-Capitolo 1-

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T/N's pov

Ero sdraiata nel mio letto, ma non stavo dormendo, sentivo i soldati bussare alla porta, mia sorella maggiore Isabel nel letto affianco, che nemmeno lei riusciva a dormire.

Sei settimane.

Questo è il periodo da quando siamo stati chiusi nel ghetto, tra quattro luride mura abbandonati a noi stessi.

Io mi alzai, e mia sorella con me, aspettando sulla soglia della porta.

C'erano due soldati, uno giovane e uno vecchio, uno basso e uno alto, entrambi brutti.

Stavano leggendo qualcosa ad alta voce, ma l'unica cosa che riuscivo a percepire era che l'uomo, stava leggendo mentre mio padre era preoccupato, ma riuscì a sentire quando parló più forte.

<<Nuovo ordine, di oggi, 20 giugno 1944. Domani davanti alla sinagoga alle otto in punto. Osate tardare di anche un minuto e vi fuciliamo>> disse il più vecchio.

Intanto ammiravo il mio microfono delicatamente appoggiato all'asta, che attirò l'attenzione dell'uomo più giovane.

<<Guarda, uno Shure 55SH, ne ho sempre voluto uno>> disse l'uomo picchiettando con un dito sul microfono.

<<allora prendilo domani>> rispose il più vecchio facendo spallucce.

Le loro uniformi perfettamente stirate, gli stivali pesanti in nero lucidi ma con le suole sporche di fango che sporcavano il pavimento, le armi, tutto mi dava fastidio di loro.

Continuava a toccare con le sue mani sudate il mio, e dico mio microfono.

Mia sorella cercó di intervenire ma io l'afferrai per un braccio.

<<anche se li convincessi comunque non me lo lascerebbero portare>> le dissi, e mia madre intervienì.

<<La prego non lo faccia>> chiese in lacrime.

<<Chiudi la bocca! >> urlò uno facendole fare un balzo all'indietro.

<<domani, alle otto. >> ripetè andandosene.

Il mio sogno è quello di diventare come Mamie Smirt, una cantante famosa.

A 12 anni si era esibita a Parigi con Dangerous Blue, e io mi esibì a GoldenTrack a 12 anni con Dangerous Blue.

A 18 anni aveva registrato il tutto esaurito, e io farò lo stesso, ma ho solo due anni e mezzo circa per diventare maggiorenne.

Ora che se n'erano andati, dovevamo fare la valige, ci era permesso di portare una borsa ciascuno, per il necessario per sopravvivere tre giorni.

<<Perché stanno facendo questo?>> chiesi.

Guardavo la stella a sei punte cucita sul mio abito mentre mettevo la biancheria dentro lo zaino.

Avevano ordinato di cucirla su tutti gli abiti, una maledetta stella blu con sfondo bianco sulla manica destra, chi non l'avrebbe indossata avrebbe subito orribili conseguenze.

Mia sorella la portava con fierezza, sul seno sinistro oltre che sul braccio, perché se avessero dovuto etichetterla le etichette le avrebbe fatte lei, io invece volevo solo tornare ad una vita normale.

<<perché siamo diverse T/N, noi non siamo come loro >>

<<Sono una studentessa modello, sono intelligente, se non più di loro, mi impegno da quando avevo quattro anni a cantare, sono talentuosa come loro, allora perché non mi lasciano vivere la mia vita e basta? >> chiesi chiudendo lo zaino con violenza.

La cantante di Auschwitz ❤︎Levi x Reader❤︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora