• 𝘊𝘰𝘭𝘥𝘱𝘭𝘢𝘺 - 𝘍𝘪𝘹 𝘠𝘰𝘶 •
"ᵂʰᵉⁿ ʸᵒᵘ ᵗʳʸ ʸᵒᵘʳ ᵇᵉˢᵗ, ᵇᵘᵗ ʸᵒᵘ ᵈᵒⁿ'ᵗ ˢᵘᶜᶜᵉᵉᵈ
ᵂʰᵉⁿ ʸᵒᵘ ᵍᵉᵗ ʷʰᵃᵗ ʸᵒᵘ ʷᵃⁿᵗ ᵇᵘᵗ ⁿᵒᵗ ʷʰᵃᵗ ʸᵒᵘ ⁿᵉᵉᵈ
ᵂʰᵉⁿ ʸᵒᵘ ᶠᵉᵉˡ ˢᵒ ᵗⁱʳᵉᵈ, ᵇᵘᵗ ʸᵒᵘ ᶜᵃⁿ'ᵗ ˢˡᵉᵉᵖ
ˢᵗᵘᶜᵏ ⁱⁿ ʳᵉᵛᵉʳˢᵉ"
L'autunno era spesso sembrato come un momento magico tra le strade di Londra, benché fosse sempre stata tra i posti più umidi e piovosi, data la sua vicinanza con l'oceano. Era anche un posto piacevole, in cui molte persone si trasferirono dopo la guerra per cercare un po' di conforto che avevano pensato perso per sempre nei primi anni quaranta. Al ritorno di Lucas mancava poco e negli ultimi giorni di attesa, Alex si diede da fare per poter cercare un'abitazione più grande e soprattutto economica. Un pomeriggio si diresse ad un café ma evitò di ordinare birra. L'esperienza gli aveva insegnato a non bere più di tanto, se non sei abituato ad un certo grado alcolico. Ordinò una tazza di caffè, attendendo impaziente con le braccia conserte sul bancone di mogano. Sollevando lo sguardo, i suoi occhi stanchi si accorsero di una ragazza di spalle, intenta a travasare il caffè dalla brocca alla tazza. Glielo porse, sorridendo. Alex la osservò attentamente con la sensazione di averla già vista. La seguì con lo sguardo mentre si muoveva tra i tavoli per prendere le ordinazioni. Era stata assunta da poco, dato che non c'era l'ultima volta che aveva fatto visita a quel locale rustico. Lei si sentì osservata, quindi si voltò verso il ragazzo impertinente, facendolo immediatamente imbarazzare per la sua curiosità inappropriata.
Tornò dietro al bancone, avvicinandosi ad Alex. "Vuoi altro caffè?". Lui forzò un sorriso. "Sono a posto, grazie" socchiuse le labbra sul bordo della tazza, bevendo a grandi sorsi il caffè leggermente tiepido. Si era raffreddato tra le sue mani sudate e frementi. Chiuse gli occhi in due fessure, cercando di ricordare dove l'aveva già visto. Aveva i capelli di un castano chiaro, molto chiaro che rimandava al colore del miele. Sotto la luce gli sembrò che avessero delle sfumature dorate. La immaginò abbigliata da un vestito a pois mentre volteggia su sé stessa. Lei tornò da Alex e con la brocca nella mano sinistra e l'altra mano poggiata al bancone gli domandò: "Credo tu possa capire da solo dov'è che ci siamo già visti". Anche lei si stava ponendo le stesse domande. "In spiaggia, qualche mese fa". Lei annuì, versandogli del caffè.
"Posso sapere il tuo nome?". Lei fece un veloce cenno con il mento, indicandogli il taschino della sua divisa. "Anche questo puoi capirlo da solo". Alex osservò la targhetta sul suo seno. "Daisy?". La ragazza sorrise per poi andare via. Bel nome – si disse, mostrando un ghigno compiaciuto. Daisy aveva un non so ché di affascinante. Vederla volteggiare con i piedi nudi sulla sabbia e illuminata dal fioco bagliore del falò, lo aveva reso quasi leggero, come se avesse potuto librarsi in aria all'improvviso. Tornò a bere il caffè intanto che il suo nome echeggiò alle sue spalle. Tommy lo stava richiamando.
"Ti stavo cercando. Allora?" Alex si mostrò perplesso. "Non capisci di cosa sto parlando, vero? Tu e mia sorella". Alex ingoiò la saliva e pensò a quel momento tragicamente profondo che Tommy gli aveva riportato alla mente. "Posso spiegarti". "Avanti. Voglio sapere perché preferisci parlare con una sconosciuta invece che con me, che ti conosco da cinque anni. Abbiamo condiviso diverse esperienze traumatiche, rammenti?".
"Come dimenticarle". Solo ultimamente era riuscito a respirare aria pulita e a riposare senza il minimo accenno di incubi o di paura, che trasudava largamente dal suo corpo esile e affranto. "Tutto bene a casa? Tua madre e tua sorella come stanno? Saputo niente di tuo fratello?". Tommy lo riempì di domande ma non lo fecero annaspare dall'inquietudine, anzi. Si sentì orgoglioso di avere un amico così. "Lucas tornerà tra un paio di settimane. Ci ha scritto".
"Oh, bene. Benissimo". Spalancò le braccia, gesticolando per l'emozione. "Sono contento per te. C'è un'altra cosa che vorrei sapere adesso". Adesso sì che si sentì affogare. Temeva le supposizioni che sarebbero uscite dalla sua bocca di lì in avanti. "E riguarda mia sorella. Ho visto come vi guardate. Dimmi solo se hai intenzioni serie". Intenzioni serie? Alex si spaventò. Non voleva di certo sposarsi, non ancora almeno. Molti suoi coetanei sognavano di sistemarsi con una graziosa e umile donna per poi mettere su famiglia. Alex non aveva queste specifiche ambizioni.
Prima di poter comprare casa e di sposarsi, desiderava soprattutto realizzarsi, cosa non da poco. Negli ultimi cinque anni non aveva combinato quasi nulla. Era andato sbattendo per poter ritrovare la sua famiglia, lasciando indietro tutto il resto. "Hai capito male, Tom. Tra me e Joanna non c'è nulla, e non ci guardiamo in nessun modo. Credo tu abbia bisogno di una visita agli occhi". Tommy si alzò, sconcertato da quella confessione. Alex tornò ad essere solo, con lo sguardo curioso di Daisy addosso. Allontanò la tazza ormai vuota, lasciando una banconota da cinque sterline sul tavolo. Evitò le occhiate dei presenti, spalancando la porta per potersene andare.
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𝐀𝐥𝐞𝐱 | 𝐓𝐡𝐞 𝐒𝐮𝐫𝐯𝐢𝐯𝐨𝐫 [H.S]
FanficGiugno, 1940. Alex, scampato dall'invasione dei nazisti a Dunkerque, riesce finalmente a tornare nel Regno Unito. Le prime notti non riesce a sopportare l'inflessibile senso di vuoto, e continua a sognare i giorni in cui si trovava in guerra. Prova...