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Rhodes

Mi dirigo a passo veloce verso l'obitorio cercando di trattenere la rabbia crescente.

Il pomeriggio passato con Eve mi ha per un po' distratto dal ritrovamento del corpo dell'ennesima lupa, ma dopo aver lasciato la ragazza di nuovo nella sua stanza non ho potuto continuare ad evitare il problema.

Mi è appena stato comunicato che i genitori e il compagno della vittima sono arrivati per prelevare il corpo e potergli dare una degna sepoltura e il minimo che io possa fare è mostrare la mia presenza.

Non c'è niente che possa legare noi lupi più del dispiacere per la prematura dipartita di un nostro fratello, soprattutto se avvenuta in simili circostanze, poca importante ha il branco di appartenenza.
Insomma, siamo tutti sulla stessa barca.

L'odore di agenti chimici mi riempie le narici mentre percorro l'ultimo corridoio, quello in cui si trovano tutti i vari laboratori del branco e percepisco subito la presenza dei tre lupi esterni al branco. Appartengono ad un branco piccolo, in territori non semplici da gestire, per questo motivo il loro Alpha non ha potuto seguirli.

-Alpha- pronunciano tutti in coro appena faccio il mio ingresso nell'obitorio.
Lascio il mio sguardo scorrere velocemente su tutti i presenti, i miei due beta, i parenti della lupa e il medico del branco.
L'obitorio non è una stanza molto grande, al contrario. Le pareti sono bianche e piene di cassetti in metallo appositi per contenere corpi umani e non.

Al centro della stanza ci sono tre tavoli in metallo, ciascuno dei quali è circondato da una serie di strumenti che non sarei sinceramente in grado di identificare.

Guardo il corpo della lupa reso quasi irriconoscibile dal tempo passato sott'acqua e lo sguardo mi cade sulla pianta del piede sinistro, dove i lembi di pelle che erano stati tagliati sono ormai infetti e gonfi d'acqua. Questa volta il corpo della lupa è pieno di tagli di varie dimensioni infitti dopo la morte della stessa.

Sembrerebbe quasi che formino una sorte di disegno sulla pelle, ma dopo tutto il tempo che ha trascorso in acqua è praticamente impossibile poterlo dire con certezza.

Alzo di nuovo lo sguardo sui familiari della vittima e incrocio lo sguardo del compagno. È un ragazzo poco più grande di me, un paio di anni al massimo, i capelli neri che gli ricadono a ciocche sugli occhi scuri quanto l'abisso in cui sembra essere caduto.

-Grazie per aver recuperato il corpo della nostra bambina, Alpha- sento dire con voce un po' tremante dal padre della ragazza e lo fisso negli occhi identici a quelli della figlia, annuendo semplicemente. Per qualche istante rimaniamo tutti in silenzio, osservando il medico muoversi da una parte all'altra della stanza per terminare di compilare dei fascicoli che si affretta a consegnarmi.

Contengono tutti i dati generali della vittima e tutto quello che siamo riusciti a scoprire studiando il suo corpo martoriato. Continuo a sfogliare il fascicolo, soffermandomi a studiare con calma le foto delle varie ferite; quasi tutte sono state probabilmente inflitte post-mortem. Mi soffermo su un taglio all'altezza del cuore che sembra quasi formare una spirale.

Sono sicuro di aver visto un simbolo simile da qualche parte, ma al momento mi sfugge totalmente. Alzo di nuovo lo sguardo sulla famiglia della vittima in attesa di una mia qualsiasi reazione.

-Il fascicolo è pieno di foto dettagliate di tutte le ferite che abbiamo trovato sul corpo di vostra figlia e devo avvertirvi, non sono immagini gradevoli. Non potrete portare questo fascicolo con voi ma se vorrete ve ne daremo una copia- dico guardando per pochi istanti i tre negli occhi.

È il suo compagno il primo a porgermi una mano per poter vedere le foto e lo guardo con riluttanza: una volta viste queste foto non potrà certo rimuoverle dalla sua mente.
-Ho bisogno di vedere cosa le hanno fatto- dice soltanto a nessuno in particolare mentre prende il fascicolo e trattine per qualche secondo il fiato prima di aprirlo.

Heart's beatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora