Capitolo 4

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Jenna è uscita con le sue amiche.
Mamma è al lavoro e tornerà per cena.
Sono solo.
Chiudo la porta della mia camera e mi ci appoggio con tutto il peso. La schiena scivola verso il basso e arrivo a sedermi a terra.
Appoggio la testa contro il vetro freddo della porta. Tutti si comportano come se non fosse successo niente... mamma di Lily non ne fa parola, Jenna ne parla come se fosse un fantasma. Sì, un fantasma che vive nelle mie notti, un fantasma che mi fa sudare freddo per la sua lontananza.
Mi manca.
Cazzo quanto mi manca.
Mi porto le mani alla nuca e sgancio la catenina che porto al collo. Mi rigiro tra le dita il ciondolo con la lettera L incisa.
Era sua.
Me l'hanno consegnata i signori Davis, hanno deciso che dovessi tenerla io.
Lily la portava sempre. E ora quel frammento di lei sta sempre vicino a me. È dall'inizio dell'estate che la porto al collo, sotto la maglietta.
Mi hanno tutti raccontato che si trattava di un incidente. Un fottuto incidente che me l'ha portata via.
Ricordo tutto come fosse successo ieri.
Tutte le sensazioni sono indelebili nella mia mente.

L'estate era iniziata da poco, io avevo appena preso la patente e ho provato a guidare la macchina di papà per il quartiere.
Lei era di fianco a me. Sorrideva e mi guardava.
Ho deciso poi di portarla a casa.
Nella radio c'era "Impossibile" di James Arthur e lei cantava.
Ma quanto è stupida quella canzone: è solo un tipo depresso che canta. Ma era la sua canzone preferita, la lasciavo cantare.
Una macchina ha sbandato dalla sua corsia provocando un incidente frontale.
Ricordo di aver messo un braccio sul petto di Lily e poi buio.
Dei paramedici ci hanno soccorso. Ero vivo, intero, ma il vetro si è rotto e avevo dei pezzi conficcati dentro il braccio con cui ho protetto Lily. Eppure non sentivo dolore. Il mio obiettivo era cercarla. Ma ho visto solo la signora Davis in lacrime e ho dedotto cosa fosse successo. Io ci speravo ancora.
Solo dopo mi hanno dato la notizia.
Quelle parole mi hanno fatto crollare il mondo addosso. Lily aveva lesioni gravi e aveva perso molto sangue, era impossibile salvarla.
Mi hanno fatto vedere il corpo per l'ultima volta. Poi c'è stato il funerale con tutta la mia squadra di lacrosse e la sua delle cheerleader.
L'estate l'ho passata interamente a casa, con i racconti di Aaron e le consolazioni da parte di Tyler e Jenna.
Non sono più salito su una macchina.

A quei ricordi sento una lacrima solitaria rigarmi il viso. Sfioro i solchi delle cicatrici sul braccio. Mi rimetto la catenina. Il mio petto accoglie il metallo freddo che mi provoca un brivido.

Ricorda che le rose hanno le spineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora