Lasciai i ragazzi in sala, dopo aver dato loro le indicazioni sui luoghi dove potevano andarsi a cambiare, anche se non serviva più di tanto, siccome Twan conosceva la casa meglio di me.
Andai dritta in camera e mi stavo per dirigere verso l'armadio, quando mi accorsi di un pacco misterioso sul mio letto.
Era tutto nero e aveva il nastro con il fiocco di un rosso scuro, ma era lucido e sopra ad esso c'era un piccolo bigliettino, non diceva molto, soprattutto non c'era il nome di chi me lo aveva mandato, ma potevo notare la scrittura elegante.
Sicuramente era qualcuno che mi conosceva, conosceva la casa e Aros, perché il cagnolone era sdraiato sul letto tranquillo, con il muso rivolto verso il pacco, come ad invitarmi ad aprirlo. E così feci.
Scartai la confezione e rimasi a bocca aperta quando vidi il contenuto, lo sollevai e lo portai vicino al mio corpo. Era un vestito nero, il corpetto era invaso da brillantini, la gonna era lunga e aveva uno spacco sulla parte laterale, la parte dietro era quasi tutto scoperto. Dentro alla scatola c'era un altro biglietto, con la stessa scrittura dove c'era scritto "Indossami", un po' la cosa mi fece sorridere perché mi tornò in mente "Alice nel paese delle meraviglie" e in quel momento sperai non sucedesse davvero come nel cartone.
Mi infilai il vestito, le scarpe e dopo trucco e acconciatura ero pronta per scendere.
Raggiunsi gli altri, dove mi stavano aspettando nella enorme sala, dove era situto un divano in pelle, il camino di fronte ad esso. Tra i due, sul pavimento di parquet, c'era un tappetto bianco.
I ragazzi erano in piedi appogiati sullo schienale del divano, quando feci la mia entrata si voltarono tutti a guardarmi. La prima ad avvicinarsi fu la ragazza, mi prese le mani e mi fece fare un giro su me stessa, in quel giro sentì il tessuto che si spostò dalla mia gamba e la scoprì. Sia lei che Twan mi fecero tanti complimenti, mentre Demon fece scorrere il suo sguardo dalla mia testa fino ai miei piedi e solo con quello sguardo poteva farmi venire dei piccoli brividi lungo la schiena.
Potevo ritenermi soddisfatta del mio operato, ma la maggior parte del ringraziamenti dovevo farli a chiunque mi avessi regalato il vestito. Pensai a mia zia, è vero che poteva sembrare strano, dato il nostro rapporto, ma era l'unica che mi conosceva meglio di tutti, conoseva la casa e Aros.
Passarono pochi minuti e la casa si "riempì" di gente, tra genitori e ragazzi.
La festa si stava sviluppando abbastanza bene, mi ritrovai a parlare un po' con tutti, cosa strana dato il mio carattere poco socevole, ma quel giorno non volevo di certo discutere con mia mamma.
Mi ero staccata per qualche secondo dalle persone con la quale stavo parlando, solo per andare a prendere una bevanda e in quel momento il ragazzo dagli occhi smeraldo mi raggiunse.
"Stai molto bene" mi disse guardandomi e avvicinandosi di più a me, io lo guardai e alzai di poco le spalle "Solo perchè è una cosa che non indosso tutti i giorni, perché se così fosse sarei semplicemente normale, insomma come se indossassi dei jeans" gli risposi tranquillamente, facendo qualche sorso ogni tanto. Lui sorrise e si passò la lingua sulle labbra, perché quel gesto mi fece incantare ancora di più su di lui? "Non sei una che si fa fare i complimenti tanto facilmente vero? Trovi da ribattere pure in questo caso?" Io annuì, anche se non sapevo come avessi fatto ad ascoltarlo "Altrimenti sarebbe tutto troppo semplice e lo devo ammettere che a me le cose semplici non mi piacciono per niente, le trovo noiose..." mi sussurrò che anche a lui non piacevano le cose semplici e che sicuramente ci saremmo divertiti e tutto questo me lo disse a pochi centimetri dal mio orecchio, dove sentì perfettamente il suo profumo invadermi le narici e il suo fiato caldo sulla mia pelle.
