Capitolo 14

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Il sole illumina la mia stanza. I suoi capelli color caramello cadono ordinati sul cuscino. Quanto è bella mentre dorme. Si sveglia e socchiude gli occhi, guardandomi.
"Mi stavi fissando?"
"Ti stavo ammirando"

Mi sveglio di colpo. Era un altro fottuto sogno!
Mi metto a sedere e penso a ieri sera. Sì, ho fatto bene. Non doveva azzardarsi a parlare di Lily così.
Tyler è andato a dormire nella camera degli ospiti perché aveva paura che nella notte tirassi un pugno anche a lui.
Mi alzo per svegliarlo.
Apro la porta e vedo Jenna e Tyler nello stesso letto matrimoniale, il mio migliore amico è senza maglia e mia sorella dipinge con le dita forme irregolari lungo la sua gola.
-Ma che caz...-
-Dustin!-
Chiudo la porta e mi addosso su di essa. Scuoto la testa.
Cosa ho appena visto?!

Scendo in velocità cercando di capire cosa stia succedendo.
Dopo poco scendono anche loro, imbarazzati e grazie al cielo vestiti.
-Dustin- mi chiamano. Alzo lo sguardo.
-Da quanto tempo va avanti, questo- faccio un cerchio nell'aria con la mano rivolto a Jenna.
Si guardano e poi guardano me:- Da più o meno due settimane- risponde.
Alzo le sopracciglia stupito:- E non mi hai detto niente?!-
-Aspettavamo il momento giusto- si giustifica Tyler.
Sposto lo sguardo in modo minaccioso:- Non mi pare di aver chiesto un tuo intervento- sibilo. Non aveva il diritto di toccare mia sorella.
Scuoto la testa e alzo le mani con i palmi rivolti verso di loro.
-Dustin- mi chiama nuovamente Tyler- io ci tengo a Jenna, devi saperlo-
Stringo i pugni.
Mia sorella nota le mie intenzioni perciò prende la parola:- E... e io volevo stare con lui, non mi ha costretta a fare nulla...- continua a parlare ma io non la ascolto. È bastato un gesto di Tyler a farmi andare in bestia.
-Taci- ordino a mia sorella continuando a fissare colui a cui affidavo piena fiducia.
-E tu- continuo in tono deciso dopo aver fatto un passo in avanti- prova ancora a guardarle il culo e ti spacco la testa. Hai capito?- alzo la voce e lo guardo negli occhi. Silenzio. Siamo a distanza di un destro sul naso.

-Dustin, ti prego- Jenna mi afferra per un braccio, ma non riesce a spostarmi.
-No. Lo capisci che lei- indico Jenna con l'indice- ha quattordici anni, vero? E che tu ne hai compiuti diciotto l'altro giorno?- abbassa lo sguardo, capendo il suo irreparabile errore.
Ma poi la fissa nuovamente, come a sfidarmi, io non lo riconosco più: lui non è così bastardo ma non mi lascia altra scelta.
-Allora non hai capito- dico prima di sferrargli un destro sul naso. Indietreggia portandosi le mani sul punto colpito. Una riga di sangue percorre la sua guancia. Sciolgo la mano dal pugno saldo. Si avvicina a passo deciso ma, con i riflessi rallentati dal colpo, non riesce a reagire quando lo prendo per il colletto della maglia.
-Basta, smettila!- grida Jenna con le lacrime agli occhi. La allottano con l'altra mano.
-Non ti denuncio per pedofilia solo perché sei tu- sputo quelle parole colme di rabbia. Annuisce sottomesso, così mollo la presa dalla sua maglia.

Quando Tyler se ne va prendo Jenna per un braccio e la trascino con me in disparte. Questa cosa verrà alla luce prima o poi, ma prima devo capirla bene...
-Da quanto va avanti questa cosa?- gesticolo come qualche minuto prima.
Apre la bocca imbarazzata per rispondere, ma la interrompo:- Lo so che non sono "più o meno due settimane"- cito facendo il gesto delle virgolette.
-Hai ragione...- lo sapevo- sono due mesi, non due settimane-
Sono ancora più shoccato.
-Perché non mi avete detto niente?- mi ripeto.
-Eri molto scosso da...da...-
-Puoi dire "dalla morte di Lily"- storco il naso.
-Dall'incidente- sceglie altre parole e per questo la ringrazio. Finché ne parlo io sono tranquillo, ma se iniziano a parlarne gli altri mi altero. Non so il perché.
Riprende:- Non volevamo aggiungere altri cambiamenti e quindi aspettavamo il momento giusto per dirtelo-
Annuisco.
-Ma perché proprio Tyler?-
Alza gli occhi al cielo con sguardo sognante, non credo di poterlo sopportare.
-È stupendo con me...- continua a descriverlo come la persona più perfetta di questo mondo.
La fermo con un gesto della mano, non voglio ascoltare un'altra parola, e lei si blocca come svegliata da un sogno a occhi aperti.

Ricorda che le rose hanno le spineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora