Sarai sempre casa mia

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Sai cosa è successo dentro quella macchina?” chiesi io, guardandolo in quei occhi lucidi e ormai privi di nulla.

“No” rispose triste.

Il giorno dopo sarei partito per un'esperienza in America a tempo indeterminato e nonostante gli sto   per rivelare un mio segreto, su di noi, nulla, nemmeno lui mi avrebbe fatto cambiare idea sulla partenza.

“Siamo diventati estranei, insieme” conclusi.

I suoi occhi color perfezione, erano veramente privi di nulla; quasi come il colore della morte.

“Com'è possibile?” aggiunse dopo un breve silenzio.

“Ormai non ho nulla da perdere..” silenzio “..io ho rischiato per te, ho perso molto per te. Ma niente.” dissi evitando ogni contatto con lui.

“Non mi hai mai notato come notavi gli altri ragazzi, ma quella sera. Quella maledetta sera in macchina tu...”

smisi di parlare.

Non ce la facevo.

Avrei pianto, ma la mia testa mi ripeteva di non farlo, di essere forte, chiudere gli occhi e respirare.

Così chiusi gli occhi, feci un lungo respiro e ripresi.

“...quella notte, prima da scendere dalla macchina ti sei avvicinato al mio collo e l'hai risalito baciandolo fino alle mie labbra. Ero felicissimo, ti ho accarezzato poi il collo e con delicatezza portai il tuo viso al mio, baciandolo ancora e poi..”

“...Facemmo l'amore” m'interruppe lui.

“Cos..” aggiunsi, sconvolto, confuso, ma mostrandomi ai suoi occhi.

“Si! Facemmo l'amore, lo so. Non me ne pento. Ero felicissimo pure io.

Avevo paura di perderti, eri il mio migliore amico, ma lo feci perchè lo volevo e... ti volevo” concluse.

I suoi occhi color morte avevano un color diverso ora; come se mostrassero, solo ora, la sua prospettiva e il perchè di quell'essere triste.

“NO. Non ti credo” risposi. Furono le uniche parole che uscirono dalla mia testa.

Io... no, no e no.

Non era vero, lo faceva solo per farmi sentire l'errore di quella serata, ma quella sera fu lui a spezzarmi il cuore.

“Non appena finimmo mi dissi che era tutto sbagliato, che io ero sbagliato e che non avrei mai dovuto approfittarmene di te.

Questo fu quello che mi dissi quella sera dopo averti baciato il tuo sorriso, dopo aver passato la più bella sera della mia vita.” conclusi, distruggendo l'incantesimo dei suoi occhi sui miei.

“No, brutto coglione! Ti sei mai chiesto perchè io ti abbia risposto così?” aggiunse lui, spingendomi indietro con dei pugni sul petto.
“Rispondimi!” aggiunse dopo un ultimo spintone.

“Tutti i santi giorni!” urlai a lui.
Lui si fermò, tornò il silenzio.

Si sentiva il vento che toccava le foglie e si sentiva l'aria di un amore impossibile.

“Vattene” mi chiese lui.

“Se io me ne vado, tu non saprai mai cosa è successo quella sera, in quella macchina” conclusi con voce sottile, tenera quasi.

“Vattene” ripetè lui, arrabbiata, ma sciolta dalla sicurezza della mia voce.
“Quella sera, io mi sono innamorato di te e di quel tuo sorriso.

Quello fatto dopo aver finito di fare l'amore.

Pensa, mi diede la conferma che lo ero per davvero. Quando te ne andasti dalla mia vita, dopo quella sera, piansi per sette notti  di fila.

I miei non chiedevano, ma avevano capito. Mi ripresi piano piano e l'unico modo per affrontarti era scappare da te.

Mi ripromisi di ripartire da capo, scappando da tutto e tutti.

Rincominciare una nuova vita, questo era quello che volevo.

Un giorno trovai un'offerta online per un volo di solo andata.

Era destino. Era mio. Fu mio ed è ancora mio. Domani parto e.. “
“.. e volevi dirmelo” disse lui.

I suoi occhi non erano più un colore che si può descrivere, ma erano tristi, ma i dettagli me li tengo per me.

“Si, domani parto e quella sera in macchina io mi sono innamorato di te” conclusi.

Il giorno dopo partii e prima di imbarcarmi ricevetti un messaggio, uno semplice, uno suo.

“Sarai sempre casa mia"

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