Capitolo dodicesimo: La richiesta

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Era una fredda serata d'inverno quando tutto accadde, fu veloce, molto veloce e cambiò le cose. Il cielo era di color blu intenso ma limpido, si distinguevano bene le stelle, non vi era vento nè nuvole, la luna era quasi piena e l'aria era ferma e sottile. Increbile come tutto può essere contrastante e convivere, come può esserci tale precisione e tale confusione, come si può passare dalla felicità al sentirsi soffocare.
Lo studio di Silente sembrava calmo e ordinato quando Harry entrò, fu accolto dal preside con uno dei suoi soliti sorrisi.
"Buonasera" disse Silente.
"Sera professore" rispose Harry.
"Mi spice averti disturbato a tarda ora"
"Non si preoccupi professore, mi dica"
"Devo chiederti una cosa Harry e so che forse può costarti molto ma devo" e la sua voce rimase così calma e soave che pareva un sogno tutto questo, come se non fosse reale.
"Sei stato davvero bravo all'ultima partita di Quiddich" continuò Silente, "Quest'anno la scuola ha organizzato un progetto per mandare uno studente nella nazionale irlandese, per sei mesi, lo sapevi già immagino".
"No, non ci vado" rispose Harry dando una cadenza quasi cattiva alle parole, 'non ci sarebbe andato, non sarebbe stato via tutto quel tempo' 'Aveva finalmente la sua famiglia, Ron, i suoi fratelli, la signora e il signor Weasley, Hermione e Ginny... Ginny'. Il suo nome girò nella testa di Harry e si ripetè più e più volte, ricordò il momento in cui si dichiarò e a come si sentiva le farfalle nello stomaco o quella volta in cui ballarono al chiaro di luna, le passeggiate, le risate, tutto con lei assumeva una luce magica e no, non avrebbe mai buttato tutto per uno stupido progetto.
"No" ripetè,"Non è obbligatorio e io scelgo di non andarci" e le sue parole risuonarono di nuovo con un misto di paura, che spingeva la mente a nasconderla, tramutandola in rabbia, una grande rabbia, che era davvero presente. Harry la sentiva, lui non era questo ma quando tutto sembra essere perduto come si può far finta che non lo sia senza essere arrabbiati? Pensò tanto alle parole del preside, a perchè era così frustrato nonostante non fosse successo nulla, visto che poteva scegliere, nei minuti che si susseguirono in silenzio a fissarsi, e mentre la sua nuvola di pensieri regnava soave, la voce calma e tranquilla continuò.
"Devo ammettere che un po' me lo aspettavo, sai?" continuò Silente, "Ma vedi, non ti ho proposto questo per caso... il professr Piton dice che nella sua materia non eccelli come dovresti e se rimani a Hogwarts dovrai restare qui per tutte le vacanze a seguire ripetizioni da lui".
'E tutto questo per due settimane di ripetizioni?' pensò Harry scosso dalla gravità che Silente stava dando a una cosa così banale.
"Sono solo due settimane professore" disse Harry cercando ulteriori spiegazioni del tutto.
"No, in verità si tratterebbe di un mese quest'anno e" ma venne interrotto.
"UN MESE?!" tuonò Harry.
"Sì e non è tutto" proseguì Silente, "dovrai allontanarti dalle distrazioni e mi dispiace ma non posso farci nulla, il professor Piton è a copo del corso e vuole isolarti dai tuoi compagni per questo mese, da domani".
'No no, era un sogno, lo era, doveva esserlo! Un incubo! Un terribile incubo! Perchè non mi sveglio? Svegliati!' tuonava Harry dentro di lui.
Era troppo assurdo per essere vero, si girò senza dire nulla, aprì la porta e corse in cortile, dove si sedette a meditare.
Tanto silenzio attraversò la sua testa, quando aveva mille pensieri, tutto si spense.

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