Capitolo VIII

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Quando uscii dall'ufficio, ripresi a bere dalla bottilia di vodka. Non smetterei mai di bere per nessuna ragione al mondo. Da zdravstvuyet vodka!!!
Con la coda dell'occhio intravidi dietro l'angolo un ciuffo biondo spiarmi ma feci finta di niente. Non avevo voglia di incrociare lo sguardo con nessuno, solo bere e fumare e sì, magari pure dormire in pace. Per cui, non mi voltai ma sentii comunque due occhi bucarmi le spalle.
Salita per la torre di grifongiorgio e buttata nel letto (ovviamente dopo aver posato bottilia sul comodino o la facevo volare in aria; NON SI SPRECA L'ALKOGOL COLIONE), comunque ho dormito poco perché la conversazione con Silenziosa, avvenuta poco fa, mi tornava in mente e forse un pochino più esagerata.
Oppure no.

"Sei proprio un dito al culo come tuo padre, Poterova" farfugliò McCazzipalli. Ma sentilo. Come se lui non lo fosse altrettanto.
Cammina velocemente sto colione cagacazzi. Gira là, gira qua, sale giù e sale su. Insomma, era già qualcosa se capivo che salivamo sempre più. Io ero oubriachissima ed era tanto se tenevo il paso di quel colione. Ah sì, magari cade e si spacca un che so, un osso qualsiasi, tanto non fa diferenza.
A quanto pare l'uficio di Silenziosa era nella torre più alta di oguorts, managgia a lei che mi fa fare tute quele scale.
Ci fermiamo davanti ad una statua con due gargoyle molto beli devo dire.
"Ditini allegri" esclama McGallipalli con tutta la voglia di vivere che aveva in corpo.
I due gargoyle si sono mossi, credo. Sto colione mi sospinge sulle scale che stavano uscendo dietro la statua.
Hai capito il furbone cosa fa per non salire altre scale. Mi apre la porta -gentlemen, pff - ma una volta che mi ha fato entrare, richiude e se va.
L'uficio di Silenziosa era grande e circolare. Mi ricordava quello di mio zio Putin. Sulle pareti erano appesi i quadri delle vecchie presidi di oguorts. Erano pieno di oggetti bizari, cosi tanti che la maggior parte non sapevo manco cos'erano. Mi avvicino alla scrivania e trovo un capelo moscio nero e un dildo. Interessante.
Il capelo si raddriza verso di me. Io non capire se mi guarda. Non ha occhi oh. F
"AHHHHHHHHHHH!" strilla lo strapo del capelo, facendomi infartare, kurva cyka blyat.
"Errina Poterova, anche tu sei passata qui come prima quei colioni dei tuoi genitori"
"E sono colioni anche adeso rimasti in siberia a morire di fredo"
"Non avevo dubbi, forse tu hai questa possibilità di non fare la loro stessa brutta fine, anche se dubito"
"Grazie per la fiducia"
"Fiducia o meno è tutto da vedere"
A parlare era stata una donna in cima alle scale. Scese con grazia e disgrazia quei pochi gradini, fino a trovarsi di fronte a me dietro la scrivania. Era molto alta e aveva i capelli argentei, che insieme alle 3748 rughe sul viso mi suggerivano che avesse 150 anni o giù di lì. Con il trattamento speciale viso e corpo poteva mostrare molti anni in meno, come Putin che sembra sempre ciovane.
Abrina Silenziosa indossava un lungo abito viola decorato con tante stelline fluo e un mantello porpora che strusciava per terra. Portava un paio di occhiali a mezzaluna, dietro i quali si vedevano due occhi azzurri luminosi e il naso era ricurvo e molto lungo, come se glielo avessero rotto più di una volta in una rissa da bar. Ancora non sapevo quanto ci ero andata vicino riguardo il suo naso.
"Beh, che hai da guardare il mio nasone? Se proprio vuoi saperlo, me lo sono rotto due volte e una di queste è stato in uno strip club" rise di se e cercai di non ridere immaginandomi come potesse esserselo rotto. Intanto, con non chalance, prendeva il dildo e lo riponeva nel cassetto. Ma io occhio di falco. E altro occhio foderato di prosciutto, ma vabe.
"Ma non importa adesso, come procedono i tuoi affari, Poterova?" sorrise ambiguamente e si sedette. Non mi sembrava una persona facile da perculare come Ronina.
"Vanno benissimo, professoresa." risposi sicura, dopotutto lei vedeva e sentiva tutto a oguorts e dintorni.
"Bene Errina, questo volevo sapere. È davvero interessante perché qua a oguorts siamo in 2 a credere a questa storia, insieme alla signorina Malfoy. Perciò, vorrà dire, che naturalmente lo sa tutta orguorts." con un colpo di bacchetta fece levitare il capelo e posarlo su uno scaffale.
"A me personalmente non frega un cazzo, anzi mi interessa, ma ora che il consiglio della scuola mi sta appresso, e quindi il padre della signorina Malfoy caga i coglioni a tutti quanti, farà un'ispezione a breve per verificare lui stesso le parole della filia. Quindi, preferirei che agissi senza dare troppo nell'occhio" mi fece un occhiolino piuttosto ambiguo.
"Quindi, per farla breve, se viene qui sto signor Malfoy lo fa per mettercelo al culo?"
"Togli il se perché viene e preferirei che non usassi questo linguaggio con me, ma dopotutto te lo avrà insegnato quel porco di Potteroff(Potteron)."
"Certamente, professoressa." risposi sapendo che prima o poi mi avrebbe chiesto di trovarle qualcuno.
"Adesso vattene che ho da fare con il professor McGonagall. Eh ah, chiedi a Ronina di farti conoscere le sue sorelle gemelle. Così puoi andare a Ogsmeid e continuare la tua attività mentre Malfoy sarà qui a ispezionare minuziosamente il sotterraneo di Serpentina." annui e me ne andai.
Mi era andata bene dopotuto. Anche se ora mi ora chiedevo cosa aveva da fare di così urgente con McGallipalli... Aaah, sì.

Dalla Russia con furoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora