• 𝘗𝘭𝘶𝘮𝘣 - 𝘊𝘶𝘵 •
"ᴵ'ᵐ ⁿᵒᵗ ᵃ ˢᵗʳᵃⁿᵍᵉr
ᴺᵒ, ᴵ ᵃᵐ ʸᵒᵘʳˢ ᵂⁱᵗʰ ᶜʳⁱᵖᵖˡᵉᵈ ᵃⁿᵍᵉʳ
ᴬⁿᵈ ᵗᵉᵃʳˢ ᵗʰᵃᵗ ˢᵗⁱˡˡ ᵈʳⁱᵖ ˢᵒʳᵉ..."
Tutto era più bello, ora che Joanna e Alex potevano vivere quella relazione alla luce del sole. Tommy si era dimostrato completamente a favore della storia, e ciò nonostante aveva preso il suo amico da parte per potergli chiedere: "Hai intenzioni serie con lei? Te lo richiedo perché, per quanto non sopporti mia sorella, allo stesso tempo ucciderei per lei e voglio che sia felice".
"Ho intenzioni serie, e mi dispiace di non avertelo detto prima". Tommy gli aveva dato una sincera pacca sulla spalla. "Questo mi basta, Don Giovanni. So dove abiti, non dimenticarlo". Da quel giorno, Alex e Joanna cercarono di trascorrere insieme quanto più tempo possibile, anche se quello a loro disposizione si stava velocemente assottigliando.
Mancavano pochi giorni alla partenza per New York. Doveva raggruppare le sue cose e metterle in valigia. Ciò nonostante Alex riuscì a distrarla costantemente. "Dovrei davvero andare. Domani sera ho la nave". Lui la tirò a sé, afferrandole il polso. "Ancora qualche minuto". Tornò a baciarla, sempre più intensamente e con veemenza. Sentì i suoi capelli biondi tra le dita, l'anelito soffocato dai mugolii. "Sai di potermi far cambiare idea con questi baci. Per questo continui a darmeli?".
"Può darsi" rispose Alex, sogghignando sulle sue labbra. "Come sto andando?". Joanna rotolò su di lui, spingendo il seno contro il suo petto. "Vai alla grande". Si trovavano nella camera di lui. Sua madre era a lavoro, Lucas era uscito alla ricerca di un impiego e Peyton era a casa di un'amica. "Cos'hai intenzione di fare?". Alex le strinse la carne, infilando le mani nella sua maglia per poterle ghermire i fianchi. Salì sempre più su, fino a sfiorarle il seno. A quel contatto, lei sussultò.
"Aspetta!" brontolò, mettendosi a sedere. Lui la emulò, passandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Quello che stiamo per fare, quello che stiamo vivendo... voglio che tu sappia che non è mai successo con nessun'altro. Tu sei il primo". Alex le sorrise. "Ne sono felice, e mi dispiace di averti sfiorata in quel modo. Magari vuoi andarci più cauta".
Joanna scosse la testa, passando una mano nei suoi capelli arruffati sulla fronte. "Voglio viverti, Alex. Come hai detto anche tu, siamo innamorati. Hai parlato con Tommy, e questo dimostra quanto tieni a me". Lei tornò a stendersi su di lui, attirandolo a sé dai lembi della camicia. Gliela sfilò lungo le braccia. Alex le afferrò i fianchi, affondando le dita nella carne. Intanto la sua lingua esplorò quella di Joanna che non aveva alcuna intenzione di fermarsi.
Lo aveva desiderato a lungo negli ultimi cinque anni. Lo aveva corteggiato, osservato a distanza. Gli occhi verdi di lui l'avevano catturata dal primo sguardo scambiato nel corridoio di casa sua. "Ti amo" dichiarò Alex quasi all'improvviso. Joanna si fermò per guardarlo. Strabuzzò lo sguardo sorpreso, rispondendo: "Anche io ti amo". La liberò della maglia, sfilandogliela da sopra la testa. I capelli del colore dell'oro le ricaddero sulle spalle nude. Esitò prima di slacciarle il reggiseno. Voleva tenerla ancora stretta tra le braccia. La strinse a sé, sfiorandole la schiena con le mani calde e frementi.
Alex era a petto nudo. I pantaloni color cachi gli ricadevano morbidi lungo i fianchi stretti. Joanna infilò entrambe le mani nei suoi capelli, stringendoli tra le dita. Appena si sentì pronto e il suo cuore terminò di martellargli nel petto, le slacciò il reggiseno. Con una veloce capriola la fece stendere sotto di lui, continuando a baciarla con avidità. Intanto che scese lungo il collo e i seni, Joanna allungò il braccio per poter stringere il cuscino tra le dita. Tirò un grosso respiro, sentendosi mancare. Il suo corpo smanioso stava implorando di essere toccato. Le mani di Alex la accolsero. Lei strinse la lingua tra i denti, resistendo il più a lungo possibile.
Le sue labbra tornarono a baciarla. Fuori da quella stanza iniziò a nevicare. Una fredda mattina d'inverno che si era dimostrata la più calda della loro vita. "Dopo oggi, non riuscirò a lasciare Londra" rantolò Joanna, mordendogli il labbro inferiore. "Ti incatenerò a questo letto se vorrai". Alex le chiese come si sentiva prima di proseguire. Lei fece un unico cenno con la testa, quindi continuò. Si fece spazio dentro di lei dopo essersi abbassato la cerniera dei pantaloni. Joanna sussultò nuovamente dato il movimento repentino ma piacevole. Per lei non fu una novità constatare che Alex fosse così dolce e affidabile. Si era fidata, consegnandosi a lui completamente. Non aveva più paura di farsi avanti. La sera di Natale aveva cambiato ogni cosa.
Quel suo regalo ben accettato e subito indossato, Alex che l'aveva ringraziata baciandola per la seconda volta. Non sarebbe riuscita a vivere New York come meritava, se il suo cuore era inevitabilmente legato a Londra. Ad un certo ragazzo che l'aveva fatta innamorare in modo lento, implacabile e passionale. Gli ripeté che lo amava prima di terminare quell'amplesso romantico e carico di emozioni con un gemito. Alex scivolò fuori da lei, sdraiandosi accanto al suo corpo febbricitante. Entrambi rimasero con lo sguardo fisso sul soffitto, sorridendo. "Grazie" brontolò Joanna, volgendo gli occhi verso di lui. "Per cosa?". "Per essere stato dolce e allo stesso tempo rude".
Alex si sporse su di lei, baciandola ancora. "Di nulla. Sai dove trovarmi". Joanna soffocò una risata, sentendo divamparle dentro una fiamma. L'amore che provava per lui era inesplicabile, intenso, vorace. "E grazie soprattutto per aver parlato a Tommy. Non avrei mai immaginato di potermi innamorare del suo migliore amico. Tu sei Alex, non sei uno qualunque..." allungò la mano verso il suo petto, sfiorandogli le piastrine "...sei il soldato del mio cuore, sei l'uomo che voglio accanto". Alex si fece serio, guardandola dritto negli occhi verdi. Lei era di una bellezza rara. Labbra piene e mordaci che lo avevano stregato. "Non potrò venire con te a Long Island domani. Devo sistemare delle cose qui prima di poter partire. Ma tu sei la mia casa, il posto in cui voglio stare" iniziò a dire, attirandola a sé. "Le luci di questa città saranno il tuo faro nella notte, e ti riporteranno da me" dichiarò, facendola sorridere. Una lacrima le rigò la guancia e le sfiorò le labbra formicolanti. Il giorno seguente avrebbe dovuto lasciare Londra, senza avere una chiara idea su quando sarebbe potuta tornare. Ma lo avrebbe fatto. Il suo cuore apparteneva a quel posto, a quel ragazzo che le stava steso accanto. Niente e nessuno le avrebbe impedito il lieto fine.
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𝐀𝐥𝐞𝐱 | 𝐓𝐡𝐞 𝐒𝐮𝐫𝐯𝐢𝐯𝐨𝐫 [H.S]
FanficGiugno, 1940. Alex, scampato dall'invasione dei nazisti a Dunkerque, riesce finalmente a tornare nel Regno Unito. Le prime notti non riesce a sopportare l'inflessibile senso di vuoto, e continua a sognare i giorni in cui si trovava in guerra. Prova...