Capitolo 1

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"Tress!!" urlò mia madre.
Aprii gli occhi. Erano già le sette. "Arrivo!!" risposi alzandomi e rifacendo il letto. Poi mi lavai il viso e andai in cucina. "Non sei contenta? Abiteremo in una casa più grande a Seattle" mi disse mia madre accarezzandomi i capelli. "Ma a me piace questa!" protestai. "Lo so tesoro...".
Non mi piaceva l'idea di trasferirmi. Mi piaceva questa casa. Inoltre ero sempre stata molto timida e faticavo a fare amicizia.
"Ora finisci di fare colazione e porta giù le valige" mi disse mio padre. Era serio, freddo e duro con me, come al solito. Io annuii soltanto, tuffando qualche biscotto nel caffelatte. Finita la colazione tornai in camera mia e indossai un paio di jeans stretti e un maglione bianco. Poi indossai un paio di converse bianche e portai le valige in cucina. Mio padre le prese senza degnarmi e la mise in baule.
"In carrozza!" esclamò mia madre. Io le sorrisi e salii in auto. Il viaggio durò più di due ore, che io passai immersa nella voce del mio cantante preferito.
Una volta giunti a Seattle viaggiammo ancora un quarto d'ora, poi l'auto girò a destra ed entrammo in un cortile. La casa era quasi il doppio di quella vecchia, con le mura bianche. Era circindata da un cortile e dietro si vedevano le tracce di un enorme giardino. Scesi dall'auto e respirai a pieni polmoni.
"Allora, ti piace?" mi chiese mia madre. "Si...non è male" risposi. Dentro era tutto vuoto. Non vedevo l'ora di arredare la mia stanza.
"Ti abbiamo già iscritta a scuola... domani sarà il tuo primo giorno! Sei contenta?" mi chiese sempre mia madre.
No.
"Sì..." mentii. Il resto della giornata lo passammo in giro per Seattle a visitare un po' la città. Arrivata la sera ci fermammo a dormire in un Hotel, visto che a casa non c'era ancora niente. Mi infilai il pigiama e, una volta nel letto, tentai di leggere un po' ma ero troppo stanca. Posai il libro sul comodino e mi addormentai.

*****

Il mattino seguente mi svegliai alle sette e mi vestii con la roba del giorno precedente. Poi misi in cartella un bloc notes e un portapenne. I miei mi portarono a fare colazione e poi mi posarono a scuola. "Tesoro, fatti valere ok?" mi disse mia madre. "Ok..." risposi.
Entrai a scuola e mi diressi subito in segreteria. "Salve, sapete dirmi dov'è l'aula di letteratura?" chiesi cortesemente guardando l'orario delle lezioni che mi aveva dato mia madre. "In fondo al corridoio, sulla sinistra" rispose la segretaria senza degnarmi di uno sguardo. "Grazie infinite!". " Prego". Posai i libri nel mio armadietto rosso e corsi lungo il corridoio per raggiungere la mia aula, ma mi scontrai con qualcuno. Cademmo a terra entrambi. "Oh cavolo! Scusami..." farfugliai. "Tranquilla... sto bene" rispose una voce maschile. Davanti a me c'era un ragazzo biondo con due meravigliosi occhi azzurri. Mi tese la mano e mi aiutò ad alzarmi. "Piacere, io sono Niall" mi disse. "E io sono Tress" risposi. "Ora se non ti spiace dovrei andare... Ci vediamo in giro"
Mi salutò con la mano ed entrò nell'aula opposta a quella di letteratura.

Quei due meravigliosi occhi azzurri come il mare avevano finalmente placato la tempesta che si leggeva nei miei.

La campanella suonò e mi riscosse dai miei pensieri, riportandomi alla realtà.
La giornata passò velocissima. Quando l'ultima campanella suonò io tirai un sospiro di sollievo: era stata una giornata intensa. Presi lo zaino, me lo misi sulle spalle e uscii.
"Tress!!" qualcuno mi chiamò. Un ragazzo con i capelli neri mi prese per il polso e mi sbattè contro il muro. Io gemetti di dolore. Come faceva a sapere il mio nome? "Sei nuova, vero? Mi piacciono quelle nuove" rise. Cercai di liberarmi ma lui era troppo forte per me. Mi tirò un pugno nello stomaco e caddi a terra. "Lasciami!" urlai. "Umh...Fammici pensare... no" rispose. Un altro pugno nello stomaco. Le lacrime cominciarono a uscire e a bagnarmi il viso, nonostante tentassi di trattenerle. "Oh... ora piangi?" rise.
"Ken!" una voce familiare chiamò il ragazzo che mi stava picchiando. Mi sporsi per vedere chi era e vidi il biondo che veniva verso di me. Ken? Quel nome risvegliava un ricordo in me, ma non riuscivo a capire cosa fosse. In un attimo le palpebre divennero pesanti e poi arrivò il buio.

You and I || Niall Horan ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora