Scuola.

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Mia zia aveva ragione, quel giorno la sveglia suonó presto, la mia mente maledisse chiunque abbia messo piede in camera mia e abbia azionato la sveglia, sbuffai, ma gli occhi non mi si aprirono. In quel momento sentì qualcosa muoversi sul mio letto, era pesante, perchè ad ogni spostamento il morbido materasso si inarcava al suo peso.
Sulla mia guancia sentì qualcosa di bagnato e ruvido, mugulai e aprì di poco gli occhi e notai un ammesso di peli che mi leccava il volto: "Aros..."
Provai a spostargli il volto, ma lo prese come un gioco, perchè si appoggió con le sue grosse zampe anteriori su di me e continuó a leccarmi le guancie: "Va bene, va bene, ho capito...Sono sveglia!" Ridacchiai e lui si spostò da me scodinzolando.
Mi alzai dal letto con un gesto goffo, andai in bagno e mi lavai velocemente il volto, una volta tornata in camera, no tolsi il pigiama e aprìì l'armadio, non era molto colmo di vestiti e ciò mi fece storcere il naso, mi voltai verso Aros che mi osservò scodinzolando: "mi sa che mi tocca fare shopping, che ne dici cucciolone?" E in tutta risposta abbaió che rimbombò in tutta la stanza.
Scossi la testa e portai i miei occhi chiari sui miei capi, anche se non avevo molta scelta optai per uno skinny jeans nero attillato e un top nero con uno cerniera lunga tutto il capo davanti. 
Dopo essermi messa una giacca di pelle e le scarpe anche esse nere, andai a completare il mio look con una coda disordinata e un filo di trucco.
Twan passò a casa mia verso le 7:15, samimmo sulla vettura nera guidata da Peter e dopo aver dato un' occhiata veloce al ragazzo mi appoggiai al sedile, accanto al biondo e poco dopo il rosso mi parlò: "Allora signorina Layla, com'è andato il suo risveglio?"
"Movimentato" risposi sempre con tono quasi scocciato, in quel momento notai lo sguardo del guidatore posarsi su di me e sul ragazzo al mio fianco e notai un sorriso strano. "NO!" Urlai, quasi disgustata a quella scena, Peter arrossì, mentre Twan scoppió a ridere di gusto, alzai gli occhi al cielo e tornai con i miei pezzi di ghiaccio ad osservare il paesaggio.
In pochi minuti, o almeno a me sembró così, ci trovammo dentro al parcheggio dell'istituto, già sentivo gli occhi degli studenti su di me e il mio cuore inizió a battere velocemente, il mio sguardo si alternó sui due ragazzi.
"Buona giornata signorini, io vi aspetterò qui per riportarvi a casa..."
"Oh no, no, io non scendo dal auto, scordatevelo." Protestai.
Le mie parole furono come se me avessi pensate, nessuno dei due mi diede ascolto e io mi trovai fuori dal auto accanto a Twan, com'è avevo previsto gli studenti si girarono a guardarmi e appena iniziai a camminare accanto al ragazzo, si fece largo un brusio. Decisi di ignorare quelle voci, camminai a testa alta verso la scuola.



La figlia del DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora