Prefazione

375 9 0
                                    

Nel palazzo in cui sono nata e cresciuta, mi hanno sempre insegnato che per un elfo come me ci si può solo innamorare di un altro elfo. Ma per me non fu così...

Anni fa, durante una missione assegnatami dal mio re, incappai in un branco di nani, ma non uno qualsiasi, bensì il gruppo dei migliori amici di Thorin: il nano destinato a diventare re sotto la montagna. Un castello che si emergeva all'interno di essa poco lontana da Erebor, la città che il nonno di Thorin un tempo governava. Ma la montagna era governata da Smaug, un drago attratto dall'oro, e le sale della montagna erano piene di gioielli e monete.

Quando li incontrai stavano andando verso il castello per andare a riprendersi la loro terra ormai caduta in rovina, la città era governata da un capo grasso ed egoista che trattava tutti come schiavi. Vennero però catturati dalla mia gente che non voleva che affrontassero quest'avventura, ma con il passare del tempo in cui erano li accadde l'inevitabile, mi innamorai...

Mi innamorai del possente Thorin, azzurri come i diamanti, capelli lunghi mossi e corvini, barba che copriva le guance e più alto di qualsiasi nano. Il suo corpo era possente e forte, con grandi mani capaci di spezzare rami.

Ma l'unico problema è che era un nano.

Ma quando il mio re elfico lo venne a sapere non lo poté accettare, lui era innamorato di me e mi disse di lasciare Thorin. Mi disse che avevo commesso un grave errore e che se non avessi cambiato idea, mi avrebbe cacciato per aver tradito il mio popolo. Rinnegai il mio re e fui bandita dal regno per sempre, ne rimasi distrutta, ma l'amore per Thorin mi aiutò. Lui avrebbe dato la sua vita per me.

Quando arrivammo alla montagna dei nani un'orda di orchi pronta ad ucciderci ci aspettava, governati dal grande orco pallido: due metri di un essere con sembianze semi-umane, pelle bianca, lunghe orecchie, occhi bianchi e tre graffi che gli squarciavano il viso.

Ma quel giorno non fu Thorin a sacrificare la sua vita per me, ma fui io a morire per lui. L'orco pallido mi trafisse con una spada da parte a parte facendomi gridare di dolore. E solo allora Thorin infuriato prese una corteccia di albero infilata al braccio usandola come scudo per uccidere l'orco. Lo uccise e mi vendicò o almeno così mi dissero, diventando il famoso Thorin scudo di quercia.


Elven BloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora