Il nemico del mio nemico NON è mio amico

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A quanto pare il destino è contro di noi e non vuole farci riposare. Abbiamo appena combattuto contro un'orda di Goblin che, dall'alto, sentiamo degli ululati. È stato gioioso e bello per pochi minuti, prima di ritrovarci in una situazione ben peggiore di quella precedente. Sollevo lo sguardo che mi cade su di un branco di lupi mannari, cavalcati da orchi dalla pelle grigia e i volti deformati con le zanne in fuori. I mannari sono lupi così grandi, da superare anche la stazza di un cavallo adulto, hanno il muso più allungato del normale e gli occhi gli brillano di luce propria.

<<Siamo passati dalla padella...> comincia Thorin <<...alla brace! Correte!> finisce Gandalf

Il panico scoppia e cominciamo a correre verso un dirupo senza via di uscita, ma con i lupi alle calcagna è l'unica strada che possiamo prendere. Ci ritroviamo sulla cima di un dirupo, costeggiato da due file di alberi molto alti. Siamo in trappola, non abbiamo modo di fuggire e dobbiamo salire in alto se non vogliamo che i mannari, ci mangino.

Vedo Bilbo terrorizzato e in difficoltà, gli afferro la mano e lo aiuto a salire su di un albero, accanto ad altri attorno al precipizio. Afferrando ritmicamente i rami riesco ad issarmi fino a metà, i mannari si avventano subito sui tronchi, cercando di saltare e afferrarci pronti a mangiarci.
Ma il peggio doveva ancora arrivare, dato che il capo degli orchi è proprio Azok... il Goblin non mentiva. L'orco ritenuto morto da anni, sta davanti a noi con al posto del braccio una mazza chiodata incastrata nella carne biancastra.

<<Azok!>> esclama Thorin spaventato, l'orco bianco annusa l'aria e si volta verso i compagni dicendo: <<Lo sentite? Il fetore della paura?>

Il suo sguardo salta da Thorin al mio per poi sorridermi. L'adrenalina per poco non mi brucia le vene, sento il cuore battermi furiosamente nel petto e rivivo a flash quegli istanti in cui la sua lama mi trapassava il torace

<<Ricordo quando la tua amata perse la vita sotto la mia lama, mentre tu... non facesti niente. Thorin figlio di Threin>>

Al ricordo del dolore, della morte che mi ghiacciava la pelle e il cuore fermarsi, la paura mi tenaglia facendomi rabbrividire. Thorin serra la mascella al ricordo, stringendo sempre di più il ramo in cui è appeso minacciando di romperlo.

<<Non può essere, tu sei morto!>> esclama

Fa avanzare di qualche passo il mannaro bianco, il cui l'occhio destro è stato accecato da un taglio ormai cicatrizzato

<<Ah sì? Come la tua Luthien, non finii il lavoro cinque anni fa, ma ora, ti farò sentire i suoi lamenti> ruggisce ridendo

Gli occhi dell'orco di spalancano imitando i miei, emetto un sospiro di terrore incapace di trattenerlo, quello sguardo fu l'ultima cosa che vidi anni orsono, prima di cadere nel buio totale.

Alza il braccio sano che impugna una mazza e grida: <<Lei è mia, uccideteli tutti... ma Thorin per ultimo>>

Vuole uccidermi davanti a lui, per ferirlo anche psicologicamente, e se fosse successo, Thorin preso dall'ira si sarebbe fatto uccidere.

I mannari cominciano a sbattere il muso sui tronchi degli alberi, cercando di farci cadere. Da sopra la testa, Gandalf mi lancia una pigna infuocata, quando la lancio verso il terreno questo prende fuoco rapidamente.

Possiamo ridere per qualche secondo, almeno prima che anche gli altri alberi non comincino ad andare a fuoco e raggiungere l'ultimo sulla punta della sporgenza, dove si trova Gandalf. Pronti e scattanti saltiamo fino a raggiungerlo, le radici di questo tentano disperatamente di sostenerlo, mentre posso guardare con angoscia il vuoto che sta sotto di noi. È troppo peso, non ci regge tutti e comincia a piegarsi pericolosamente sradicandosi. Sento afferrarmi per un braccio da Kili che si tiene per non cadere, sfortuna vuole che il fratello cade trascinandosi dietro questo... mi ritrovo a tenerli su da un braccio, mentre l'altro è aggrappato ad un ramo. Fatico a reggerli entrambi e non riuscirò a farlo per molto.

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