Capitolo cinquantunesimo: L'inganno

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"Ginny posso spiegarti" disse subito Harry.
La sua ragazza l'aveva sorpreso a baciarsi con Cho e lui si era staccato da lei nell'istante in cui la porta si era aperta.
Il volto di Ginny era rigato dalle lacrime. La persona di cui si fidava di più al mondo l'aveva tradita, l'aveva delusa e le aveva spezzato il cuore.
Sì voltò e scese le scale, Harry la rincorse e cercò di parlarle ma il cervello di Ginny era in palla, ripeteva quattro semplici parole "Harry ha baciato Cho", la sua ex, l'ha baciata.
"Ginny aspetta! Per favore!".
La fermò mettendole una mano sulla spalla, lei si girò, asciugò una lacrima e preparò al momento più duro della serata.
"C'è una spiegazione per quello che hai visto".
"Una scusa vorrai dire".
"Ti prego ascoltami".
"L'hai baciata".
"È vero ma...".
"Sapevi che ci sarei rimasta male".
"Lo so ma...".
"E tu lo hai fatto lo stesso".
Ginny aveva espresso quelle frasi interrompendo continuamente Harry, non lo aveva lasciato parlare e non aveva intenzione di lasciarglielo fare, si sarebbe solo giustificato e, come lo aveva fatto una volta, le avrebbe spezzato il cuore di nuovo se gli dava fiducia. Ne aveva già ottenuta troppa.
"Puoi fare quello che vuoi".
"Ma io non volevo baciarla".
"Eppure lo hai fatto".
"Sì ma...".
"Non voglio sentire le tue giustificazioni, voglio stare sola".
"Ginny ti prego...".
"Non seguirmi Harry".
Lui fece quello che lei le chiese, la lasciò andare, aveva bisogno di tempo. Decise di andare a recuperare il diario, una volta preso glielo avrebbe portato e si sarebbe fidata di nuovo di lui, "Sì" si ripetè, l'avrebbe perdonato.
Salì le scale di corsa e trovò i suoi amici ad aspettarlo.
"Harry..." iniziò Hermione.
"Recupero il diario e poi mi dici" la interruppe lui.
Entrò deciso in camera di Cho e si rivolse a lei in modo meno educato di prima.
"Dammi il diario".
"Io non ce l'ho".
"Dammelo!".
"Non ho idea di cosa voi siate cercando e, qualunque cosa sia, non è qui".
Sembrava sincera. Harry capì in quel momento quanto fosse perfida Cho e quanto fosse ingenuo lui. Lei non aveva davvero idea di cosa cercassero e l'aveva ingannato per ottenere ciò che voleva, "l'ho baciata per nulla e ho perso Ginny" era l'unico penserò che riuscisse a formulare la sua mente. Non aveva rubato il diario, aveva fatto qualcosa di molto peggio: aveva spezzato due cuori.
Uscì sbattendo la porta, il nervoso lo divorata.
"Non lo ha lei" annunciò agli amici che lo stavano aspettando.
"Era quello che volevo dirvi dall'inizio! Perché oggi nessuno mi fa parlare?!" sospirò Hermione.
"Lo sapevi?!".
"Sì!".
"E perché non me lo hai detto?!" urlò Harry furibondo.
"Che faccia tosta! Ci sto provando da ore!".
Harry non ragionava più: aveva perso Ginny, la cosa più bella della sua vita.
"Calmatevi!" intervenne Ron.
"Romilda Vane ha preso il diario" proseguì.
"Che cosa?!".
"Incredibile, oggi nessuno mi calcola" tentò Hermione.
"Gli ha dato alquanto fastidio sapere che hai preferito Ginny a lei e ha optato per una vendetta" disse Ron ignorandola.
"Sono uno stupido" constatò Harry.
"Non dire così, andiamo da Romilda, riprendiamo il diario e sarà tutto a posto" cercò di consolarlo l'amico.
"Non tutto, Ginny...".
"Le passerà. Ti amato dal primo momento in cui ti ha visto, non sarà certo un bacio a farle cambiare ciò che prova".
"Lo credi davvero?" chiese Harry stupito da ciò che aveva detto Ron. Non aveva mai accettato la sua relazione con Ginny e ora lo consolava in questo modo? Gli diceva sinceramente ciò che gli aveva confidato la sorella? Il cuore di Harry riprese a battere, capì che doveva fare il possibile per riconquistare Ginny, così prese forza e coraggio e si diresse alla camera di Romilda Vane.
Il tempo per arrivarci parve infinito, l'unico pensiero di Harry era Ginny, i loro baci, abbracci, risate, lei aveva un modo di ridere davvero incantevole,...
Si stava perdendo nei ricordi, doveva risvegliarsi e agire.
Bussò alla porta e, appena un viso felice la aprì, scansò Romilda, entrò senza che lei gliel'avesse chiesto e iniziò a rovistare tra i cassetti, gli sportelli dell'armadio, il suo baule,...
Non agiva più con logica e razionalità, non si fermò ai rimproveri di Romilda sulla sua maleducazione. Sbaraccò la camera e la mise sottosopra, finché non trovo ciò che cercava, un libricino dalla copertina rosa e le pagine serrate lievemente da un lucchetto aperto. Lo prese e, prima di uscire, si sentì in dovere di rivolgere due parole a quella ladra sconvolta dalla scoperta della sua colpevolezza.
"Tempo fa sarei stato più gentile ma, dopo quello che hai fatto, mi limiterò a esporre i fatti. Il furto che hai compiuto è stato un atto orribile, con il quale ai dimostrato la tua immaturità. Non ci si comporta così. Tu non mi interessi e in questo modo non fai altro che apparirmi ancora più meschina. Prova un'altra volta a prendertela con la mia ragazza e te la vedrai con me".
Detto ciò si voltò e uscì. Gli restava un'ultima cosa da sistemare. "Mi perdonerà" si ripetè.

Hinny nasce l'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora