6. Punti di vista

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«Non conoscevo questa biblioteca» disse Jungkook, meravigliato dalla grandezza dell'edificio.
Gli scaffali pieni di libri percorrevano l'intera parete e arrivavano fino al soffitto. C'erano persino le scale mobili che portavano al piano superiore vicine agli scaffali, così da poter prendere i libri più in alto.

«Ora la conosci» sorrise l'altro.

«Siamo venuti tardi però, tra meno di un'ora chiude» guardò l'orologio il minore. «E dobbiamo ancora scegliere il libro» aggiunse.

«Non ti preoccupare, abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Fidati di me» gli fece l'occhiolino l'altro.

Jungkook non sapeva cosa avesse in mente il maggiore, ma non ci diede molto peso e andò subito alla ricerca di qualche libro.

Dopo mezz'ora si ritrovarono seduti uno accanto all'altro in un tavolo a leggere in due lo stesso libro.

«Questo protagonista è stupido. Vuole a tutti i costi parlare un'ultima volta con suo padre, ma non capisce che è morto» commentò Jungkook, guardando il castano.

«Ti sbagli. Il ragazzo sa che il padre è morto, ma non riesce a dirgli addio. Per questo vuole parlargli un'ultima volta, ma non di persona. Deve riuscire a trovare il coraggio di lasciarlo andare» disse il maggiore.

Jungkook fece una smorfia, capendo il ragionamento dell'altro.

«Vedi Jungkook, tu sei molto intelligente ma non riesci a vedere il lato astratto e filosofico della vita» analizzò lui.

«Sono una persona schematica. Credo in ciò che vedo, in ciò che è reale e visibile. Non a tutte le cose immaginate dall'essere umano, che non si sanno siano veritiere o solo bugie» spiegò, interrompendo la lettura e fermandosi a parlare.

«Quindi non credi in Dio?» domandò l'altro e Jungkook negò con la testa.

«A volte è giusto credere in cose che non si possono dimostrare. L'uomo si sente tranquillo se crede che ci sia un'entità superiore che lo osserva e lo protegge. Fa bene all'anima pensare certe cose, altrimenti l'essere umano non vivrebbe in modo sereno, spaventato dal luogo oscuro e ignoto in cui è nato» spiegò il castano.

«Io vivo tranquillamente sapendo che non c'è nessuno che ci protegge dall'alto» ribatté Jungkook.

«Be', forse il concetto di religione non era l'esempio perfetto...» abbassò il capo. «Un altro concetto astratto: credi nell'amore?» lo guardò.

Jungkook smise di guardare le pagine del libro e guardò anche lui il ragazzo.
Il suo silenzio rispose per lui.

«Non credi neanche nell'amore?» il castano si mise a ridere.

«Non è che non ci credo, ma... il mondo è dominato anche dall'odio. Chi dice che magari due persone che si piacciono in realtà si odiano soltanto di meno rispetto agli altri?» ipotizzò.

L'altro si fermò un attimo a guardarlo, poi riprese a ridere.

«Smettila! Non lo puoi sapere» Jungkook ritornò a guardare il libro.

«Un giorno ci crederai» rispose l'altro, rivolgendo lo sguardo al libro anche lui, intento a continuare la lettura.

«Dici che un giorno crederò all'amore?» si voltò a guardarlo.

Il secondo annuì senza distogliere lo sguardo dalle pagine.

«Sì, forse hai ragione» abbassò la testa, guardando il tavolo. «Un giorno ci crederò» disse a bassa voce, più a se stesso che all'altro ragazzo.

Poi Jungkook alzò lo sguardo e vide le persone che erano al primo piano scendere e andare verso l'uscita. Si accorse anche che il piano terra invece era già sgombro e non era rimasto nessuno tranne loro due.
Poi guardò l'orologio.

«Dovremmo andare anche noi. Te l'avevo detto che il tempo non ci sarebbe bastato» richiamò l'attenzione del castano.

Quest'ultimo si guardò intorno e notò anche lui la biblioteca stava chiudendo.
Si voltò verso il ragazzo.

«Vieni con me» lo prese per mano e lo fece alzare per seguirlo.

Jungkook prese il libro e seguì il ragazzo, fidandosi.

«Che stai facendo?» gli sussurrò mentre salirono le scale mobili che portavano al piano superiore.

«Rilassati. So quello che faccio» gli rispose l'altro.

Andarono a nascondersi dietro l'ultimo scaffale in fondo alla sala.
Le luci del piano terra nel frattempo si spensero, subito dopo anche quelle del piano superiore.

«Sei serio?» si sbalordì Jungkook.

«Fai silenzio» disse l'altro.

Videro una luce passare tra gli scaffali, il maggiore si sporse per capire cosa fosse e, nonostante la poca luce, vide un uomo in divisa e con una torcia in mano.

Mentre l'uomo si avvicinava, il castano fece segno di fare silenzio a Jungkook.
L'uomo si fermo quasi davanti a loro.

«Giù!» sussurrò al minore ed entrambi si abbassarono.

L'uomo puntò la luce verso la parete dietro di loro, ma non riuscì a vederli.
Poi si allontanò.

«Mi spieghi che dobbiamo fare qui al buio?» parlò a bassa voce Jungkook.

«Illumino il libro col cellulare e continuiamo a leggere» rispose come se fosse ovvio.

Dopo un po' si ritrovarono seduti a terra, il castano con il libro in una mano e il cellulare nell'altra, e Jungkook appoggiato sulla sua spalla.

«Questo Baum mi sta antipatico senza un motivo preciso» il maggiore commentò un personaggio, ma non ricevette risposta.

Guardò il ragazzo e si accorse che si era appisolato sulla sua spalla.

«Non ci posso credere...» disse a se stesso. «Come ha fatto ad addormentarsi?» continuò, guardando la parete davanti a sé.

Tornò a guardare il viso di Jungkook e trovò semplicemente adorabile la sua espressione serena quasi bambinesca.

«Sai, sei carino quando dormi. Sembri un coniglietto» sorrise.

Jungkook però si svegliò, alzò la testa e guardò il maggiore con gli occhi semi chiusi.

«Cosa hai detto? Mi sono addormentato» chiese.

«Ho detto che stavi sbavando sulla mia spalla» mentì, prendendolo un po' in giro.

«Non è vero! Non sbavo mai» si toccò la bocca e il mento inconsapevolmente.

«Ehi! C'è qualcuno!» sentirono una voce maschile qualche scaffale più in là.

«Alzati!» ordinò il maggiore, facendo cadere il libro.

«Ehi, voi due!» l'uomo puntò la torcia nella loro direzione e li beccò.

«Corri!» il maggiore prese la mano di Jungkook e insieme cominciarono a correre per il primo piano, inseguiti dall'uomo.

Di tanto in tanto a Jungkook — ma anche all'altro — scappava qualche risatina dovuta all'adrenalina che non aveva effettivamente mai provato.

Scesero le scale e andarono verso l'uscita.

«Cazzo!» esclamò il castano appena vide l'ingresso sbarrato dalla serranda, e quindi inaccessibile.

«Sta arrivando!» avvisò Jungkook.

«Vieni» disse l'altro che, sempre mano nella mano, lo guidò verso l'uscita antincendio.

Percorsero un breve corridoio e si ritrovarono subito in città.

Si fermarono per prendere fiato, accostati al muro. Si guardarono e scoppiarono a ridere.

Il Ragazzo Senza Volto || ᴠᴋᴏᴏᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora