Capitolo tredicesimo: I conti con la realtà

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Il mattino dopo era arrivato a una conclusione, per quanto non gli piacesse doveva farlo, doveva solo resistere e tutto sarebbe presto passato. Andò nella torre di Grifondoro e trovò i suoi amici ad aspettarlo, si guardarono, lo sapevano, Harry lo aveva capito dal primo sguardo e Hermione lo abbracciò forte, poi Ron, che disse:" Quell'invidioso ancora non lo accetto Harry!".
"Pensa io" disse Harry.
E poco dopo Hermione prese per mano Ron e disse "Vi lasciamo soli" e uscirono.
Harry era come immobilizzato, Ginny gli si avvicnò, gli accarezzò il viso e disse dolce:" Hey, Harry non è niente, è solo un mese, hai passato cose molto peggiori".
Harry si sentiva a pezzi ma la voce e le carezze di Ginny lo riportarono piano piano alla realtà.
"Stai tranquillo"
"Io non voglio lasciarti"
"Tu non mi stai lasciando, ma che dici"
"Io ti amo"
"Anch'io e ti prometto che nulla ci separerà, nemmeno se finissi dall'altra parte del mondo, io sceglerei te e solo te un milione di volte". Si baciarono e poi Harry disse:" Non posso vivere una vita in cui tu non sei presente".
"Ma io sono presente, sono qui"
"Ora, ma poi" e si stava riagitando.
"Hey, hey, hey, Harry non dire stupidaggini, ci sentiremo, passeremo molto tempo insieme dopo, devi solo avere pazienza, e ricorda io sono qui dentro (e indicò il suo cuore) ogni giorno, ogni ora e ogni istante".
"Mi mancherai"
"Anche tu e pensa sempre che è solo un mese, prenditi il tempo che ti serve e rimettiti in pari con lo studio".
Harry le accerezzò i capelli e la baciò.
Poi, dopo istanti perfetti e felici, Ginny disse:" Forse un po' di fretta puoi averla" e sorridendo uscì dalla stanza.

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