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Eveline
Ricordo lontanamente la corsa all'ospedale, di quanto forte mio fratello premesse sull'acceleratore e dei battiti del mio cuore che risuonavano nelle mie orecchie. Probabilmente aveva capito che quelli erano gli ultimi istanti che aveva a disposizione per battere forte e farmi sentire la sua melodia e stava cercando di gustarseli.

Glielo lasciai fare, cullandomi di quel suono irregolare e lasciandomi andare ad un pianto liberatorio, ignorando qualsiasi suono che non fosse quell'ingranaggio rotto, un po' come se fosse il nostro addio personale.

Dopo il viaggio in macchina I secondi cominciarono a fondersi tra di loro e in pochi minuti o forse in qualche ora mi ritrovai stesa su un lettino, indossando una maschera per l'ossigeno.

Non so quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ho visto il mio Kyle, ma se mi concentro riesco a sentire in lontananza un bip molto regolare, che quasi mi culla. Mi sforzo e lentamente riesco ad aprire gli occhi.

Ci metto un po' ad abituarmi alla luce e l'unica cosa che riesco a vedere è il soffitto, cerco di guardarmi intorno solo per rendermi conto di essere incatenata al letto da centinaia di tubicini di varie dimensioni collegati al mio corpo.

-Ben svegliata- mi dice una voce gentile e sposto lo sguardo nella sua direzione, solo per incontrare gli occhi di quella che credo sia un'infermiera; riesco a vedere davvero solo gli occhi, è molto coperta e dal suo abbigliamento suppongo di trovarmi ancora in terapia intensiva.

La guardo con il fiato sospeso, aspettando che mi dia notizie sull'intervento, ma lei sembra non farci caso e si avvicina ancora di più a me, solo per farmi un prelievo dal braccio sinistro. Probabilmente le dosi di medicinale che mi fanno è molto forte perché percepisco appena l'ago toccarmi la pelle.

-Il dottore sarà presto da te- mi dice per poi girarsi e allontanarsi, senza aspettare risposta.
Chiudo di nuovo gli occhi, cercando di concentrarmi su quello che provo. Cerco di individuare il battito del mio cuore, ma i rumori delle macchine che mi circondano sono troppo forti.

Quello di cui sono sicura è che una strana sensazione mi attanaglia il petto, me lo avvolge quasi come se fosse una coperta.
-Buongiorno, Eveline- dice una voce a me sconosciuta, avvicinandosi.

Apro gli occhi e osservo la figura alta e possente di un dottore mai visto prima.
-Come ti senti?- mi chiede e apro la bocca per parlare, solo per accorgermi che la gola mi brucia, non riuscendo a pronunciare niente se non qualche verso sconnesso.

Con estrema gentilezza il medico mi aiuta a bere qualche sorso d'acqua, mentre continua a parlare.
-Sono felice di dirti che l'intervento è stato un successo. Sei stata per due giorni in coma farmacologico, ma non abbiamo riscontrato alcun problema. Il tuo corpo sembra aver accettato il nuovo cuore, ma ovviamente è ancora troppo presto per cantare vittoria- mi dice e annuisco, incapace di mostrare emozioni.

I parenti di qualcuno, in questo momento, staranno piangendo per la loro perdita, ma seppur lontani, posso sentire i miei festeggiare con le lacrime agli occhi.

♡♡♡


Sono già due settimane che sono in ospedale, ormai in un normale reparto e non più in terapia intensiva. Il mio corpo sta reagendo molto meglio di quanto pensassimo al nuovo cuore e io ormai mi sono abituata a questo nuovo ritmo che invade la mia mente.

È difficile spiegare quello che sto provando, è come se questo cuore ogni giorno mi gridasse contro di sforzarmi un po' di più del giorno prima per poter uscire da qui quando prima. Sembra quasi che abbia più voglia di me di tornare a vivere e chi sono io per impedirlo?

La riabilitazione, dopo l'intervento, è un processo lungo ma molto importante per evitare il rigetto da parte dell'organismo.

-Eve- esordisce mio fratello avvicinandosi al mio letto e porgendomi una rosa di plastica, che afferro alzando gli occhi al cielo.
-Il medico ha detto che il polline non mi da problemi- gli ricordo sorridendo mentre annuso la rosa finta, non sorprendendomi al costatare che la plastica non profuma di rosa.

-Perché rischiare quando queste rose qui sono così graziose?- mi chiede con un sorriso che mi fa sciogliere.
-Sei pronta per fare una passeggiata?- mi chiede prendendo la sedia a rotelle che le infermiere mi hanno lasciato.
Sono in grado di camminare in realtà, ma la fisioterapista preferisce che, almeno per qualche altro giorno, mi limito ad usare la sedia in sua assenza.

Annuisco e lo lascio fare mentre mi solleva, per poggiarmi con delicatezza sul morbido tessuto della sedia a rotelle.
Usciamo dalla piccola stanza in cui passo le mie giornate e andiamo verso l'ascensore. Vista la velocità con cui mi sto riprendendo, il medico ci ha concesso la possibilità di fare piccole passeggiate nel giardino dell'ospedale.

Per poterlo raggiungere dobbiamo passare dall'ingresso, vicino ai banchi di accettazione. Ho sempre odiato quel posto. Questo è uno degli ospedali più grandi in tutta la zona e c'è un via vai di gente continuo; da quando mi sono operata non riesco a sopportare la presenza di troppe persone insieme.

Kyle, conoscendo questo nuovo aspetto di me, cerca di evitare quando più possibile corridoi troppo affollati.
Siamo quasi all'uscita quando una strana sensazione comincia a bussare prepotentemente sul mio cuore e il naso, anche se solo per un istante, mi pizzica come se fosse entrato in contatto con un nuovo e diverso odore, il che non sarebbe una novità visto che ultimante sembra quasi che i miei sensi si siamo sviluppati.

Porto le mani al petto e comincio a stringerlo, anche se quella sensazione è ormai solo un ricordo. È durata solo pochi istanti, eppure sembra mancarmi. È come se il mio cuore mi stesse chiedendo, in un sussurro appena accennato, di cercarlo. Ma di cercare cosa?

-Eve tutto bene?- chiede Kyle allarmato purgandosi davanti a me e spostandomi dietro l'orecchio una ciocca di capelli. Annuisco fissandolo negli occhi.
-Andiamo in giardino- dico soltanto accennando un sorriso mentre lui continua a cercare nei miei occhi qualcosa che gli dia la prova che sto mentendo.

Dopo qualche secondo annuisce, mentre riprendiamo la strada per raggiungere uno dei pochi posti che davvero mi trasmette tranquillità.

Heart's beatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora