-Capitolo 12-

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T/N's pov

Io e Levi ci girammo di scatto e c'era il comandante.

Ma non stava parlando con noi, ma bensì con due guardie e non ci aveva notato.

Levi mi afferró per mano.

<<Zitta >> disse entrando nella prima porta che avevamo vicino chiudendola a chiave.

Mi spinse contro il muro tappandomi la bocca con una mano.

<<Non dovrei essere a casa, gli avevo promesso che sarei andato a fare... Delle cose, se mi trova saranno guai seri>> chiarì lui.

<<Mphf!>> riuscì a dire solo io.

<<Oh giusto scusa>> disse togliendo la mano.

Presi una gran boccata d'aria.

<<E perché dovevi portarmi qui dentro con te? Anche io dovrei essere nella solita stanza >> mi lamentai a bassa voce.

<<garantiró io per te, di questo non devi preoccuparti>> mi rispose.

Era uno sgabuzzino, pieno di scope ed era quasi completamente buio, e molto, molto stretto.

<<Non ci resta che aspettare qui, e sperare che Sasha tenga la bocca chiusa>> mi disse.

C'era una flebe luce ma questo mi bastava per vedere la vicinanza dei nostri volti.

Mi misi le mani davanti alla faccia dall'imbarazzo.

<<Tutto bene? Stai piangendo? >> mi chiese mettendomi una mano sul polso.

<<Ho per caso detto qualcosa di sbagliato? >> domandó preoccupato.

<<no no non preoccuparti non è nulla>> dissi sorridendogli imbarazzata.

Lui tiró un respiro di sollievo, ma possibile che non se ne rende conto?

<<Levi piuttosto è andato a Dachau?! >> chiese il comandante sbraitando.

<<Dac->> feci per chiedergli.

Si portò un dito davanti alla bocca in segno di farmi stare zitta.

Sentimmo la guardia rispondere di sì, menomale che lo stava coprendo lui.

No ma che dico? Sarebbe stato meglio se gli avesse detto la verità e fosse andato nei guai, a che penso.

<<Bene, ora che mio zio dovrebbe essersene andato, ti spiego>>

<<Guarda non voglio nemmeno sapere, possiamo uscire da qui? >> chiesi.

<<Sì certo>> disse facendo girare la chiave nella serratura della porta.

<<Non si gira>> disse lui.

<<Prova nell'altro verso>> suggerì io.

<<già fatto, non va>> disse continuando a provare.

<<Fammi vedere >> dissi avvicinandomi.

Lui si spostò quanto più possibile e provai, ma aveva ragione, non andava.

<<provo a toglierla e a rimetterla >> dissi cercando di estrarre la chiave.

Tirai con forza, però la chiave si spaccó in due.

<<Levi abbiamo problema>> gli dissi.

<<E cioè? >> mi chiese.

<<La chiave si è rotta>> gli dissi imbarazzata.

<<Stai scherzando spero >> disse lui.

<<Secondo te ci tengo a stare chiusa con te in uno sgabuzzino di  3 metri quadrati? >> chiesi come se la risposta fosse ovvia.

<<Sì mio zio se ne sarà pure andato ma ora come facciamo?>> chiese.

<<Ma dovevi proprio chiudere a chiave? >> gli domandai.

<<Senti non stavo pensando >> ammise imbarazzato.

<<Va bene quindi dobbiamo restare qui per quanto? >>

<<finché Sasha non passa di qui>>

<<e quand'è che Sasha passa di qui?>>

<<Tra tre ore, per chiamarmi per il pranzo>> disse lui.

<<Tre ore!? >> chiesi.

<<Dipende, sono le nove, sì tre ore, al massimo due e mezza >> disse guardando sull'orologio al polso.

<<Oddio >> sussurrai.

<<Non ci resta che aspettare qui>> disse con tono poco dispiaciuto.

<<Non mi sembri tanto dispiaciuto non è che... >>

Lui mi guardó confuso e poi arrossì di botto.

<<Ma a che vai a pensare! Non toccherei mai in quel modo una donna indifesa!>> disse quasi offeso.

<<Meglio a sapersi>> dissi con le guance rosse.

Perché con lui arrossisco anche se non arrossisco con nessuno da mesi?

Finalmente c'è qualcuno che mi fa continuare a vivere, il mondo mi sembra a colori adesso, nemmeno Isabel ce l'ha fatta a farmi sentire... Così felice.

<<Possibile che arrossisci sempre?>> chiese come se mi stesse leggendo nel pensiero.

<<Non che tu sia meglio Mr. Non mi interessa di nulla >> gli dissi con tono di sfida.

<<Ouch così mi ferisci>> disse facendo il finto ferito.

<<Certo come no>> risposi sorridendo.

<<menomale che non volevi starci chiusa dentro questo sgabuzzino con me mhm? >>

<<Non ho mai detto questo, avrai capito male! >>

Lui rise leggermente, era assolutamente imbarazzante ma anche così meraviglioso.

Forse non è così male...

<<Dovremmo passare più tempo insieme>> suggerì guardandomi con ancora un piccolo sorriso stampato in volto.

<<vallo a dire a tuo zio>> gli risposi ironica.

<<Ma io sono serio, appena finirà tutto questo dovremmo uscire insieme>> esclamò, e credevo stesse scherzando, ma sembrava serio.

<<Intendi tipo un appuntamento?>> chiesi ancora più imbarazzata di prima.

<<Io- Io intendevo un'uscita ma se proprio ci tieni... >> disse guardando dall'altra parte.

<<No no! Era una domanda non fraintendermi! >> gli risposi.

<<Ma dai stavo scherzando>> rispose ironico.

Restai in silenzio, stavamo davvero parlando come due persone normali? Come se ci conoscessimo da una vita, per lo più sto parlando con il figlio del comandante.

Devo ammettere che non è così male come credevo, l'ho giudicato male, credo che sarebbe un buon amico, di sicuro peró non potrebbe mai piacermi, questo mi sembra più che ovvio dai.

Insomma, sarà pure fidanzato, ma di sicuro, come farebbe qualcuno come lui a non esserlo, impossibile, è oserei dire una persona perfetta.

Beh c'è solo un modo per saperlo.

<<Levi, tu per caso sei fidanzato? >>

Angolo atroce

Si spera che non sia fidanzato oh.

Però ci sono più arrossiture in questo capitolo che altro ma ci vorrà tempo prima che capiranno che sono spudoratamente innamorati.

La cantante di Auschwitz ❤︎Levi x Reader❤︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora