I giorni e le ore passarono, mancava solo un giorno e avrei compiuto diciotto anni, in quei giorni mi sentivo strana, non perché quello che mi stava succedendo non mi era mai successo, ma perché iniziarono a manifestarsi con più frequenza.
Quando successe quella volta fu strano, era la quarta ora di scuola, stavamo facendo letteratura inglese ed era una di quelle volte che Twan non faceva lezione con me, in compenso c'era Damon e nel sentirmi osservata mi voltai verso di lui.
Non era la prima volta che succedeva, che ci fermavamo a guardarci negli occhi e a perderci dentro, come se in quel momento qualcosa ci legasse, come quella mattina verso le prime ore di scuola. Tessa mi raggiunse, verso il mio armadietto e mi chiese cosa avrei organizzato per il mio compleanno, se poteva darmi una mano e io acconsentì, come detto da lei ci avicinammo molto l'un l'altra, ma in quel momento passò il ragazzo e i miei occhi si soffermano su di lui come una calamita.
Non so come, ma riuscì a distogliere lo sguardo e continuai a prendere gli appunti, poi il foglio sembrò annebbiarsi, provai a mettere a fuoco sbattendo più volte le palpebre, ma non ci riuscì, sentì una voce chiamarmi, sembrava la voce del ragazzo seduto qualche posto lontano dal mio, ma non riuscì a distinguerla bene, siccome ero entrata in uno stato confusionario.
Il cielo si dipinse di rosso e una voce rude mi chiamó più volte, sollevai di poco le mani dal tavolo e le vidi tremanti e sporche di sangue e da lì la voce continuò: "È quello il tuo destino, le tue mani saranno sporche di sangue innocente, a meno che non starai al mio fianco, le mie forze si stanno risvegliando e presto ricamminerò sulla Terra... fai la tua scelta ragazza...".
Dopo quelle parole si fece buio e pian piano sbattendo gli occhi tornai alla realtà, senza rendermene conto mi alzai in piedi e senìì gli sguardi di tutti i presenti addosso a me, sentì ancora le mani tremare, solo che questa volta non lo stavo immaginando, la professoressa mi chiese se stessi bene, ma quando provai a parlare nessun suono uscì dalla mia bocca, per mia fortuna la campanella suonò e gli studenti uscirono bisbigliando.
Io rimasi lì, bloccata, anzi pietrificata ad osservarmi le mani tremanti, sentì qualcuno avvicinarsi, ma non feci nulla, mi sentì circondare le spalle e mi trascinano fuori. Non sapevo dove mi stesse portando, solo quando entrai e mi fecero sdraiare sul lettino capì che ero in infermeria.
Da quello che riuscì a capire ero entrata in stato di scock, ma per quale motivo? Cosa intendeva la voce con quelle parole? E poi, chi era quella voce? Queste erano le domande che continuavano a passarmi per la mente.
Appena mi ripresi leggermente, mi comunicarono che potevo andare a casa a riposarmi. Una volta uscita dalla stanza notai che il gruppo era lì fuori ad aspettarmi, mi chiesero cosa fosse successo e dissi solo quello che mi avevano detto le infermiere, semplice scock.
Lanciai uno sguardo fugace verso Demon, sapevo fosse stato lui a portarmi fino a lì, ma il mio carattere orgoglioso non mi permise di ringraziarlo, infatti subito dopo trascinai fuori e successivamente a casa, il ragazzo biondo, Twan.
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La figlia del Diavolo
Fantasyla sua vita perfetta degenera dopo la morte di suo padre e se scoprisse che la sua vita era tutta una menzogna?