Capitolo 22

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Kate si avvicina. I suoi passi sono leggeri, quasi impercettibili. Ha una camminata fluida e sicura, ciò mi sorprende, ma non alzo lo sguardo.
Si abbassa, in equilibrio sulle punte e mi guarda. Non ha paura, non si protegge coi suoi libri, non trattiene il respiro. Se ne sta lì. Muove una mano per sfiorarmi il ginocchio, ma io lo sposto. Kate ritrae la mano, consapevole del passo falso. Non voglio guardarla, voglio solamente allontanarla. Io non vado bene per lei, potrei rompere quella sua bolla di perfezione e non voglio che accada. Non voglio avvicinarmi o farei un torto a lei, ho promesso a me stesso di non parlare, di non guardare altre ragazze. Io sono ancora legato a Lily e non voglio cambiare, anche se quegli smeraldi innoqui mi creano confusione.
In una rosa, lei è il petalo, fragile e candida; io sono la spina, pericoloso e pungente. Siamo una contrapposizione vivente.

-Hai messo Jackson al suo posto- dice rompendo il silenzio che si è creato tra noi. La sua voce  non è più tremante, è dolce e comprensiva. Alzo un lato della bocca, lei sorride a sua volta.
-Ho visto che sei molto protettivo nei confronti dei tuoi amici- inclina leggermente la testa, in cerca dei miei occhi.
-Siamo un branco- spiego limitandomi a poche parole e ad un tono profondo e sicuro. Decido di alzare lo sguardo, Kate deglutisce rumorosamente, come sottoposta ad un giudizio. Sorride imbarazzata e ora è lei ad abbassare lo sguardo. Non riesco a trattenermi e le prendo il mento con due dita, costringendola a guardarmi. Il suo battito accelera.
-In un branco ci si protegge a vicenda- tolgo la mano e lei non abbassa più la testa.
Titubante alza una mano e passa il pollice sotto il mio labbro, la lascio fare. Non me lo aspettavo, per niente, la vedo arrossire.

-Bisogna pulirla- scandisce riferendosi alla ferita. Mi alzo dalla panchina, lei fa lo stesso. La seguo con lo sguardo mentre prende un fazzoletto dalla tasca e lo bagna con dell'acqua. Tiene quel pezzo di carta gocciolante in mano e si gira, aspettandomi. Mi avvicino.
La colgo di sorpresa, quando, senza dire niente, le mie mani forti la prendono per le cosce e la sollevano da terra. Spalanca gli occhi, cerca di ricomporsi. La poso su uno dei lavandini dello spogliatoio. Le tengo le gambe, per non farla cadere indietro. Serro la mascella, cosa ho fatto? Eppure non me ne pento e aspetto che la sua mano tocchi il mio labbro. Scosta una ciocca ribelle dietro l'orecchio. Il suo tocco è leggero, premuroso e dolce. La lascio fare, mentre la guardo. Mantiene lo sguardo fisso sulle mie labbra.

Mi sorprendo di me stesso, quando le tolgo quel pezzo di carta dalle mani e lo getto a terra. Stringo le mani attorno alle sue cosce, sulle quali volentieri lascerei impressi i segni dei miei polpastrelli. Kate raddrizza la schiena e mi guarda negli occhi. Non dice nulla, sospira e affonda una mano tra i miei capelli, come se stesse ottenendo qualcosa di a lei proibito. Avvicino il mio viso al suo, non trattiene il respiro. Il mio fiato batte contro le sue labbra socchiuse e dannatamente invitanti. Alza l'altra mano e me la posa sulla nuca, come per farmi avvicinare a lei. Non forza niente, sta lì e aspetta una mia prossima mossa.
Non posso, non posso, ciò nonostante la mia mente e il mio corpo sostengono cose differenti, creando in me confusione.
Le mie mani stringono ancor di più le sue cosce, le sfugge un leggero gemito, che vuole soffocare contro le mie labbra. Mi avvicino. Lei chiude gli occhi e affonda ancor di più la mano tra i miei capelli. Mi avvicino ulteriormente, le nostre labbra si sfiorano. Riesco a sentire il profumo della sua pelle.
"Non posso" mimo col labiale. Mi allontano di scatto, lei spalanca gli occhi. La poso a terra e senza dire niente prendo il borsone e me ne vado.

Manca poco al tramonto e il cielo inizia a tingersi di arancione. Cammino a passo spedito. Mi sento male, lo volevamo entrambi eppure qualcosa mi ha fermato. Ho pensato a lei e non sono riuscito ad andare oltre. Sono un coglione patentato. Alzo con disprezzo il labbro superiore.
Non volevo ferirla, ma so che ora mi odierà.

~~...and thinking all you need is there
building faith on love and words
empty promises we'll wear
I know...~~

Ricorda che le rose hanno le spineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora