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Eveline
Non so con esattezza che cosa sia successo ieri, perché per quanto mi stia sforzando non riesco ancora a credere di aver visto una ragazza tramutarsi in lupo.

È stata la cosa probabilmente più spaventosa a cui abbia mai assistito, solo al pensiero di quella scena terrificante sento il cuore battermi con più forza e la paura aumentare. Tutta questa situazione è al limite dell'assurdo, che sia entrata in coma e tutto questo non è altro che un sogno creato dal mio cervello? È plausibile, di certo più che degli uomini che si trasformano in lupi giganti.

Fisso per pochi altri attimi il soffitto della mia stanza per poi alzarmi e cominciare a vestirmi lentamente, ancora pensierosa. Non ho miei vestiti qui e i ragazzi mi hanno prestato una camicia pulita, così la infilo insieme ai jeans e sbuffo vedendo di quante taglie è più grande di me, ma non mi scoraggio e faccio un nodo al suo centro per poi arrotolarlo. Il risultato non è un granché ma mi accontento e lascio sbottonati i primi bottoni (caso vuole che indossassi un reggiseno di pizzo nero stupendo che crea un contrasto niente male con la cicatrice del trapianto), aggiungendo il giusto tocco di classe.

Per anni ho invidiato i seni più prosperosi delle mie amiche, ma con il tempo ho cominciato ad apprezzare il mio, nelle sue smagliature e ridotte dimensioni e ho cominciato a cercare ogni modo possibile per renderlo un punto di forza in ogni mio look.

Fisso per pochi attimi il mio riflesso sullo specchio nell'armadio e mi lascio andare ad un profondo sospiro, cercando il coraggio per uscire dalla stanza. Questa mattina, abbastanza presto per i miei gusti, mister occhioni verdi è venuto a bussare alla mia porta per chiedermi se volessi scendere con lui a pranzo, ma ho rifiutato.

Onestamente l'idea di incontrare altre ambigue creature non mi alletta per niente, ma so anche che entro non più di dieci minuti devo mangiare qualcosa, costretta dalle mie medicine. È così strano dipendere da delle pasticche e pensare che senza di queste cesserei letteralmente di vivere. Inquietante e per niente rassicurante.

Mi affaccio con molta calma sul corridoio, guardando sia a destra che a sinistra, per poi concentrarmi ad osservare l'ascensore, quando una voce alle mie spalle che mi chiama per nome mi fa sobbalzare per la paura. Mi giro a guardare il ragazzo castano che sembra quasi essere spuntato dal nulla che mi guarda con un sorriso smagliante impresso sulle labbra.

-Dove stai andando?- mi chiede con tono curioso, anche se probabilmente è qui per controllarmi.

-Devo mangiare qualcosa, tra una decina di minuti devo prendere i miei medicinali mattutini e non posso farlo a stomaco vuoto- gli dico e lui annuisce, porgendomi con gentilezza il braccio.

-A mensa non mordono, puoi scendere con noi a fare colazione- mi dice e annuisco distratta, senza prestare attenzione a quello che dice, quanto più al fatto che sono a braccetto con un essere capace di trasformarsi in lupo; che cosa assurda da pensare.

Facciamo un percorso diverso rispetto a quello di ieri e mi rendo conto di essermi lasciata totalmente guidare, senza prestare attenzione al percorso che abbiamo fatto. Non sarei in grado di tornare da sola.

Apre una porta semplice, in legno e capisco che quella in cui mi ha portato è una cucina. È molto grande, quasi quanto il mio intero appartamento, con diversi piani di cottura in acciaio.

-Che cosa ti piace mangiare?- mi chiede allontanandosi da me e avvicinandosi ad un enorme frigorifero. Mi poggio ad un piano di lavoro e lo fisso per qualche istante.

-Per colazione in genere the e biscotti- gli dico sorridendo e lui annuisce, richiudendo il frigorifero che aveva aperto poco prima.

-Ti facevo più tipo da caffè- dice mentre prepara l'acqua calda per il the e mi mette davanti diverse tipologie di biscotti, che variano dai più cioccolatosi ai più classici e scelgo un pacco semplice di biscotti al miele.

Heart's beatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora