo stupidi per guidarlo. Scesi giù seguendo Abelarda con Droca dietro. Una volta giù, ci ritrovammo in magazzino puzzolente ma pieno di barili di burrobirra, di whisky incendiario e altra roba. Aberlarda ci sorpassò e aprì la porta alle mie spalle, facendo sbattere le palle appese sulla porta. Mi chiesi che cazzo ci facessero dei coglioni su una porta ma preferì non chiederglielo. Avevo imparato a non farmi più domande con Abelarda."Allora, ti ripeto la domanda, che cazzo vuoi Poterova?" chiese Ab mentre andava dietro al bancone a prendere 3 bicchieri per poi versare del te alle palle.
"Seriamente? È questo quello che offri alla tua clientela? Il te alle palle?" domandò Droca "Anzi, sai cosa? Fanculo Poterova me ne vado"
"Vabbe, ci vediamo stanotte alla Torre di Astronomia"
"No, non vai da nessuna parte o lo metterò in culo a tuo padre" dicendo ciò, puntò una spada al collo di Droca.
"Ao, semmai sarà il contrario e leva st'ammasso di ferraglia dal mio collo lurida bestia" con un gesto della mano spostò la spada e andò a sedersi sul bordo del palco.
"Voglio entrare in affari con te Abelarda"
"Che cazzo hai tu che può servirmi?"
"Posso ricavarmi tutto ma voglio che tu la venda qui, possiamo fare le cose ma in grande"
"Non voglio manco un goccio della tua pessima vodka" sbraitò "Lei non vuole che si venda quella robaccia qui"
"Oh ma Lei può agitarsi quanto vuole ma ogsmeid è mia e lo sa bene. Madama Rosmerta oggi si è presa una decina di barili di vodka perché sa chi comanda qui" dissi sicura di me, mentre vedevo Droca cercare di ballare su un palo. Anche Aberlarda l'aveva vista e sembrava indecisa sull'andare a mostrarle come si faceva o lasciarla lì, nell'attesa di vederla cadere di faccia. Sarebbe stato estremamente divertente in effetti.
“Voglio far divertire i miei clienti, non farli mbriacare”
“Allora, vendi la mia vodka, fatta con cuore e amore. Divertimento assicurato al 100% made in Russia”
“Fanculo a te e ai tuoi sentimentalismi russi, Poterova. Voglio il 50% e anche un tuo spogliarello. Ho sentito dire che li fai da paura”
“Sì, muoiono tutti di paura.”
Intanto Droca, non so di cosa si era fatta ma ballava tristemente sui tavoli. Povera cucciola. Vorrà dire che me la sbatterò prima di stasera per tirarle su l’umore. E magari anche stanotte.
“Torniamo ai nostri montoni, coliona” dissi, vedendo la Bernarda stanca, sul punto di cedere “Ti darò qualche robetta, drogata di merda, ma solo quando venderai più vodka di Rosmerta”
“Va bene, va bene accetto, ma solo per amore di una sniffata.”
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Dalla Russia con furore
HumorQuesta storia non ha senso. Allora perché scriverla? A me, personalmente, rincoglionisce scrivere a cazzo di cane e soprattutto, fare errori consapevolmente mi vien difficile. Quindi perché sorbirmi tutto questo? Perché riuscire a farla ridere è la...