7. 𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐲 𝐠𝐮𝐲

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• 𝘖𝘻𝘻𝘺 𝘖𝘴𝘣𝘰𝘶𝘳𝘯𝘦 - 𝘖𝘳𝘥𝘪𝘯𝘢𝘳𝘺 𝘔𝘢𝘯 •

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"ʸᵉˢ, ᴵ'ᵛᵉ ᵇᵉᵉⁿ ᵃ ᵇᵃᵈ ᵍᵘʸ
ᴮᵉᵉⁿ ʰⁱᵍʰᵉʳ ᵗʰᵃⁿ ᵗʰᵉ ᵇˡᵘᵉ ˢᵏʸ
ᴬⁿᵈ ᵗʰᵉ ᵗʳᵘᵗʰ ⁱˢ ᴵ ᵈᵒⁿ'ᵗ ʷᵃⁿⁿᵃ ᵈⁱᵉ ᵃⁿ ᵒʳᵈⁱⁿᵃʳʸ ᵐᵃⁿ
ᴵ'ᵛᵉ ᵐᵃᵈᵉ ᵍʳᵒʷⁿ ᵐᵉⁿ ᶜʳʸ
ᴰᵒⁿ'ᵗ ᵏⁿᵒʷ ʷʰʸ ᴵ'ᵐ ˢᵗⁱˡˡ ᵃˡⁱᵛᵉ
ʸᵉˢ, ᵗʰᵉ ᵗʳᵘᵗʰ ⁱˢ ᴵ ᵈᵒⁿ'ᵗ ʷᵃⁿⁿᵃ ᵈⁱᵉ ᵃⁿ ᵒʳᵈⁱⁿᵃʳʸ ᵐᵃⁿ"



Nell'attesa di poter ricevere finalmente delle buone notizie riguardanti la sua famiglia, Alex si ritrovò a riflettere sulla sua situazione. Tutto ciò che aveva passato, cosa lo aveva spinto ad arruolarsi. Il sopraggiungimento della guerra fu il motivo principale, ma la consapevolezza di dover fare qualcosa per redimersi e per allontanarsi dalla vita di cattivo ragazzo, diventò il fattore più importante da dover conseguire. Durante quei giorni lontano da casa, sempre in pericolo di poter saltare su una mira o di venire catturato dalle SS, continuò a temere per la sua incolumità, per la vita della sua famiglia e per la propria. Non voleva lasciare la terra senza aver fatto qualcosa di buono, qualcosa di onesto. A dieci anni, aveva rubato una bottiglia di liquore. Aveva più volte preso dei soldi dalla cassa dell'edicola sotto casa, quando il proprietario non vedeva. Come se non bastasse, quando tornava a casa, riceveva delle manganellate sul fondoschiena dal padre che continuò ad impartirgli i doveri di un cittadino inglese, la condotta da non infangare. 

Gli incubi tornarono, la sensazione di vuoto sotto i piedi, la paura di affogare. Annaspò tra le lenzuola, soffocando i gridolini tra i denti. Al mattino, quando il funesto incedere di un'esistenza spenta accennò a divenire un vezzo della sua quotidianità, Lucas entrò nella sua stanza smuovendolo un po' sotto le coperte per poterlo destare. Alex sgranò gli occhi, ancora sconfortato dall'incubo che si era lasciato dietro, ma che non lo avrebbe abbandonato così presto. "Alzati, ho ricevuto una raccomandata dal maggiore Warnes". Scostò le lenzuola, alzandosi pigramente. Consumarono una lesta colazione prima di poter tornare nell'ufficio segreto del maggiore. 

Quando li vide superare la porta, consegnò loro due plichi. "Questo è tutto quello che ho saputo". L'ex pilota aprì velocemente la busta, sfilando il foglio dall'interno per poterlo leggere. Alex osservò la sua reazione sorpresa. "Lo avete trovato?". Warnes annuì, mostrando un ghigno compiaciuto. "I miei uomini lo stanno riportando a Londra. Potrà rivedere la sua famiglia molto presto". Lucas alzò gli occhi verso il soffitto, pregando con un tono di voce quasi impercettibile. Alex fece la medesima cosa prima di appurare il destino della sua famiglia. Tirò un grosso respiro prima di afferrare il foglio tra le mani tremolanti e stanche. "Con la presente, informiamo il soldato Alexander Drew Shepard dell'iniziale prigionia dei genitori, Cassandra e Ronald Shepard e la figlia Peyton. Fuggiti dalla loro casa a Londra, hanno trovato rifugio in un'abitazione non tanto lontana, dove gli abitanti sono stati uccisi solo qualche giorno dopo. Non c'era più alcuna traccia dei coniugi Shepard. L'associazione nazionale che si occupa dei reduci dalla prigionia, ha appreso che Ronald Shepard è stato ucciso da un sergente nazista agli ordini del Fuhrer....". 

Alex cadde in ginocchio, perdendo l'equilibrio. Il respiro gli si smorzò mentre represse le lacrime. Collins lo aiutò a sollevarsi, ricevendo dei pugni e delle grida di dolore. Continuò a leggere, temendo per il resto della famiglia. "...il giorno del suo mancato arresto, aveva fatto da barriera alla moglie e alla figlia, concedendo loro di trovare riparo mentre lui si sarebbe occupato di distrarre l'esercito tedesco. Cassandra e Peyton Shepard hanno raggiunto un edificio che fu adibito a rifugio per le famiglie vittime del saccheggiamento. Con la fine della guerra, le persone che ci abitavano si sono sparse per l'Inghilterra in cerca di redenzione, per potersi rifare una vita". La lettera non era finita, ma Alex non riuscì più a leggerne le parole. Si sentì annientato, indebolito. Iniziò ad odiarsi poiché non aveva mai dato a suo padre una ragione per credere in lui, nelle sue doti. Adesso lo aveva perso per sempre, lasciandolo privo di un'occasione per potergli chiedere scuse per le sue continue avversioni verso la legge e il rispetto. 

Lucas prese la lettera, leggendola per lui. Saltò le righe intrise di dettagli sulla sua morte, andando immediatamente alle notizie sulla sua famiglia. "Dopo una ricerca lunga due anni, Cassandra e Peyton sono state ritrovate in un rifugio a Lyndhurst, un piccolo villaggio appartenente alla contea dell'Hampshire. Ricevuta la raccomandata da parte del maggiore William Warnes, abbiamo immediatamente effettuato dei controlli o messo a disposizione una macchina per poterle far tornare a Londra". Alex sollevò lo sguardo verso Lucas, non riuscendo più a trattenere le lacrime. Si alzò in piedi, abbracciando l'ex soldato. "Visto? Sono vive". "Ma mio padre..." gli diede una pacca sulla spalla, confortandolo. "Farò in modo che alla tua famiglia non manchi più nulla d'ora in avanti". Alex si asciugò le guance con la manica della camicia. "Avrei dovuto farmi perdonare molto tempo fa...". Lucas non comprese a cosa si stava riferendo. "Su, andiamo a preparare i tuoi bagagli. Devo riportarti a Londra". Nella lettera non avevano accennato a suo fratello, poiché un soldato di fanteria ancora in servizio. Nessun militare gli aveva fatto visita ultimamente, e nemmeno lo avevano contattato per informarlo di notizie su eventi luttuosi. Sperava che sua madre potesse avere delle novità, e intanto pregò di poter vedere lei e Peyton il prima possibile. 

𝐀𝐥𝐞𝐱 | 𝐓𝐡𝐞 𝐒𝐮𝐫𝐯𝐢𝐯𝐨𝐫 [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora