Capitolo XIII

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Mi incamminai nella foresta proibita. Almeno lì ero certa che nesuno avrebbe provato a seguirmi o a fracassami i colioni.
"Insomma, avevi fretta nel vedermi ma poi sei arrivata comunque in ritardo, putana russssa" sbuca una testolina bionda e tutto il suo bellissimo balconcino da dietro un albero.
"Là, Gena, Geona Wislei, la gemellina, voleva una bustina di robbba e le ho dato la mia che avevo in tasca. Che dovevo fa? Ho una reputazione da mantenere Droca"
"Con mio padre in giro? Lo sai che ti sta cercando" sbroccò B.B.B.B. ma si avvicinò a me, probabilmente si aspettava qualcos'altro per averla chiamata qui. Per quanto lo volessi, dovetti mettere prima i miei affari dei miei desideri. Per cui feci un passo indietro.
"Appunto, era melio che la prendesse lei finché non si leva dai colioni"
"Vabbe, ma che hai intenzione di fare adesso?"
"Niente, che dovrei fare?"
"Intendo, chiuderai questa storia con mio padre nei paraggi? Lo so anche io che vuole usare questa storia per prendersi oguorts."
"Lo sai che non posso, mi sta finendo la vodka e non c'ho sbatti a scendere giù a ogsmeid per prenderla" sospirò prima di offrirsi volontaria per rifornire la mia dipedenza da alcolici.
"No, non posso permettertelo. Per avere più vodka, ho bisogno di più soldi. Dove posso prendere questi soldi? Aumento la vendita di droche."
Sentimmo un ramoscello spezzarsi e ci guardammo subito intorno. A quanto pare qualcuno ci aveva seguite però. Ecchecazzo.
"Principessina è la mia attività e la abbandono a una di quelle di un anno più avanti. E non ridere mai, un giorno riuscirò ad avere il tempo per trovare una soluzione al problema che ho avuto da poco che non ho avuto modo da non poter ricevere un feedback negativo su quanto riportato nella mia precedente recensione. Mi sono accorta di aver sbagliato destinatario e di aver sbagliato a inserire i miei dati di cui sopra di cui sopra di una di quelle relative alla ditta individuale e a percepire il suo bel lavoro da fare per il fatto di essere da una persona di mio padre che non ha lo stesso freddo di ieri sera. Un po' come un caffè di mare che non si sa mai di che cosa sta parlando con il trattamento dei miei affari"
Sì.
Lo sguardo di Droca mi diede la conferma che mi serviva. Era confusa e bastava per depistare chiunque ci stesse ascoltando. La salutai e la lasciai lì, col tempo di urlarmi un "Che cazzo vuol dire?! E che cazzo di problemi hai?!"
Benissimo, tanti e sarebbe corretto lasciarti fuori, ma ormai ci stai dentro, ma cherie.



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