Montagna - parte 2

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Uscimmo dal bosco ed io ero ancora tra le braccia di quello straniero, quando Twan mi si avvicinó, ero ancora confusa per tutto quello che fu successo in mezzo gli alberi. Le braccia forti e muscolose mi lasciarono giù, il biondo mi guardava preoccupato e un po' arrabbiato, mi strinsi tra le spalle e in quel momento dietro le spalle di Twan sbucò il lupo nero.
Mi chinai sù di lui e stinsi le mie braccia intorno al suo morbido pelo, subito prese a leccarmi il volto, così il cuore, che prima mi batteva velocemente, iniziò a battere in modo regolare e sulle mie labbra spuntò un sorriso.
"Ragazzo, prenditi più cura di lei" disse una voce possente e autoritaria alle mie spalle, subito mi rimisi in piedi e affiancai Twan portando gli occhi sul uomo "Grazie, per prima, ma non ho bisogno di una guardia del corpo".
Dissi un po' scocciata, non capivo perchè tutti volevano proteggermi, sapevo difendermi benissimo da sola.
L'uomo rise e il biondo mi strinse a sé, così quei capelli corvino svanirono dentro a quel intreccio di rami e foglie.  Nel stringermi al ragazzo notai che i suoi muscoli si erano irrigiditi, alzai gli occhi verso il suo volto, ma lui stava guardando il punto dove l'uomo comparve "È meglio rientrare" disse, non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che mi ritrovai in macchina.
Non mi rivolse né parola e né uno sguardo, e per la prima volta mi trovai a disagio in quel silenzio.
"Io..."
"Non dovevi entrare, ti avevo avvisata" mi interruppe.
"Aros era scappato al suo interno e il mio primo istinto è stato andarlo a cercare"
"E ti sacrificheresti per lui? Per un cane?" In tutta risposta il cane ringhiò e per tranquillizzarlo lo accarezzai.
"Non lascio nessun essere vivente morire... animale o uomo che sia. Non voglio altro sangue sulle mie mani."
Dopo quella frase il silenzio regnò di nuovo tra di noi, era straziante, ma non servivano più parole. Poco dopo aggiunse "Non è stata colpa tua". Il mio sguardo si spostò sul finestrino, lui mi prese la mano, come per rassicurarmi e l'assenza di rumore tornò perfettamente normale.
Appena misi piede in casa mia madre mi prese il volto e subito preoccupata mi chiese cosa fosse successo, perché avevo il viso sporco e io come se fosse una cosa che accadeva tutti i giorni risposi che ero caduta.
Quello bastò per mia zia perchè annunciò che il giorno seguente sarei dovuta andare a scuola e Twan mi avrebbe accompagnata.
Bhe perfetto no? Sarei dovuta andare in un luogo che odio in un posto che detesto.
Così, senza ribattere, andai in camera mia, mi cambiai e mi lavai. Esausta mi infilai nel letto e attesi che Morfeo mi accogliesse tra le sue braccia.

La figlia del DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora