Un signore aprì la porta di scatto.
«C'è un ragazzo. Ha visto tutto, devo ucciderlo» l'uomo si preparò puntando la pistola verso Taehyung.
Il ragazzo si trascinò indietro fino ad arrivare a toccare la parete del corridoio con la schiena.
Con gli occhi spalancati e il terrore nello sguardo, fissava la canna dell'arma puntata contro di sé.
Il cuore batteva fortissimo per la paura.L'altro uomo raggiunse il primo.
«Taehyung?!» si sorprese il padre.
«Lo conosci?» domandò il primo.
«Giù quella pistola!» ordinò. «È mio figlio».
L'altro alzò le sopracciglia sorpreso e obbedì subito.
Taehyung fece un sospiro di sollievo e si lasciò sfuggire un pianto calmo, silenzioso ma liberatorio.
Con lo sguardo vagava tra il padre che quasi non riconosceva più e l'altro signore.
Se per caso avesse abbassato la visuale e avesse osservato in fondo alla stanza il volto dell'uomo per terra, gli sarebbe sicuramente salito un conato di vomito; si impose così di ignorare il corpo.«Permetti se...» il padre guardò il compagno - come lo chiamava durante le questioni lavorative -, lasciando la frase incompleta ma facendo capire di voler stare da solo col ragazzo.
L'altro annuì, rientrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.
«Alzati» ordinò al figlio.
Taehyung però guardava i suoi piedi. Il suo sguardo era cupo.
Il padre si spazientì, così sbuffò e si abbassò, prese il busto del quindicenne dalle ascelle e lo alzò di forza.
Quel gesto risvegliò il ragazzo, che prese più coscienza della situazione.Gli afferrò il polso e lo portò nella cucina, percorrendo il piccolo corridoio. Poi si fermò davanti a lui e Taehyung si liberò dalla presa del padre.
«Che ci fai qui?» chiese con un certo tono arrabbiato l'uomo.
«I-Io...» Taehyung non aveva una risposta da dare. Nella sua mente dominava l'immagine del padre del suo amico a terra con una pallottola in fronte e una pozza di sangue che gli bagnava la testa.
«Ti avevo detto di uscire con Kyungsoo. Dov'è lui ora?» chiese innervosito.
«È-È qui fuori» rispose senza guardare il padre.
«Come è qui fuori?! Dio, Taehyung!» infuriato com'era, alzò gli occhi al soffitto e digrignò i denti, emettendo un ringhio minaccioso. Subito dopo abbassò il capo, portò una mano alla fronte e chiuse gli occhi in un'espressione arrabbiata.
Il ragazzo ormai non capiva più niente. Il suo viso era rimasto cupo e i suoi occhi spenti.
In quel momento sapeva solo che non aveva voglia di incrociare gli occhi del padre.
Ma non sapeva se fosse perché non riusciva a capire e perdonare il gesto compiuto in quella stanza, o perché forse stava cominciando ad avere paura di lui.Ricollegò l'accaduto a cui aveva appena assistito a quella volta in cui, a sei anni, lo vide entrare a casa e dirigersi subito verso il bagno, per sciacquarsi le mani macchiate di uno strano colore rossastro, che colorò anche l'acqua che fuoriusciva dal rubinetto.
Mani insanguinate.
Taehyung a quel punto si chiese se non fosse stata la prima volta che suo padre uccideva.
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Il Ragazzo Senza Volto || ᴠᴋᴏᴏᴋ
FanfictionJungkook si risveglia da un lungo coma, non ricordandosi più né della sua famiglia, né dei suoi amici, né di se stesso. Poco a poco però gli vengono dei ricordi alla mente. Ricordi di un ragazzo... Un ragazzo misterioso, di cui Jungkook farà fatica...