In quel istante mi scusai e mi allontanai da lui, come per evitare qualcosa e fu proprio quando mi allontanai che sentì qualcuno che diceva a mia madre è arrivato il momento di dirglielo.
"Dire che cosa?" Chiesi io incuriosita e totalmente confusa, mentre feci scorrere i miei occhi color ghiaccio sui volti che stavano parlando con mia madre, uno di loro doveva essere il padre di Demon, aveva gli stessi lineamenti e doveva essere stato proprio lui a parlare.
Mia madre mi fece un sorriso e mi disse che ora ci saremmo messi a tavola. Senza chiedere di più, come mi è solito fare, andai verso il tavolo e poco dopo fui raggiunta dagli altri, avevano il volto spento rispetto a prima come se nascondessero qualcosa o avessero paura di qualcosa.
Il sorriso che prima avevo sulle mie labbra andò piano piano a spegnersi.
"Cosa sta succedendo?" chiesi mentre eravamo ancora tutti in piedi.
Inizió a parlare una donna dai lunghi capelli rossi, ondulati verso le punte, doveva essere la madre di Tessa e la conferma fu che lei stava in mezzo a quella donna e ad un uomo dai capelli biondo cenere e gli occhi blu mare.
"Vedi cara, ci sono molte cose che tu non conosci e sicuramente faticherai a capire. Ma noi siamo qui per farti capire e dirigerti nella giusta direzione affinchè non sarai pronta."
Continuai a guardarli più confusa di prima, mi voltai a cercare spiegazioni negli occhi di mia madre e mia zia, e per la prima volta nello sguardo di mia zia vidi tristezza, quest'ultima si mise seduta a braccia conserte e stando completamente in silenzio.
Mentre mia madre era in piedi al mio fianco che ogni tanto mi accarezzava i capelli e anche lei sembrava avere uno sguardo dispiaciuto.
"È inutile che ci giriamo intorno, tanto vale dirglielo" disse l'uomo che sentì parlare per primo, non aveva solo i lineamenti uguali a Demon, aveva proprio lo stesso carattere, lo stesso modo di dire le cose e porsi con le persone, ma in quel caso ero d'accordo con loro, dovevano sbrigarsi a parlare.
Così la rossa continuò dopo aver rilasciato un piccolo sospiro :"Va bene... sei stata cresciuta con dei principi, con genitori che ti hanno amata e cresciuta bene. Tua madre ha voluto protoggerti, per questo non ti ha detto nulla, sotto anche accordo dei presenti... Tua madre incontrò un uomo disceso sulla Terra per esplorare, tra loro nacque un amore così forte e potente che concepirono una bambina, solo che l'uomo dovette riscendere negli inferi per adempiere i suoi compiti, così la donna si mise d'accordo con il suo migliore amico per far crescere la bambina in un ambito familiare normale..."
Stava per continuare a parlare, ma io scoppiai a ridere "Quindi io dovrei credere che in realtà l'uomo che ho sempre creduto fosse mio padre, l'uomo sulla quale tomba ho pianto non è mio padre, ma il vero sarebbe Lucifero? Potevate trovare una scusa migliore, che queste fandonie."
Dissi continuando a ridere, ma appena notai il volto serio dei presenti smisi di ridere e mi voltai verso mia mamma, la quale stava guardando il pavimento e per un solo istante mi sembrò di vedere qualche lacrima rigarle il volto.
"Cos'è questa storia? Tralasciando quella parte del sovrannaturale, perché penso sia una grandissima stronzata... mi stai dicendo che il resto è vero?"
Dissi alzando leggermente il tono della voce e per la prima volta mia zia parlò :" La madre di Tessa dice sempre la verità, qui la maggior parte di noi ha... delle potenzialità e la sua è di dire la verità, nessuna bugia." "Se il vostro intento era quello di rovinarmi il compleanno... complimenti, ci siete riusciti!"
Urlai, prima di allontanarmi dalla sala, mi tolsi le scarpe, mentre le lacrime iniziarono a scendere in modo veloce sulle mie guance, salì in camera e mi chiusi lì dentro.
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La figlia del Diavolo
Fantasiala sua vita perfetta degenera dopo la morte di suo padre e se scoprisse che la sua vita era tutta una menzogna?