Segreti

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Mi svegliai per via dei rumori che sentì nel corridoio, presi il cellulare e guardai l'ora, era troppo presto per i miei gusti, ma ormai ero sveglia e di dormire non se ne parlava proprio.
Mi alzai dal letto a baldacchino dalle coperte di seta bianche, le osservai con attenzione e la mia mente viaggió e pensó a quanto ci stessero bene delle coperte nere, cosi decisi di cambiarle, mi avvicinai alla finestra e mi alzai la tapparella per far entrare un po' di sole e quei raggi che entrarono illuminarono la mia stanza, dai mobili neri fino agli armadi bianchi.
Entrai in bagno e mi spogliai completamente dai vestiti che aveva addosso, entrai nel box doccia e mi lavai velocemente, lo feci per darmi una rinfrescata, per svegliarmi un po'.
Una volta finito mi legai un asciugamano intorno al busto e mi legai i capelli, ancora bagnati, in uno chignon, uscì dalla bagno e aprì la valigia, indossai un intimo nero, che trovai a portata di mano e successivamente indossai dei jeans neri attillati, una canottiera nera che metteva in evidenza il mio seno prosperoso e sopra una felpa leggermente aperta, indossai le scarpe, anche quest'ultime, rigorosamente nere.
Presi il telefono e scesi le scale, poi andi verso la cucina, appena aprì la porta vidi mia zia, Twan e mia mamma seduti al tavolo mentre facevano colazione, alzai gli occhi al cielo e chiusi la porta alle mie spalle, per poi allontanarmi.
In quel preciso momento mi squillò il telefono, "Come as you are" dei Nirvana risuonò nel salotto, guardai il telefono e vidi che la mia migliore amica, Candis, mi stava chiamando. Appena risposi mi inizió a fare un sacco di domande sul posto, sulla nuova casa e io le raccontai ogni cosa nei minimi dettagli, forse le raccontai un po'troppo, perché mi fermó e mi chiese di Twan:"Bhe...ecco.." non feci in tempo a mettere un piede sul gradino delle scale che portavano alle stanze, che un'ombra passò velocemente dietro alle mie spalle e fece un gran ruomore:"Ora non posso rispondere" le chiusi il telefono in faccia, mentre lei mi implorava di raccontarle del ragazzo.
Per prima cosa mi voltai verso la porta della cucina e vedendo che nessuno stava uscendo decisi di seguire l'ombra, mi portó fino a un corridoio che poi si divise in due bivi, da lí nessuna traccia della cosa misteriosa.
Stavo per tornare indietro, finché una porta si aprì leggermente. Paura? Nessuna, curiosità? Al massimo.
Entrai nella stanza e chiusi la porta alle chiave e mi guardai intorno, la stanza in cui ero entrata era pina di libri... "la biblioteca" sussurrai, notai, con grande sorpresa, che c'erano pochi libri appena usciti e la maggior parte erano di una certa età. Il mio sguardo poi si spostó, come d'istinto, su un libro che si trovava sopra a un leggio, mi avvicinai e feci scorrere le mie dita sulla copertina, quel tocco fece venire delle piccole scosse alla mia pelle, come se l'energia di quel libro stesse passadno attraverso il mio corpo, feci per aprirlo, ma un rumore improvviso mi fece bloccare.
Alzai gli occhi e scrutai ogni centimetro di quella stanza, quando I miei occhi video qualcosa sotto a un tavolo, sembrava come la coda di un animale domestico, ma l'aspetto non era quello, perché era di un colore strano, quasi blu... mi avvicinai e mi chinai sotto al tavolo, allungai la mano, c'ero quesi riuscita a prenderlo, ormai mi mancava poco..."Layla?"
Mi alzai di scatto e picchiai la testa contro al tavolo, dolorante mi alzai e mi voltai verso la voce che mi aveva chiamata:"Twan, che ci fai qui?" "Ti stavo cercando, tu piú tosto cosa ci facevi lì sotto?" indicò il tavolo :"Come? Non lo hai visto? C'era... No, aspetta! Tu come hai fatto ad entrare?" lo guardai con un espressione accigliata "Dalla porta?" disse ironico e io scossi la testa:"No, è impossibile, la porta l'ho chiusa a chiave" " L'avrai chiusa male" "No, sono sicura, la serratura é scattata".
Mi guardò e poi cambiò agilmente discorso, come se nulla fosse, mi disse che mi voleva portare a visitare un po' il luogo dove avrei abitato ed io accettai.
Mi portó fuori, nel giardino, mia madre e mia zia ci stavano vedendo incontro ed io le osservai impossibile, nulla mi fece distogliere lo sguardo dal loro, apparte un abbaiare.
"Ha un carattere forte per questo é rinchiuso lì dentro, i vicini sostenevano che avesse attaccato qualcuno" commentò Elizabeth "Ed é vero?" chiese Anna "Oh no, assolutamente no".
Mi avvicinai alla gabbia e aprì il lucchetto, mia madre mi richiamò e io la ignorai, aprì la porta e mi avvicinai al cane-lupo, gli accarezzai la testa e sorrisi, era innoquo:"È la gabbia che non ti piace vero piccolino?" lui mi guardò e mi leccò la mano, come per confermare la mia domanda, spostai lo sguardo sulla ciotola dove si trovava scritto il suo nome:" Aros" sussurrai.

La figlia del DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora