DIMMI LA VERITÀ

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Era davanti a me, seduto sugli scalini della mia enorme villa, ad un tratto alzò il volto, mi guardò negli occhi, io lo guardai con il mio sguardo di ghiaccio, i suoi occhi ambra mi squadrarono tutta, poi mi guardo le gambe e si accorse del taglio che mi ero fatta, subito balzo in piede e mi disse

"che ti è successo?" sembrava quasi...preoccupato?

Io lo guardai poi dissi "non sono fatti tuoi" mi avvicinai sorpassandolo ma lui mi prese per il polso " non sono fatti miei ma ti sai medicare quella ferita?" io ad essere sincera non mi sono mai curata delle mie ferite superficiali, non mi ero mai medicata, ma non voglio dirgli la verità, "voglio solo aiutarti, ti medico la ferita e me ne vado" a quel punto presi una decisione: sospirai " okay ma poi te ne vai"

Lo guardai con il mio sguardo di ghiaccio aggiungendo "non toccare niente" lui annui, presi le chiavi e apri la porta, entrammo a casa mia.

P.O.V VICTOR

Ero accanto a lei, a casa sua, in piena notte, troppo bello. Lei mi guardò poi disse " medicami e poi vattene, fa finta di niente e non osare avvicinarti a me per nessuna ragione chiaro?" io la guardai " chiarissimo ", "vieni, camera mia è di qua" salimmo le scale, a lei non sembrava dare fastidio il sangue, faceva tutto senza accennare un dolore alla gamba, eppure il taglio perdeva molto sangue e sembrava molto profondo, "non ti da fastidio il sangue che esce da quel graffio?" lei mi guardò "io sono abituata al sangue, non mi da fastidio anzi..." lasciò la frase in sospeso, arriviamo finalmente nella sua stanza, era nera a strisce rossa, i mobili rigorosamente neri e lucidi, aveva una scrivania con su un computer di ultima generazione, il letto era matrimoniale e le lenzuola riprendevano il colore delle pareti. La sua stanza aveva il suo odore aspro ma allo stesso tempo dolce, perfetto.

Si sedette sul suo letto e mi guardo poi disse "allora? Non volevi medicarmi?" io ghignai poi dissi " si certo dove si trova la cassettina del pronto soccorso?"

Lei: "esci fuori dalla mia stanza, prima porta a destra, sotto il lavandino"

Mi diressi lì e presi la cassettina, la apri, presi un batuffolo di cotone e lo inzuppai *letteralmente*di disinfettante poi tornai da lei, mi sedetti vicino a lei, notai che ora indossava un vestito nero da bambolina gotica, era troppo bella. Lei mi guardo, io ricambia lo sguardo, poi iniziai a medicarla, lei non si muoveva, non sembrava farle male la ferita, continuai poi con le garze, mentre facevo tutto questo lei mi guardava con i suoi occhi argentati che ora non erano più freddi ma normali.

Quando finì di medicarle quel graffio, dissi " Ho fatto, tieni le bende fino a domani mattina" lei mi guardò e poi disse " grazie, ma prima perché eri davanti casa mia?" lo disse con tono freddo e diretto, non me lo aspettavo, io la guardai "sai volevo spiegarti una cosa importante" mi guardò " Dimmi tutto, traditore ma poi vattene, domani devo alzarmi presto" sospirai, mi avvicinai a lei, avevo ancora la sua gamba ferita sulle mie " non chiamarmi traditore, io non ho tradito te ma il Q.S. e magari non sai nemmeno il perché mi sia ribellato" mi guardò interdetta "non lo so, al Q.S. non mi hanno mai detto niente su di te" "bene allora ti spiegherò *mi avvicinai al suo orecchio" il perché delle mie azioni" con la coda dell'occhio vidi che le sue guance bianche come la neve si erano colorate di un rosa cipria che la rendeva ancora più bella.

" il Q.S. mi ha ingannato, sapevano che mio fratello aveva bisogno di un intervento alle gambe * a queste parole sbarrò gli occhi e iniziò a tremare leggermente* il mio fratellone non sapeva nulla sul Q.S. e io ero troppo stupido per accorgermi che stavo macchiando lo sport che amavamo sia io che lui, alla fine grazie ad Arion capì cosa stavo facendo e mi unì a loro, e tutt'ora non me ne pento "*la guardo negli occhi e mi accorgo che...sono lucidi, sta tremando, che le succede??*

"vattene" alza lo sguardo e noto che i suoi occhi sono di ghiaccio, passano pochi minuti di silenzio "vattene" ripete con tono ancora impassibile, io mi avvicino ancora di più a lei "tu perché fai tutto questo? Perché continui a chiuderti in te stessa e non mi mostri il tuo vero io? Dimmi la verità Alexandra, voglio sapere" lei mi guarda si mette a cavalcioni su di me, si avvicina alla mia faccia, io la guardo e...il mio cuore inizia a battere fortissimo, sento che le mie guance vanno a fuoco e le mie mani formicolano cercando di trattenere l'impulso di cingerle i fianchi e baciarla senza lasciarle vie di fuga, infine le mie labbra sono umide e pronte per impossessarsi delle sue, morbide e sottili, si avvicina ancora di più a me facendo sfiorare i nostri nasi per poi dire "guardami negli occhi, cosa vedi?"

Io incatenai il mio sguardo al suo e iniziai a spogliarla di tutte le sue barriere, i suoi occhi erano...bellissimi ma si vedevano tante cose, è come se le avessi visto l'anima tramite un gesto

" Vedo odio, tristezza, malinconia ma anche...decisione, coraggio, forza e intelligenza" si avvicinò di più, le nostre labbra si sfiorarono mandandomi scosse di piacere in tutto il corpo "bravo, ma ora dimmi, che cosa hai capito dai miei occhi?" le mie labbra si mossero automaticamente " sei speciale" lei cambiò il suo sguardo in stupore " tu sei molto interessante, hai capito tante cose solo dal mio sguardo ma non posso permetterti di mettermi i bastoni tra le ruote anche se..." la guardai, le sue labbra mi chiamavano, volevo impossessarmi delle sue labbra e poi mordicchiarle e succhiarle fino a farle diventare rosse, cavolo quanto lo volevo, ormai in balia dei miei sentimenti e molto probabilmente dei miei ormoni oramai impazziti per tanta bellezza, le cinsi i fianchi con le mie braccia e le accarezzai la schiena, poi mi avvicinai al suo viso e le dissi "Alexandra" con voce roca, lei non si dimenava, non mostrava insofferenza per le mie azioni anzi...allacciò le braccia al mio collo e si avvicinò ulteriormente, fino a sfiorarci ancora una volta i nasi e finalmente mi impossessai delle sue labbra, prima dolcemente, poi lei schiuse le labbra e io la invasi dolcemente, giocando con la sua lingua per molto tempo ma poi ci siamo dovuti staccare perché eravamo senza fiato, entrambi affannati. Io la volevo ribaciare, ora io ero sopra di lei, la sua faccia era un po' più colorita ed era molto affannata, i suoi occhi non erano più spenti anzi, esprimevano desiderio ed eccitazione, volevamo ribaciarci entrambi e non solo io, questo voleva dire che forse ero ricambiato.

La baciai ancora e ancora, passarono secondi, minuti, ore, non lo sapevo, sapevo solo che volevo baciarla ancora e ancora e volevo abbattere tutte le barriere che nascondevano il suo vero carattere.

Fummo interrotti dallo squillo del mio cellulare, la guardai, lei mi guardava ancora con quegli occhi desiderosi, cavolo avrei tanto voluto non allontanarmi ma quando aprì il cellulare mi ritrovai 5 chiamate perse da casa, mandai un messaggio per dirgli che stavo fuori fino a tardi e che domani mattina mi avrebbero trovato, poi lo buttai malamente sul pavimento e mi riavvicinai ad Alexandra e le diedi dei baci leggeri e dolci per poi risalire alle sue labbra, ormai erano rosse e gonfie ma io le volevo ancora, non mi stancavo mai di volerle, erano perfette per me, noi eravamo perfetti l'uno per l'altra, i nostri corpi combaciavano perfettamente, e poi lei era bellissima, le sue mani mi accarezzavano il viso e mi arricciava i capelli blu cobalto con una gentilezza tale che mi fece venire ancora scosse di piacere, i suoi occhi erano dolci e non erano più di color ghiaccio ma rosso fuoco, lei interrompe i miei piccoli baci e mi dice "ora devi andartene, vedi i miei occhi *me li indico* hanno cambiato colore, ora sono rossi perché mi hai fatto provare forti emozioni, domani mi devo svegliare presto, vai a casa ci vediamo domani Victor" aspetta, aspetta, aspetta ha detto Victor??? Oddio che bello. Lei "domani di fronte agli altri comportati normalmente, solo perché ci siamo baciati, non lascerò il mio incarico, mi dispiace, ma ho le mie ragioni per farlo, ora va a casa"

Io "Alexandra, perché non mi dici le tue ragioni?" Lei " Domani, domani dopo gli allenamenti ti dirò tutto, ora vai a casa Victor" disse gentilmente, io la guardai, ormai eravamo in piedi in mezzo alla grande stanza, mi avvicinai ancora a lei e l'abbracciai poi dissi " Tu mi piaci Alex.." venni interrotto "chiamami solo Ale" la guardai "tu mi piaci Ale" dissi un po' rosso, Lei si allontanò un po', poi disse in modo dolce "anche tu mi piaci ma non possiamo stare insieme in presenza d'altri" io accorciai le distanze "non preoccuparti cucciola, dormi tranquilla" la baciai un'altra volta in modo dolce e cercando di trasmetterle tutti i miei sentimenti, la amo, io amo Alexandra Stones e nessuno mi allontanerò dalle mia cucciola, nemmeno il Q.S.

Inazuma eleven go FF: la vice-imperialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora